Vocabolo mancante sullo Zingarelli

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Zabob
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Vocabolo mancante sullo Zingarelli

Intervento di Zabob »

Nel dizionario edito da Zanichelli manca (dodicesima ed.) talo, s.m. e agg.
Sul Treccani in linea è dato solo come agg.; manca talo s.m. (sin. di "astragalo").
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Carnby
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Intervento di Carnby »

I dizionari cartacei sono necessariamente incompleti.
Per esempio, una volta ho letto che, da un'edizione all'altra dello Zingarelli, era stato escluso ticonico, ovvero «relativo a Tycho Brahe». Non dico che sia un vocabolo comune, ma non andava tolto a mio avviso (nella storia dell'astronomia si parla spesso di sistema ticonico).
In un'altra edizione comparvero fusò (adattamento di fuseaux) e rampichino (per mountain bike, da un modello della Cinelli poi uscito di produzione), due vocaboli che non hanno avuto successo. Ho letto che nell'ultima hanno messo addirttura bersani (minuscolo)! Non so se bersani voglia dire «politico inadeguato» o qualcosa del genere, ma non credo che farà parte del lessico italiano degli anni futuri (a differenza, purtroppo, dei vari smartphone e tablet, che non riesco a buttar giù). Esiste anche il concetto di occasionalismo, che purtroppo i lessicografi moderni sembrano non capire.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Se è per questo è stato rimosso craxismo, che mi pare in altre edizioni vi fosse (mentre sul Treccani in linea c'è solo anticraxismo, anche questo sarà un segno dei mutamenti... 8) ).
Quanto a rampichino, c'è sullo Zingarelli e anche sul Treccani (in quest'ultimo non come sin. di "mountain bike"; come ho già scritto da un'altra parte, nel Canton Ticino è diffusissimo il rampichino – come nome e come "cosa"). C'è anche fusò, mentre bersani non l'ho trovato.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Carnby ha scritto:Ho letto che nell'ultima hanno messo addirittura bersani (minuscolo)!
Bersani usato come sostantivo comune per antonomasia mi mancava. Mai sentito né letto. Che bisogno c’era d’inserire in un dizionario una parola che sarà apparsa forse in un solo articolo?

Di molti neologismi e neoformazioni effimere farei volentieri a meno, soprattutto se prendono il posto di cert’altre parole poco usate ma presenti, seppure sporadicamente, nella nostra tradizione letteraria. (Mi viene in mente il regionale paíno, ‹bellimbusto›, messo a lemma nel mio Devoto-Oli del 1996-’97, ma cancellato nell’edizione 2002-’03.)
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Bersani usato come sostantivo comune per antonomasia mi mancava. Mai sentito né letto. Che bisogno c’era d’inserire in un dizionario una parola che sarà apparsa forse in un solo articolo?
Ahimè, pare sia vero.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Sarò strano io, ma, oltre a non averlo mai sentito nemmeno per sbaglio, mi sembra una parola del tutto inutile. A questo punto mi domando dove l’abbiano scovata i lessicografi dello Zingarelli…

Tra i commenti dell’articolo sul Fatto Quotidiano, uno dice giustamente: «Anche gli editori di dizionari non sanno piú cosa fare per vendere». Anche perché un conto è citare il neologismo in un osservatorio in Rete, un altro metterlo a lemma in un dizionario cartaceo.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Certo che si leggono di quelle fess... ehm... amenità!:
«bersani», in accoppiata o meno con il termine «inciucione», non è gergalismo ma linguaggio aulico: «bersani» descrive con precisione un modo di dire radicato nel costume popolare
Sembra stia descrivendo una parola presente nel lessico da decenni; aulica, poi! (quale delle due, "inciucione" o "bersani"? se fossimo in un altro forum, ci starebbe un bel ROTFL).
Con l’inserimento di questo termine, ancora una volta il dizionario Zanichelli intende modernizzare la lingua e fornire gli strumenti indispensabili a chiunque aspiri a parlare un italiano perfetto
Par di capire che compito del dizionario sia quello di "modernizzare" la lingua, e per farlo deve accogliere tutti i neologismi di moda (tanto si possono sempre eliminare, come un abito smesso, nelle edizioni successive), dalla conoscenza dei quali non può prescindere chi «aspiri a parlare un italiano perfetto» (che di ben altri strumenti avrebbe bisogno).
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

«bersani», in accoppiata o meno con il termine «inciucione», non è gergalismo ma linguaggio aulico: «bersani» descrive con precisione un modo di dire radicato nel costume popolare
Mi appalmo. :evil: Quale sarebbe sto modo di dire?
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Vado a memoria, quindi invoco la vostra clemenza per le eventuali inesattezze. In una vecchia edizione (almeno venti, se non venticinque anni fa) del Devoto-Oli compariva il lemma lemonnieriano, corredato di una definizione di questo tenore: "agg., di pubblicazione contraddistinta da particolare autorevolezza e prestigio, com'è nella tradizione della casa editrice Le Monnier". Indovinate da chi era edito il dizionario? :wink:
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Intervento di valerio_vanni »

Carnby ha scritto: In un'altra edizione comparvero fusò (adattamento di fuseaux) e rampichino (per mountain bike, da un modello della Cinelli poi uscito di produzione), due vocaboli che non hanno avuto successo. Ho letto che nell'ultima hanno messo addirttura bersani (minuscolo)!
Che edizione era?
Perché, riguardo rampichino [1] un breve successo c'è stato.
Ricordo bene quella bicicletta perché ce l'aveva mio zio. Quando è comparsa in Italia, a metà degli anni '80, era l'unica e si chiamava con quel nome.

Quando sono iniziate a uscire altre biciclette simili, per un po' di anni il termine rampichino è stato usato (dalla gente comune) per indicarle.

[1] Oggi mi sa che avrebbero usato un nome inglese...
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Animo Grato ha scritto:Vado a memoria, quindi invoco la vostra clemenza per le eventuali inesattezze. In una vecchia edizione (almeno venti, se non venticinque anni fa) del Devoto-Oli compariva il lemma lemonnieriano, corredato di una definizione di questo tenore: "agg., di pubblicazione contraddistinta da particolare autorevolezza e prestigio, com'è nella tradizione della casa editrice Le Monnier". Indovinate da chi era edito il dizionario? :wink:
Vabbè, questa gliela perdonerei, dai. :D
valerio_vanni ha scritto:Ricordo bene quella bicicletta perché ce l'aveva mio zio. Quando è comparsa in Italia, a metà degli anni '80, era l'unica e si chiamava con quel nome.

Quando sono iniziate a uscire altre biciclette simili, per un po' di anni il termine rampichino è stato usato (dalla gente comune) per indicarle.
A Trento mi risulta che si usi ancora rampichino: l’ho trovato anche in alcuni annunci economici.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Quale sarebbe sto modo di dire?
:roll: Presumo «Quando mi ha detto che aveva una bella sorpresa ho capito che faceva il bersani»: suvvìa, chi di noi non l'ha mai sentita? :lol:
Leggendo quelle frasi, ho l'impressione che il corpus da cui lo Zingarelli ha attinto tali perle non sia tanto la carta stampata quanto le chiacchiere da bar e i monologhi di Crozza. Con ciò mostrando che, secondo loro, è la ggente* che forgia la lingua ed è il parlato a stabilirne l'evoluzione.

* La stessa ggente che scrive (o dice): «La gente del posto lo chiamano (sic) il “versante bersan[t]i”. Senza maiuscola, peraltro, a conferma di quanto il cognome sarebbe ormai termine comune, come bertoldo e arlecchino.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Carnby
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Intervento di Carnby »

valerio_vanni ha scritto:Che edizione era?
Mi pare, se non sbaglio, un'edizione negli anni '90, forse la prima millesimata (1994), ovvero la dodicesima edizione.
valerio_vanni ha scritto:Ricordo bene quella bicicletta perché ce l'aveva mio zio. Quando è comparsa in Italia, a metà degli anni '80, era l'unica e si chiamava con quel nome.
Quando sono iniziate a uscire altre biciclette simili, per un po' di anni il termine rampichino è stato usato (dalla gente comune) per indicarle.
Infatti mi riferivo proprio al modello della Cinelli, che poi, sebbene uscito di produzione, si trasferì come nome generico a tutte le bici da montagna. Ma poi, come si sa, il termine inglese ebbe più fortuna...
Mio padre invece chiama rampichino il rapporto più agile, quello che si mette nelle salite più impervie.
valerio_vanni ha scritto:Oggi mi sa che avrebbero usato un nome inglese...
A proposito, il famoso mensile «Bici da montagna» ora si chiama «Mountain Bike World» (il vecchio titolo è messo come sottotitolo quasi invisibile, attaccato al bordo). :?
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Piuttosto che Bersani, mi sembrava Schettino un cognome destinato a diventare antomonasia.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Carnby ha scritto:Mio padre invece chiama rampichino il rapporto più agile, quello che si mette nelle salite più impervie.
Con questo significato mi sa che abbia avuto vita più lunga, non è tanto che l'ho sentito.
Mi rimane un dubbio (io non lo uso): intendono il rapporto più corto in assoluto oppure la moltiplica piccola?
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