«Azzurro»
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«Azzurro»
È un forestierismo. Ma è anche la parola da far pronunciare per capire se qualcuno ha una buona pronuncia in italiano. L’ho raramente sentita eseguita perfettamente. La qualità di /-dzdz-/ e di /-rr-/, e l’eterea /u/... Delirio notturno?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Animo Grato
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Re: «Azzurro»
Probabilmente sì. Sento ancora l'eco lontana delle risate degli studenti di Mallarmé.Marco1971 ha scritto:Delirio notturno?
- Animo Grato
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Ricordo di aver letto da qualche parte (ma non mi chieda dove) che gli studenti del liceo dove insegnava Mallarmé trovavano irresistibilmente esilarante l'invocazione finale della celebre poesia ("L'Azur! L'Azur! L'Azur! I'Azur!").
Ma ora mi fa venire il dubbio che possa trattarsi di un mio miraggio notturno.
Ma ora mi fa venire il dubbio che possa trattarsi di un mio miraggio notturno.
- Souchou-sama
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- Animo Grato
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Re: «Azzurro»
Sì, il dubbio era riferito solo all'aneddoto degl'ilari liceali.Marco1971 ha scritto:No, non è. È qui.
Davvero? Solo da parte degli stranieri o anche dei madrelingua*? Perché mi sembra strano che una parola così fondante del sistema di valori del civis Italicus (anche nelle sue forme meno evolute: "folle di tifosi al ritiro degli azzurri") possa essere pronunciata erroneamente (o forse ho sempre preso per buona una pronuncia difettosa).Marco1971 ha scritto:Ma è anche la parola da far pronunciare per capire se qualcuno ha una buona pronuncia in italiano. L’ho raramente sentita eseguita perfettamente.
Queste sue osservazioni si riferiscono a qualità inerenti solo ad azzurro, o buzzurro sarebbe un banco di prova altrettanto valido?Marco1971 ha scritto:La qualità di /-dzdz-/ e di /-rr-/, e l’eterea /u/...
*Il Treccani in rete non sembra autorizzare quest'uso di madrelingua, il Gabrielli sì: chi dirime la questione?
Re: «Azzurro»
Mi riferivo ai madrelingua. (Il Treccani dovrebbe aggiornarsi, ché è perfettamente corretto un madrelingua. )Animo Grato ha scritto:Davvero? Solo da parte degli stranieri o anche dei madrelingua*?
Sarebbe altrettanto valido. Dubito che si possa sentire una doppia zeta e una doppia erre perfettamente realizzate al disopra della linea La Spezia-Rimini.Animo Grato ha scritto:Queste sue osservazioni si riferiscono a qualità inerenti solo ad azzurro, o buzzurro sarebbe un banco di prova altrettanto valido?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Animo Grato
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Re: «Azzurro»
Interessante, anche perché io appartengo proprio alla categoria incriminata. Ascoltando la pronuncia del DOP il più attentamente possibile (per me), non trovo nulla di strano in -rr-, mentre la doppia zeta mi pare piuttosto scempia in azzurro, un po' meno scempia in buzzurro e decisamente meglio in zuzzurullone (e varianti), che però presenta un accento diverso, quindi non è esattamente sovrapponibile. C'è da dire che ho ascoltato le voci proprio in quest'ordine, quindi magari il mio orecchio è diventato via via meno esigente e più predisposto a sentire quello che volevo sentire. Ripetuti ascolti hanno ulteriormente affievolito le mie prime impressioni. Qual è la sua opinione sulla registrazione delle tre voci?Marco1971 ha scritto:Dubito che si possa sentire una doppia zeta e una doppia erre perfettamente realizzate al disopra della linea La Spezia-Rimini.
- u merlu rucà
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Re: «Azzurro»
Mi permetto di far notare che io, e molti altri settentrionali, non siamo madrelingua italiani.Marco1971 ha scritto:Mi riferivo ai madrelingua. (Il Treccani dovrebbe aggiornarsi, ché è perfettamente corretto un madrelingua. )Animo Grato ha scritto:Davvero? Solo da parte degli stranieri o anche dei madrelingua*?
Re: «Azzurro»
Non sono rese perfette. Né di /dzdz/ né di /rr/.Animo Grato ha scritto:Qual è la sua opinione sulla registrazione delle tre voci?
Può paragonare con questa mia registrazione (quei monti azzurri 1:26 circa)).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Animo Grato
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Ho ascoltato: la doppia zeta è come mi aspettavo dovesse essere, mentre /rr/ mi ha sorpreso con il suo trillo nitido e prolungato; immagino sia questo a fare la corr(rrrrrr)etta differenza tra scempia e geminata. Né l'una né l'altra caratteristica ritrovo in questa registrazione, a 1:57; o in questa, a 2:12 (la bassa fedeltà dell'audio non aiuta: se, con una certa benevolenza, si può supporre che ci sia /dzdz/, /rr/ sembra un suono affatto diverso). In questa l'audio è migliore, ma più o meno il discorso non cambia (1:33). Si tratta però di voci visibilmente (come sarebbe meglio dire in questo caso: udibilmente?) anziane: questo può rappresentare un'attenuante per una /rr/ poco vibrante e una /dzdz/ col fiato corto?
Abbandonando Leopardi, propongo al suo giudizio questo parlante nato e cresciuto al disotto della La Spezia-Rimini (0:45 et passim).
P.S. Ho visto il messaggio, grazie. Non c'è nessun disturbo di cui si debba scusare!
Abbandonando Leopardi, propongo al suo giudizio questo parlante nato e cresciuto al disotto della La Spezia-Rimini (0:45 et passim).
P.S. Ho visto il messaggio, grazie. Non c'è nessun disturbo di cui si debba scusare!
Sí, qui sento una pronuncia rispondente alla immagine fonica di azzurro. Simile qui (1:50).Animo Grato ha scritto:Abbandonando Leopardi, propongo al suo giudizio questo parlante nato e cresciuto al disotto della La Spezia-Rimini (0:45 et passim).
Invece, tutte le letture delle Ricordanze alle quali rimanda sono rese regionalmente marcate; non è italiano tipo. Ma vorrei sentire anche il parere degli altri.
Ultima modifica di Marco1971 in data lun, 25 mar 2013 1:59, modificato 1 volta in totale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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