Interpretare o interpetrare?
Moderatore: Cruscanti
Interpretare o interpetrare?
Un saluto a tutti.
Apro questo filone per chiedere a qualcuno più esperto di me in lessico italiano quale sia la parola più corretta tra la più comune "interpretare" e "interpetrare", ammesso che quest'ultima rientri nelle parole riconosciute dalla lingua italiana!
Grazie
P.S. Proprio mentre scrivo, lo SCOPRITORE (il browser, scusate ma non trovo traduzione più appropriata) segnala il vocabolo "interpetrare" errato.
Apro questo filone per chiedere a qualcuno più esperto di me in lessico italiano quale sia la parola più corretta tra la più comune "interpretare" e "interpetrare", ammesso che quest'ultima rientri nelle parole riconosciute dalla lingua italiana!
Grazie
P.S. Proprio mentre scrivo, lo SCOPRITORE (il browser, scusate ma non trovo traduzione più appropriata) segnala il vocabolo "interpetrare" errato.
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[FT] «Browser»
Navigatore!!sabiuf ha scritto:P.S. Proprio mentre scrivo, lo SCOPRITORE (il browser, scusate ma non trovo traduzione più appropriata)…
Tante grazie, "Varianti tosc. o letter.": che significa di preciso? È comunque un vocabolo che fa parte della lingua italiana pur essendo una variante?Andrea Russo ha scritto:Guardi qui.
La ringrazio! Studiando proprio informatica tendo ad utilizzare i termini nativi inglesi, trascurando la loro traduzione letterale in italiano!Infarinato ha scritto:Navigatore!!sabiuf ha scritto:P.S. Proprio mentre scrivo, lo SCOPRITORE (il browser, scusate ma non trovo traduzione più appropriata)…
Fa parte, oggi, di un italiano di registro basso, ed è considerato scorretto nella lingua normale, cioè non appartiene alla norma italiana attuale. La forma corretta è solo interpretare.sabiuf ha scritto:È comunque un vocabolo che fa parte della lingua italiana pur essendo una variante?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Anche il DOP marca il termine di uso letterario.
PS. Non sarebbe "piú preciso" mettere questo filone nella sezione grafematica?
PS. Non sarebbe "piú preciso" mettere questo filone nella sezione grafematica?
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Re: [FT] «Browser»
Le prime versioni di Netscape infatti si chiamavano proprio «Netscape Navigator». Browser, diffusosi principalmente «grazie» a Internet Explorer, letteralmente vuol dire «sfogliatore, osservatore»: infatti anche tra gli animali ci sono i grazers («pascolatori») e i browsers («sfogliatori») e una persona può «fare browsing» (ovvero curiosare) anche tra le bancarelle del mercato.Infarinato ha scritto:Navigatore!
Dunque, il tipo interpetr- è attestato ampiamente fino al Settecento nel corpus della BIZ[a]. L’ultimo esempio significativo è di Cesare Beccaria:
Le azioni morali, come le fisiche, hanno la loro sfera limitata di attività e sono diversamente circonscritte, come tutti i movimenti di natura, dal tempo e dallo spazio; e però la sola cavillosa interpetrazione, che è per l’ordinario la filosofia della schiavitù, può confondere ciò che dall’eterna verità fu con immutabili rapporti distinto. (Dei delitti e delle pene, 1764)
L’ultimissimo esempio, di Giovanni Meli, e datato 1815, non conta perché poesia dialettale.
Chi dicesse o scrivesse oggi interpetrare sarebbe semplicemente considerato un ignorante.
Le azioni morali, come le fisiche, hanno la loro sfera limitata di attività e sono diversamente circonscritte, come tutti i movimenti di natura, dal tempo e dallo spazio; e però la sola cavillosa interpetrazione, che è per l’ordinario la filosofia della schiavitù, può confondere ciò che dall’eterna verità fu con immutabili rapporti distinto. (Dei delitti e delle pene, 1764)
L’ultimissimo esempio, di Giovanni Meli, e datato 1815, non conta perché poesia dialettale.
Chi dicesse o scrivesse oggi interpetrare sarebbe semplicemente considerato un ignorante.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
È curioso come la proscrizione di certe semplificazioni fonetiche popolari segua criterî differenti da caso a caso: mi viene a mente propio che nello spagnolo è diventato forma normativa, mentre nell'italiano corrente è considerato erroneo o dialettale.Marco1971 ha scritto:Chi dicesse o scrivesse oggi interpetrare sarebbe semplicemente considerato un ignorante.
Re: Interpretare o interpetrare?
Chiedo scusa se riporto su questo filone ormai vecchio. C'è un esempio molto tardo, rispetto alla periodizzazione proposta da Marco, di un uso colto della forma interpetrare.
L'ho infatti incontrata in Benedetto Croce, Riduzione della filosofia del diritto alla filosofia dell'economia. Si tratta di una memoria letta all'Accademia Pontaniana di Napoli in due parti tra l'aprile e il maggio del 1907 e pubblicata negli «Atti dell'Accademia Pontaniana», XXXVII, n. 8 (1907) alle pagine 3-53.
Con la stessa forma compare nell'edizione del 1926, curata da Adelchi Attisani ma certamente supervisionata dall'autore: Napoli, Ricciardi Editore.
L'edizione critica della Riduzione, a cura di Carlo Nitsch, la conserva.
Si trova nella parte prima al paragrafo 13 (pag. 29 dell’ed. Nitsch) e nella second parte al paragrafo 8 (pag. 51 dell'ed. Nitsch).
Non so se sia un vezzo linguistico di Croce o testimoni un certo uso dell'epoca.
L'ho infatti incontrata in Benedetto Croce, Riduzione della filosofia del diritto alla filosofia dell'economia. Si tratta di una memoria letta all'Accademia Pontaniana di Napoli in due parti tra l'aprile e il maggio del 1907 e pubblicata negli «Atti dell'Accademia Pontaniana», XXXVII, n. 8 (1907) alle pagine 3-53.
Con la stessa forma compare nell'edizione del 1926, curata da Adelchi Attisani ma certamente supervisionata dall'autore: Napoli, Ricciardi Editore.
L'edizione critica della Riduzione, a cura di Carlo Nitsch, la conserva.
Si trova nella parte prima al paragrafo 13 (pag. 29 dell’ed. Nitsch) e nella second parte al paragrafo 8 (pag. 51 dell'ed. Nitsch).
Non so se sia un vezzo linguistico di Croce o testimoni un certo uso dell'epoca.
Re: Interpretare o interpetrare?
Aggiungo altra testimonianza, ancora più recente: Ettore Petrolini nel suo Gastone del 1935 descrive il suo personaggio "[...] interpetre del suo repertorio", probabilmente usando questa variante in maniera ironica visto il carattere scanzonato dell'opera. Comunque una testimonianza che questa forma fosse evocativa di un linguaggio aulico, seppur decadente.
Che bel tipo di mascalzone quando fai Gigetto, però sei un simpaticone quando fai Gastone. EP
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