Il filone dello sfogo: quali pronunce non sopportate punto?
Moderatore: Cruscanti
- u merlu rucà
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Sulle s/z dolci o aspre (per non parlare delle e/o aperte o chiuse) sono il primo a confondermi... ma trovo molto fastidiosi *tran/z/ito, *mu/z/ulmano, *ri/z/alire / *tra/z/alire, *ri/z/alto e *ri/z/entire, *pro/z/eguire e *pre/z/upporre, sentiti talvolta anche alla RAI.
Perciò (in quanto più "sensibile") elencherò alcuni errori frequenti riguardanti gli accenti tonici, anch'essi spesso uditi in radio e TV a diffusione nazionale:
- Nessuno (nessuno!!) dice io valùto, sopravvalùto e sottovalùto, ma sempre *io vàluto ecc. (unica eccezione una giornalista del GR RAI, credo)
- Idem per evapóra rispetto ad *evàpora
- Quasi sempre *Tanzània al posto del corretto Tanzanìa
- Quasi sempre *Himalàya al posto del corretto Himàlaya
- Mi pare che nessuno pronunci correttamente Caraìbi (sempre *Caràibi)
- *Ìstanbul (anziché Istànbul)
- *Arkànsas (prn. ingiustificata, visto che in ingl. è [ˈɑrkənsɔː])
- *Scandìnavo è già stato fatto notare in precedenza
Siccome la maggior parte degli ascoltatori e telespettatori ignora quale sia la giusta pronuncia (specie dei termini geografici), nessuno ci fa caso e la forma errata finirà, consolidata dall'uso, per essere ritenuta corretta.
Mi ricordo che all'Università c'erano professori che dicevano sèpara e si invàgina. Un altro (che evidentemente qualcosa di dizione sapeva) per non pronunciare *di/z/egno (come si usa al Nord) diceva invece dissegno.
Fra i forestierismi, la parola management viene pronunciata di solito erroneamente */maˈnaʤmənt/, anziché /ˈmanijmənt/.
Perciò (in quanto più "sensibile") elencherò alcuni errori frequenti riguardanti gli accenti tonici, anch'essi spesso uditi in radio e TV a diffusione nazionale:
- Nessuno (nessuno!!) dice io valùto, sopravvalùto e sottovalùto, ma sempre *io vàluto ecc. (unica eccezione una giornalista del GR RAI, credo)
- Idem per evapóra rispetto ad *evàpora
- Quasi sempre *Tanzània al posto del corretto Tanzanìa
- Quasi sempre *Himalàya al posto del corretto Himàlaya
- Mi pare che nessuno pronunci correttamente Caraìbi (sempre *Caràibi)
- *Ìstanbul (anziché Istànbul)
- *Arkànsas (prn. ingiustificata, visto che in ingl. è [ˈɑrkənsɔː])
- *Scandìnavo è già stato fatto notare in precedenza
Siccome la maggior parte degli ascoltatori e telespettatori ignora quale sia la giusta pronuncia (specie dei termini geografici), nessuno ci fa caso e la forma errata finirà, consolidata dall'uso, per essere ritenuta corretta.
Mi ricordo che all'Università c'erano professori che dicevano sèpara e si invàgina. Un altro (che evidentemente qualcosa di dizione sapeva) per non pronunciare *di/z/egno (come si usa al Nord) diceva invece dissegno.
Fra i forestierismi, la parola management viene pronunciata di solito erroneamente */maˈnaʤmənt/, anziché /ˈmanijmənt/.
Ultima modifica di Zabob in data sab, 11 ago 2012 15:02, modificato 2 volte in totale.
Aggiungo vèrde, vèrgine e arrivedèrci; alzare e calzare pronunciati con la 'z' sonora.
E ancora: Sankt Moritz pronunciato "Sen(t) Mòriz" e San Sebastián pronunciato "San Sebàstian" (quasi sempre, anche in radio e TV); Porsche pronunciato /'pɔrʃ/; Michael e Richard pronunciati "Màicol" e "Rìciard" anche quando a portare tali nomi sono dei tedeschi; e così sobbalzo quando sento Johann pronunciato "Giòan".
E ancora: Sankt Moritz pronunciato "Sen(t) Mòriz" e San Sebastián pronunciato "San Sebàstian" (quasi sempre, anche in radio e TV); Porsche pronunciato /'pɔrʃ/; Michael e Richard pronunciati "Màicol" e "Rìciard" anche quando a portare tali nomi sono dei tedeschi; e così sobbalzo quando sento Johann pronunciato "Giòan".
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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A giudicare dalla Sua immagine, suppongo che Lei sia ligure. In effetti, pronunce come *fèrmo, *vèrde, *vèrgine sono tra le pochissime del vostro accento che trovo proprio brutt(in)e.Zabob ha scritto:Aggiungo vèrde, vèrgine e arrivedèrci; alzare e calzare pronunciati con la 'z' sonora.
Ovvía, Lei non era romano? Meglio: un romano che s’interessa d’ortoepia. La Sua pronuncia non può esser poi cosí terribile… Anche se devo ammettere che dòpo, orgòglio, pòsto, pran/ʦ/o, sarébbe, sògno, trènta &c non mi piacciono granché.SinoItaliano ha scritto:La mia pronuncia è una neutra moderna molto imperfetta, che contiene molti degli errori da alcuni definiti "insopportabili".
- u merlu rucà
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La maggior parte dei liguri ha quella pronuncia, perché le e accentate seguite da r+consonante sono aperte. Però esistono dialetti in cui la e è chiusa e tale pronuncia viene mantenuta anche parlando italiano.Souchou-sama ha scritto:A giudicare dalla Sua immagine, suppongo che Lei sia ligure. In effetti, pronunce come *fèrmo, *vèrde, *vèrgine sono tra le pochissime del vostro accento che trovo proprio brutt(in)e.Zabob ha scritto:Aggiungo vèrde, vèrgine e arrivedèrci; alzare e calzare pronunciati con la 'z' sonora.
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Ha centrato in pieno, tranne per il fatto che pronuncio orgóglio, pran/dz/o e sógno (ma sònno).Souchou-sama ha scritto:Ovvía, Lei non era romano? Meglio: un romano che s’interessa d’ortoepia. La Sua pronuncia non può esser poi cosí terribile… Anche se devo ammettere che dòpo, orgòglio, pòsto, pran/ʦ/o, sarébbe, sògno, trènta &c non mi piacciono granché.
E tra gli «errori» che commetto anche io, aggiungerei: centésimi, Cèsare, quattòrdici ecc.
E quelli che invece non commetto: spóso, Bològna, nòme, bisògno ecc.
Probabilmente Roma è la città piú disomogenea d'Italia per quanto riguarda la pronuncia degli abitanti, e non sto parlando di persone venute da fuori, ma di persone che pur nate e cresciute a Roma hanno pronunce diverse tra loro. Probabilmente dipende anche dall'origine di provenienza della famiglia o delle maestre delle elementari.
Per influenza della scuola e del prestigio della pronuncia settentrionale, oggi molti giovani romani tendono a pronunciare molte s intervocaliche sonore e molte z iniziali sonore.
Cosí come molte o tradizionalmente aperte (vedasi sopra) si sono chiuse (ma non per tutti ), mentre quella di spóso s'è aperta, avvicinandosi cosí al neutro.
Alcuni pronunciano le s e le z sorde nella parlata informale (perché la pronuncia sorda è avvertita come «romanesca») e sonore nella parlata formale (perché la pronuncia sonora è avvertita come italiano neutro...)
E chissà perché io pronuncio la maggior parte delle s sonore, ma dico filo/s/ofo con la s sorda.
E dico pre/z/entare ma ripre/s/entare.
Credo di aver bisogno di un corso d'ortoepia...
P.S. Mi scusi se la rispondo con tanto ritardo, mi sono accorto solo adesso della sua risposta con mia citazione.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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Diciamo di sí, che azzecchiamo le vocali aperte o chiuse nel 90% dei casi, con alcune eccezioni di cui ho riportato qualche esempio sopra.*domna charola ha scritto:Al corso di dizione, l'insegnante diceva che per le vocali i romani sono "madre-lingua", salvo poi prendere bonariamente in giro l'allieva romana per lo spreco di consonanti... però in effetti, ci batteva tutti su aperto/chiuso.
Da questo punto di vista, un po' tutta l'Italia centrale è avvantaggiata.
Mentre settentrionali e meridionali ci fanno stranire con le vocali.
*Ma come vede, non in tutti i casi, e spero che non stia troppo antipatico ad Andrea Russo per la mia pronuncia di quattòrdici
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…Ma non dovrebbe essere [una sorpresa]: DiPI.Andrea Russo ha scritto:Dicevo soltanto che è stata un'amara sorpresa (per me) scoprire che anche a Roma si dice quattòrdici, ecc.
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