L’italiano non è piú una lingua
Moderatore: Cruscanti
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Mi ha battuto sul tempo... stavo ancora cercando la forza per superare la crisi di sconforto e segnalare una gara podistica organizzata dal Comune di San Donato Milanese, dal geniale nome: Run-donato...
p.s. chiedo agli amminstratori di incrementare la collezione di faccine... ho assolutamente necessità di quella che batte il capo disperata contro un muro!!!!
p.s. chiedo agli amminstratori di incrementare la collezione di faccine... ho assolutamente necessità di quella che batte il capo disperata contro un muro!!!!
- Ferdinand Bardamu
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Pienotta? Grassottella? Rotondetta? In carne? Pasciuta? No, no: oggi si dice curvy. Il «capolavoro» nella pagina iniziale del sito della Repubblica:
La bellissima top inglese cacciata dal fashion per la sua taglia 42. Ma lei non si arrende, sfonda tra le "plus size" e crea una scuola per ragazze curvy
La bellissima top inglese cacciata dal fashion per la sua taglia 42. Ma lei non si arrende, sfonda tra le "plus size" e crea una scuola per ragazze curvy
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Sempre seguitando la rassegna d’orrori per opera dei «colleghi di Ferdinand», l’altro giorno su Rai News 24 (nomen omen) tra direttrice e inviata si è inanellata una serie di perle, tra cui: rumors (per un banale «indiscrezioni»), timing (in realtà «tempismo», «tempistica», «tempi», ma usato col significato di «successione degli eventi», «cronologia», cioè con quello di timeline [!]), «fit per essere presidente» (senza parole —unica scusante: si riferiva a quello degli Stati Uniti) per finire con un bel va ad accadere con tanto di «d cacofonica» (per «sta per succedere»).
Intanto, su LA7 Marco Travaglio si beava del solito «fare outing» nel senso di «fare coming out» per un banalissimo «gettare la maschera».
Sí, credo che per l’italiano non ci siano piú speranze.
Intanto, su LA7 Marco Travaglio si beava del solito «fare outing» nel senso di «fare coming out» per un banalissimo «gettare la maschera».
Sí, credo che per l’italiano non ci siano piú speranze.
- Ferdinand Bardamu
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Oggi alla radio uno ha detto "E ricordo una sentenza indiana..."
Io ho pensato "Starà parlando del verdetto di un tribunale dell'India", invece si trattava di una frasetta ideata da qualche saggio.
Può avere anche in Italiano questo significato o (come è parso a me) è stato tradotto brutalmente l'inglese sentence?
Io ho pensato "Starà parlando del verdetto di un tribunale dell'India", invece si trattava di una frasetta ideata da qualche saggio.
Può avere anche in Italiano questo significato o (come è parso a me) è stato tradotto brutalmente l'inglese sentence?
Non credo: in inglese, sentence vale frase o sentenza (in tribunale) ma non ha il valore di massima, ecc. (questa valenza esisteva, è marcata come obsoleta dallo Shorter Oxford).
E ora davvero non mi so risolvere a credere che chi parlava alla radio avesse consultato un qualsivoglia dizionario inglese (che non servono piú per noi: i dizionari italiani reinventano i significati delle parole inglesi).
I dizionari italiani, ormai, lo ripeto, non sono. Punto.
E ora davvero non mi so risolvere a credere che chi parlava alla radio avesse consultato un qualsivoglia dizionario inglese (che non servono piú per noi: i dizionari italiani reinventano i significati delle parole inglesi).
I dizionari italiani, ormai, lo ripeto, non sono. Punto.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Per chi ritiene che "aver compagno nel duol scema la pena", segnalo questo studio sull'invasione degli anglicismi in Germania: la ricerca ha sondato la presenza dei forestierismi in una decina di numeri di due note riviste. La maggior parte dell'opuscolo è esclusa dall'anteprima (compresa la sezione sugl'italianismi
), ma ciò che resta accessibile può essere sufficiente a farsi un'idea.
Sarebbe interessante condurre una simile indagine su riviste italiane (Focus c'è anche da noi), per vedere chi sta peggio.

Sarebbe interessante condurre una simile indagine su riviste italiane (Focus c'è anche da noi), per vedere chi sta peggio.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
- Ferdinand Bardamu
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Divago un po’ dalla rassegna d’orrori anglofili per porre in evidenza, con un esempio, come i giornalisti si trovino poco a loro agio anche coll’italiano. In un servizio al giornale radio, un inviato a Fucúscima1 ha parlato di «violenta infiltrazione d’acqua» in un reattore nucleare: m’è difficile immaginare che cosa ci sia di violento in un fenomeno che, per definizione, avviene lentamente. Io avrei detto piuttosto cospicua o ingente.
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1 Spero di aver adattato bene il toponimo alla grafia italiana. Se non fosse cosí, gli esperti (Souchou) mi correggano pure.
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1 Spero di aver adattato bene il toponimo alla grafia italiana. Se non fosse cosí, gli esperti (Souchou) mi correggano pure.

- Ferdinand Bardamu
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Gli abitanti del Bengala (o Bangladesh) si chiamano in tre modi: bengalesi, bangladesi o bengalini. L’imbarazzo della scelta, no? E invece:
[…] Nonostante proprio qualche giorno fa l’azienda italiana, presente come gruppo in 120 Paesi con oltre 5.500 negozi, avesse preso le distanze dalle fabbriche bangladeshi coinvolte nel crollo del Rana Plaza… [il manifesto, 30 aprile 2013; il corsivo è nell’originale]
[…] Nonostante proprio qualche giorno fa l’azienda italiana, presente come gruppo in 120 Paesi con oltre 5.500 negozi, avesse preso le distanze dalle fabbriche bangladeshi coinvolte nel crollo del Rana Plaza… [il manifesto, 30 aprile 2013; il corsivo è nell’originale]
Sì ma non ha nessuna relazione con la rivista tedesca, che è politica, nonostante il periodico italiano sia pubblicato da Mondadori e dall'editore tedesco Gruner und Jahr.Zabob ha scritto:Focus c'è anche da noi
Però il Bangladesh non è stricto sensu il Bengala: è quello che un tempo si chiamava Bengala orientale (il Bengala occidentale è in India).Ferdinand Bardamu ha scritto:Gli abitanti del Bengala (o Bangladesh) si chiamano in tre modi: bengalesi, bangladesi o bengalini. L’imbarazzo della scelta, no?
Rimanendo in tema di sciatterie anglofile, ho notato ieri sera che i servizi di Piazzapulita, su La7, hanno un editor e un filmaker (con una m sola).

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