Dal 2014 lauree magistrali in inglese a Milano
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Quando persino sul loro sito rinnovato (!) si legge «link utili», direi che ogni intervento sull'argomento è inutile.
- Ferdinand Bardamu
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E meno male che, sotto la testata, campeggia il motto «il piú bel fior ne coglie». Tutto sta a capire a cosa si riferisca quel ne.PersOnLine ha scritto:Quando persino sul loro sito rinnovato (!) si legge «link utili», direi che ogni intervento sull'argomento è inutile.
Comunque, ringrazio Infarinato per il rimando. Per quel che vale, ho inviato il mio commento.
Una critica a questo provvedimento insensato che si basi solamente sulla difesa del prestigio della tradizione nazionale sarebbe fragile e non coglierebbe del tutto nel segno.
Il pericolo d’insegnare solo in inglese, infatti, tocca molteplici aspetti. In primo luogo, l’apprendimento – e la perfetta padronanza – d’una lingua straniera richiede tempo e soldi: risorse che uno studente lavoratore, magari proveniente da una famiglia povera, potrebbe non avere. Peraltro, se forniamo a un futuro ingegnere o architetto strumenti linguistici soltanto inglesi, ciò significa che diamo per scontato che questi, laureatosi, se ne vada a lavorare all’estero. E poi ci lamentiamo della fuga di cervelli!
In secondo luogo, e qui mi affido a quanto ha già detto al riguardo il professor Sabatini, c’è la questione di chi dovrà tenere questi corsi. Un docente italiano difficilmente potrà avere una conoscenza abbastanza approfondita di una lingua straniera da essere in grado d’insegnare: far lezione, infatti, significa ragionare momento per momento su ciò che si dice. Per farlo, occorre prendere tanta familiarità con l’inglese quanta se ne ha con l’italiano. E, se cercassimo d’attirare professori stranieri, verrebbero in Italia i migliori o quelli che non riescono a far carriera nel loro Paese?
Da ultimo, sí, non va dimenticato che esiste in effetti il problema della perdita di prestigio nazionale. E, a ben vedere, non è problema da poco. S’insinua che l’italiano non sia una lingua adeguata alla scienza, assegnandogli cosí lo statuto di dialetto. Di conseguenza, chi parla (solo) italiano sarà inferiore a un (italo)anglofono, con tanti saluti all’articolo 3 della nostra già malconcia Costituzione.
Che cosa si vuol proporre, allora? L’isolamento? L’autarchia linguistica? Naturalmente – nemmeno lo dovrei dire – no. Sarebbe follia non riconoscere l’egemonia dell’inglese e della cultura anglosassone. Ma sarebbe – anzi, purtroppo, è – ugualmente folle bandire l’italiano. Non solo perché esistono numerosi studi scientifici che dimostrano i benefici del bilinguismo; ma anche per un fatto piú generale: ogni lingua porta un suo proprio sguardo sul mondo e rappresenta un peculiare modo di pensare. Ecco: se eliminiamo l’italiano dall’istruzione universitaria, insieme alla messe sterminata di contributi italiani all’ingegneria e all’architettura, eliminiamo uno sguardo sul mondo. Anzi, eliminiamo un mondo. Il nostro.
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…E [oltre al solito, onnipresente copyright], scorrendo il puntatore sull’icona della busta per lettera, anche l’assurdo Send this page by email… anche se questo non credo sia imputabile all’Accademia.
Tornando al tema del mese proposto dalla Crusca, faccio i miei complimenti a Ferdinand per l’ottima riflessione.
Tornando al tema del mese proposto dalla Crusca, faccio i miei complimenti a Ferdinand per l’ottima riflessione.
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A Carnby:
Li avevo trovati ieri sera: probabilmente ero finito, passando attraverso il vocabolario, al vecchio sito qui dove home appare in alto a destra.
e-mail era invece il titolo di un campo in una classica maschera di inserimento dati ma oggi non riesco a ritrovarla! Mi spiace...
Li avevo trovati ieri sera: probabilmente ero finito, passando attraverso il vocabolario, al vecchio sito qui dove home appare in alto a destra.
e-mail era invece il titolo di un campo in una classica maschera di inserimento dati ma oggi non riesco a ritrovarla! Mi spiace...
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Forse si può segnalare da qui.Ferdinand Bardamu ha scritto:Circa il nuovo sito della Crusca, non c'è modo di segnalare ai responsabili la presenza di questi assurdi anglicismi? (Mi sa che la questione è già stata trattata, però…)
Anch'io le faccio i miei complimenti per l'ottima riflessione.

- Ferdinand Bardamu
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Verissimo, non avevo visto il collegamento.
Comunque, ho già segnalato la cosa sulla neonata pagina Facebook della Crusca.

Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data mar, 12 feb 2013 18:54, modificato 1 volta in totale.
In questa pagina http://www.accademiadellacrusca.it/it/s ... /Complotto c'è scritto:
"Controlla che il tuo spelling sia corretto." (il corsivo è mio)
Controllando la cronologia d'ieri ho ritrovato anche e-mail e homepage (e web) nel nuovo sito, sono qui (proprio in fondo alla pagina):
http://www.accademiadellacrusca.it/it/tema-del-mese
"Controlla che il tuo spelling sia corretto." (il corsivo è mio)
Controllando la cronologia d'ieri ho ritrovato anche e-mail e homepage (e web) nel nuovo sito, sono qui (proprio in fondo alla pagina):
http://www.accademiadellacrusca.it/it/tema-del-mese
Quello spelling lascia senza parole, sembra uno scherzo. Eppure la signora Nicoletta Maraschio continua a lamentare che «per difendere la sua lingua l'Italia investe soltanto un milione [all'anno]».igrino ha scritto:In questa pagina http://www.accademiadellacrusca.it/it/s ... /Complotto c'è scritto:
"Controlla che il tuo spelling sia corretto." (il corsivo è mio)

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Ecco la loro scusa (perdonate la mancanza di un aggancio puntuale, ma "l'azienda che lo ha realizzato" non cj ha pensato!):
Direi che semplicemente non ha a cuore la propria immagine istituzionale, se come committente non controlla il lavoro del proprio appaltatore (e se questi non si pone neanche il problema di chiedere una consulenza linguistica prima d'infarcirne il sito di anglicismi - per altro tutti con un traducente ufficiale!). Ma sono andati per lo meno a dare un'occhiata ai siti delle altre accademie, loro omologhe?Del resto non è che, se sul nostro sito si ritrovano termini inglesi dell'informatica legati al sistema usato dall'azienda che lo ha realizzato, allora l'Accademia non ha a cuore la lingua italiana.
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E invece (almeno a quelloPersOnLine ha scritto:(perdonate la mancanza di un aggancio puntuale, ma "l'azienda che lo ha realizzato" non cj ha pensato!)


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