«Ecc.» e «P.S.»
Moderatore: Cruscanti
«Ecc.» e «P.S.»
Salve,
mi chiedevo se tra queste forme ce ne fosse una più corretta delle altre (o magari alcune errate):
P.S. Ricordo infine...
P.S.
Ricordo infine...
P.S.: Ricordo infine...
P.S.:
Ricordo infine...
****
Per quanto riguarda invece l'"ecc.", mi domandavo: ci vuole la virgola prima, è facoltativa o magari persino obbligatoria?
Esempio:
Mi ricordo dei giochi, delle battute, delle risate ecc.
Mi ricordo dei giochi, delle battute, delle risate, ecc.
(È sempre meglio comunque "ecc." rispetto alla forma latina "etc." [da "et cetera"], o no?)
Grazie, Elijah.
mi chiedevo se tra queste forme ce ne fosse una più corretta delle altre (o magari alcune errate):
P.S. Ricordo infine...
P.S.
Ricordo infine...
P.S.: Ricordo infine...
P.S.:
Ricordo infine...
****
Per quanto riguarda invece l'"ecc.", mi domandavo: ci vuole la virgola prima, è facoltativa o magari persino obbligatoria?
Esempio:
Mi ricordo dei giochi, delle battute, delle risate ecc.
Mi ricordo dei giochi, delle battute, delle risate, ecc.
(È sempre meglio comunque "ecc." rispetto alla forma latina "etc." [da "et cetera"], o no?)
Grazie, Elijah.
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Re: ecc. e P.S.
Francamente, non credo esista una regola al riguardo: dipenderà dalle convenzioni tipografiche dell’organizzazione/casa editrice/giornale/etc. per cui scrive.Elijah ha scritto:…mi chiedevo se tra queste forme ce ne fosse una più corretta delle altre (o magari alcune errate):
P.S. Ricordo infine...
[…]
Nella sua Grammatica italiana il Serianni si limita a osservare che il caso di eccetera (ecc., etc.) preceduto da virgola è il piú comune.Elijah ha scritto:Per quanto riguarda invece l'"ecc.", mi domandavo: ci vuole la virgola prima, è facoltativa o magari persino obbligatoria
Il DOP, che è quanto di piú normativo può trovare oggi sulla piazza, dice semplicemente che etc. è meno comune.Elijah ha scritto:(È sempre meglio comunque "ecc." rispetto alla forma latina "etc." [da "et cetera"], o no?)
Per il poscritto, mi sembra consigliabile, come forma piú elegante, quella senza ritorno a capo e senza due punti, cioè:
P.S. Ricordo infine...
P.S. Ricordo infine...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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A proposito di "ecc.": che mi dite della ripetizione "ecc. ecc."? Una ricerca su Google libri mostra che nell'Ottocento era piuttosto adoperata, anche in triplice iterazione, ad esempio per non citare che in parte le sfilze infinite dei titoli nobiliari dei sovrani del tempo.
Forse più nel parlato c'è la tendenza a chiudere un'enumerazione con "eccetera eccetera" (oltreché con "e quant'altro", ma questo è un altro discorso
), anziché con l'eccetera singolo: ma non è come se si dicesse "e tutto il resto e tutto il resto"?
Forse più nel parlato c'è la tendenza a chiudere un'enumerazione con "eccetera eccetera" (oltreché con "e quant'altro", ma questo è un altro discorso

Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Anche Leopardi nello Zibaldone usava moltissimo l'eccetera, però nella forma ec. (ec.) Usava sia la forma singola sia quella reduplicata, come si vede qui.
Serianni cita un esempio di Levi (Cristo si è fermato a Eboli) con la reduplicazione:
«[...] per convertire alla vera Fede questi pagani, per portare la pace e la beatitudine eterna –, ecc. ecc.».
Secondo me non è da condannare, e non solo perché è stata usata in letteratura. Probabilmente è un semplicissimo caso d'enfasi: scrivendo ecc. ecc. s'indica che stiamo omettendo molto di piú rispetto a quanto avremmo fatto se avessimo scritto soltanto ecc..
Serianni cita un esempio di Levi (Cristo si è fermato a Eboli) con la reduplicazione:
«[...] per convertire alla vera Fede questi pagani, per portare la pace e la beatitudine eterna –, ecc. ecc.».
Secondo me non è da condannare, e non solo perché è stata usata in letteratura. Probabilmente è un semplicissimo caso d'enfasi: scrivendo ecc. ecc. s'indica che stiamo omettendo molto di piú rispetto a quanto avremmo fatto se avessimo scritto soltanto ecc..
Solo una cosa, gentile Andrea: quando la frase finisce con una parola abbreviata, il punto va segnato una sola volta.Andrea Russo ha scritto:...se avessimo scritto soltanto ecc..

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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E a me di latino...Carnby ha scritto:A me sa di spagnolo... via non esageriamo!Andrea Russo ha scritto:Etc. per eccetera mi sa troppo d'inglese

Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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