Tu vo’ fa’ l’americano? Prima studia!
Moderatore: Cruscanti
Tu vo’ fa’ l’americano? Prima studia!
Un amico mi ha gentilmente fornito il sunto – pardon, abstract – di una conferenza universitaria che si terrà prossimamente (non si sa ancora in che lingua). In inglese. E che inglese! Lo riproduco qui, come gioco di «caccia all’errore».
The use of visualization technology to document, investigate and re interpret archaeological contexts has increased exponentially in the last years. Despite the huge progress achieved in the field of visualization technologies, and the possibilities to easily implement digital methodologies during the ongoing investigation process, very few progresses has been done in defining new methods for the documentation and the interpretation of archaeological contexts.
How can we employ a 3D model to interpret archaeological contexts? How the use of these new data will change our perception of the past? The seminar will be focused on the presentation and discussion of different experiments for the definition of new pipelines of data collection and data visualization in archaeology.
Buon divertimento!
The use of visualization technology to document, investigate and re interpret archaeological contexts has increased exponentially in the last years. Despite the huge progress achieved in the field of visualization technologies, and the possibilities to easily implement digital methodologies during the ongoing investigation process, very few progresses has been done in defining new methods for the documentation and the interpretation of archaeological contexts.
How can we employ a 3D model to interpret archaeological contexts? How the use of these new data will change our perception of the past? The seminar will be focused on the presentation and discussion of different experiments for the definition of new pipelines of data collection and data visualization in archaeology.
Buon divertimento!
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ecco dunque le correzioni:
1. re interpret > reinterpret
2. very few progresses has been done > very little progress has been made (‘progress’ non è numerabile e richiede ‘to make’ non ‘to do’).
3. How the use of these new data will change our perception of the past? > How will the use of these new data change…? (Work on your questions, sunshine!)
4. The seminar will be focused on the presentation… > Si dice piuttosto The seminar will focus on the presentation…
5. …pipelines of data collection… > A parte che non si dice, non capisco neanche cosa intende.
6. Stilisticamente, stride la compresenza del colloquiale ‘huge’ e dell’aulicissimo ‘to employ’ (in quest’accezione, 2).
Ma poteva davvero essere molto peggio.
1. re interpret > reinterpret
2. very few progresses has been done > very little progress has been made (‘progress’ non è numerabile e richiede ‘to make’ non ‘to do’).
3. How the use of these new data will change our perception of the past? > How will the use of these new data change…? (Work on your questions, sunshine!)
4. The seminar will be focused on the presentation… > Si dice piuttosto The seminar will focus on the presentation…
5. …pipelines of data collection… > A parte che non si dice, non capisco neanche cosa intende.
6. Stilisticamente, stride la compresenza del colloquiale ‘huge’ e dell’aulicissimo ‘to employ’ (in quest’accezione, 2).
Ma poteva davvero essere molto peggio.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Interventi: 763
- Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37
L'altro giorno all'ospedale ho visto un cartellone che annunciava un seminario di neurologia: ovviamente era scritto tutto in inglese, e dopo due righe ho dovuto smettere di leggere. Non mi sono segnato tutto, ma in poche parole ho trovato «to implements», «informations», e altri orrori simili.
Vi regalo un'altra chicca: poco fa con Google ho scoperto che Breivik è un mass murder!! Certo, visto che ha il "suffisso" -er è già un nome d'agente; e ovviamente omicidio si dice *murd...
Vi regalo un'altra chicca: poco fa con Google ho scoperto che Breivik è un mass murder!! Certo, visto che ha il "suffisso" -er è già un nome d'agente; e ovviamente omicidio si dice *murd...
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- Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37
Ma su un documento ufficiale si dovrebbe richiedere un po' d'attenzione. Se proprio va scritto in inglese che si faccia fare una revisione attenta da un madrelingua o da qualcuno che conosca bene la lingua. Un refuso ci può stare, ma non lo era affatto, dati tutti gli altri errori.Carnby ha scritto:Una volta, lo confesso, ci sono cascato anch'io su questo...Andrea Russo ha scritto:«informations»
Errore a parte, non ci bastava serial killer (da sostuituire sempre con «assassino seriale») adesso c'è pure il mass murderer!Andrea Russo ha scritto:mass murder!
Tra l'altro mass murderer non ha una pronuncia semplice per chi non sa l'inglese; vorrei sapere come lo pronunciano i nostri coltissimi giornalisti: /'murderer/?
Basterebbe dire omicida di massa: è talmente semplice.
- Souchou-sama
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- Iscritto in data: ven, 22 giu 2012 23:01
- Località: Persico Dosimo
Naturalmente /'marderer/, come Murdock /'mardok/.Andrea Russo ha scritto: vorrei sapere come lo pronunciano i nostri coltissimi giornalisti: /'murderer/?
Quanto è semplice dire tavoletta invece di tablet (un tempo c'erano anche le graphic tablets quasi sempre tradotte con tavolette grafiche)? Eppure, quando lo dico, mi «correggono» dicendo: «Ah, il tablet».Andrea Russo ha scritto:Basterebbe dire omicida di massa: è talmente semplice.
- Souchou-sama
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- Località: Persico Dosimo
- Animo Grato
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- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
L'inglese mi è sempre sembrato una lingua di emicranica difficoltà, a dispetto della fama di semplicità di cui gode presso chi... non lo conosce! E attinge ai vertici dell'imperscrutabilità nei complessi rapporti tra grafia e pronuncia, soprattutto quando le variazioni di pronuncia dovute alla diversità di regione, gergo, classe sociale cercano la canonizzazione attraverso grafie alternative, innescando nuove perplessità nel lettore occasionale. Dico questo perché la discussione sulla pronuncia di murder/murderer mi ha riportato alla mente il caso di un gruppo minore (diciamo pure "minimo") degli anni '60, formato a Detroit da quattro ragazzotti che rivendicavano minacciosamente la propria negritudine. Sfortunatamente l'esito è stato questo.
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- Interventi: 1646
- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
Come tutte le lingue, l'inglese ha una sua bellezza, che però appare a chi lo conosce bene. Non può essere giudicata solo in base al saper leggere le istruzioni dell'aspirapolvere o un articolo scientifico-tecnico.
Come tale avrebbe anche diritto di essere rispettata e non sacccheggiata ogni due righe da utenti esterni pigri e privi di fantasia, che strappano singoli vocaboli al loro tessuto linguistico, isolandoli in contesti alieni e rendendoli ridicoli.
Anche la questione grafia/pronuncia secondo me va inquadrata in un'ottica diversa. Esistono dei segni grafici che, per convenzione condivisa da una comunità di scriventi, rappresentano determinati suoni.
La convenzione è puramente arbitraria, e definita dalla comunità che adotta quei segni grafici. Il fatto che la fantasia umana sia ridotta, e nell'ambito del continente europeo si sia finiti per limitarsi a una quarantina di simboli, variamente assortiti, a cui ogni comunità di scriventi dà il proprio significato fonetico, ci confonde le idee e ci porta a pensare che altrove si pronunci in maniera diversa.
Però, sinceramente, non mi semtirei mai di affermare che un russo imperscrutabilmente pronuncia la "b" come "v"... Quel segno "b", nella convenzione adottata nella lingua russa, indica esattamente e solo il suono "v", indipendentemente da come lo leggono in altre comunità e secondo altre convenzioni.
L'italiano ha la bellezza di essere la lingua della comunità italiana, e come tale va da noi difeso. Ma, per equità, vanno riconosciuti a mio avviso i medesimi valori alle altre lingue.
... e detto questo e fatto atto di "correttezza politica", mi sento autorizzata a sparare a zero su qualsiasi proditoria infiltrazione anglica nel nostro idioma!!! ognuno è bello a casa sua
Come tale avrebbe anche diritto di essere rispettata e non sacccheggiata ogni due righe da utenti esterni pigri e privi di fantasia, che strappano singoli vocaboli al loro tessuto linguistico, isolandoli in contesti alieni e rendendoli ridicoli.
Anche la questione grafia/pronuncia secondo me va inquadrata in un'ottica diversa. Esistono dei segni grafici che, per convenzione condivisa da una comunità di scriventi, rappresentano determinati suoni.
La convenzione è puramente arbitraria, e definita dalla comunità che adotta quei segni grafici. Il fatto che la fantasia umana sia ridotta, e nell'ambito del continente europeo si sia finiti per limitarsi a una quarantina di simboli, variamente assortiti, a cui ogni comunità di scriventi dà il proprio significato fonetico, ci confonde le idee e ci porta a pensare che altrove si pronunci in maniera diversa.
Però, sinceramente, non mi semtirei mai di affermare che un russo imperscrutabilmente pronuncia la "b" come "v"... Quel segno "b", nella convenzione adottata nella lingua russa, indica esattamente e solo il suono "v", indipendentemente da come lo leggono in altre comunità e secondo altre convenzioni.
L'italiano ha la bellezza di essere la lingua della comunità italiana, e come tale va da noi difeso. Ma, per equità, vanno riconosciuti a mio avviso i medesimi valori alle altre lingue.
... e detto questo e fatto atto di "correttezza politica", mi sento autorizzata a sparare a zero su qualsiasi proditoria infiltrazione anglica nel nostro idioma!!! ognuno è bello a casa sua
- Animo Grato
- Interventi: 1384
- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
Parlando di imperscrutabilità, non mi riferivo alle più o meno sorprendenti differenze di pronuncia a cui una certa sequenza di lettere può essere associata in lingue diverse (per esempio, il fatto che in gallese la doppia "L" di Lloyd si pronunci ɬ può sembrare, a noi, bizzarro, ma una volta spiegato non dà adito a dubbi). Mi riferivo alle differenze di pronuncia di una stessa sequenza nell'ambito della stessa lingua (l'inglese, appunto). Quello che trovo imperscrutabile (bonariamente, s'intende) è che through si pronunci /θru/ mentre enough si pronuncia /ɪˈnʌf/. Certo, anche l'italiano presenta alcune ambiguità (apertura/chiusura di e e o, s e z sorde o sonore ecc.), ma nulla di paragonabile al labirinto inglese. Tant'è vero che questo problema (insieme al problema speculare: diverse grafie per la stessa pronuncia) è alla base di una prova scolastica tipica dei paesi anglofoni, che non avrebbe molto senso da noi: lo spelling bee.domna charola ha scritto:non mi semtirei mai di affermare che un russo imperscrutabilmente pronuncia la "b" come "v"... Quel segno "b", nella convenzione adottata nella lingua russa, indica esattamente e solo il suono "v", indipendentemente da come lo leggono in altre comunità e secondo altre convenzioni.
Spero di aver chiarito, e restituisco il filone al suo tema originario.
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