La faccenda non è così semplice: ci sono molti Paesi (tra cui gli Stati Uniti e il Regno Unito) che non hanno una lingua ufficiale sancita dalla legge. Altri come la Nuova Zelanda hanno una lingua ufficiale (il māori) parlata da una piccola percentuale della popolazione, mentre si usa correntemente, anche a livello legale, l'inglese. Ancora più complicata è la situazione spagnola, dove un tempo lo spagnolo castigliano era la sola lingua ufficiale ma oggi ci sono anche basco, catalano, valenzano (dialetto catalano), gallego, aranese (varietà guascona) che hanno uno statuto di coufficialità, mentre asturiano, leonese e aragonese hanno una sorta di riconoscimento speciale.PersOnLine ha scritto:Ricordo di aver letto che, quando si stava discutendo d'inserire la lingua italiana come lingua ufficiale in Costituzione, le principali motivazioni contrarie della sinistra furono che ci sarebbe stato il rischio - udite! udite! - di subordinare la concessione della cittadinanza alla previa conoscenza della lingua italiana: come se conoscere la lingua del paese (cioè avere la capacità di comprendere e comunicare) di cui vuoi far parte fosse di nessuna importanza.
A mio avviso non sarebbe una buona idea quella di mettere in Costituzione l'italiano come lingua ufficiale. Meglio accettarla come lingua nazionale di fatto e stabilire una grammatica e un lessico ufficiale (depurato da forestierismi
