"Mi s'è preso"
Moderatore: Cruscanti
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"Mi s'è preso"
Mi capita a volte di sentire questo costrutto ma non ne afferro il senso.
"Mi s'è preso sonno"
"Mi s'è preso mal di stomaco"
A me la frase torna perfettamente senza il "si" e non capisco la sua funzione.
A qualcun altro è capitato di sentirlo?
"Mi s'è preso sonno"
"Mi s'è preso mal di stomaco"
A me la frase torna perfettamente senza il "si" e non capisco la sua funzione.
A qualcun altro è capitato di sentirlo?
Mai sentito né letto frasi del genere. Non le considero come appartenenti all’italiano senz’aggettivi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Mai sentito neppure io prima d'ora. Ma è modo registrato dal Petrocchi (voce "Prendere"), che nel Nòvo dizionàrio universale della lingua italiana lo definisce "popolare" (con l'es.: "Mi s'è preso un dolore").
Riporto da Saggio di scherzi comici di Gio. Battista Zannoni (Firenze, 1838, rinvenuto grazie a Google libri) questa battuta tratta da una commedia intitolata "La Crezia rincivilita per la creduta vincita di una quaderna": «I' un posso più respirare. E' mi trema le ginocchia; e mi s' è preso un sudore freddo freddo da' iccapo fin a' piedi.»
Riporto da Saggio di scherzi comici di Gio. Battista Zannoni (Firenze, 1838, rinvenuto grazie a Google libri) questa battuta tratta da una commedia intitolata "La Crezia rincivilita per la creduta vincita di una quaderna": «I' un posso più respirare. E' mi trema le ginocchia; e mi s' è preso un sudore freddo freddo da' iccapo fin a' piedi.»
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
- SinoItaliano
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Sento spesso questa forma (senza si) solo nell'espressione "mi è preso un colpo" oppure nell'imprecazione "magari ti prende un tumore".
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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- u merlu rucà
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