Souchou-sama ha scritto:Però bisogna dire che, se non sbaglio, in italiano arcaico o poetico sarebbe un costrutto accettabile.
Non le saprei dire, a esser sincero. Un uso antico del gerundio è quello coreferenziale all’oggetto o a un complemento indiretto (cfr. Serianni 1989, § XI.423):
S’egli è pur mio destino,
e ’l cielo in ciò s’adopra,
ch’Amor quest’occhi lagrimando chiuda
(Petrarca, Chiare, fresche et dolci acque, vv. 14-16)
Poi cominciò: Tu vuo’ ch’io rinnovelli
disperato dolor che ’l cor mi preme
già pur pensando
(Dante,
Inferno, XXXIII 5-6)
Però, nel caso in cui ci sia un complemento indiretto con ruolo di esperiente, si può adoperare il gerundio anche nell’italiano moderno. Riporto l’esempio della
GGIC (vol. II, 1.1.1.2, p. 573; grassetti miei):
Mi è successo sciando.
Souchou-sama ha scritto: 
Comunque per me la traduzione piú spontanea sarebbe qualcosa come
Io sarò lí che mi magno le patatine. (Ma servirebbe un contesto…)
Ha ragione: ho omesso il contesto.

Vado a memoria (invento): (Tizio, tutto serio)
Vorrei che ci fossi anche tu quando dirò questa cosa importante a questa persona. (Caio, noncurante e svaccato)
Sí, io sarò lí mangiando patatine. [Non è il massimo come contestualizzazione, ma spero si sia capito, piú o meno, che si tratta di una serie comica.]
La sua traduzione quindi sarebbe sicuramente piú spontanea e corretta, ma non so se rispetterebbe la sincronizzazione (in nome della quale è stato creato l’obbobrio di cui discutiamo).
Carnby ha scritto:Sempre a proposito di gerundi «anglomani», mi ricordo che sul libro di Severgnini Inglese – Nuove lezioni semiserie, viene tradotto I'll be watching you con «ti starò cercando», il che mi suona molto strano.
A me suona ai limiti dell’accettabilità. È una tendenza recente quella d’abusare di questo costrutto fraseologico, certo su influenza dell’inglese.