Uso assoluto di «stupire»

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Moderatore: Cruscanti

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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

L’intervento di Animo Grato mi ha fatto accorgere di un errore marchiano nella scelta dell’esempio letterario, della qual cosa mi scuso, soprattutto perché ha generato confusione. In realtà, in Svevo quello stupito è un aggettivo, perché il trapassato remoto non può stare in una principale; ecco i veri esempi di stupire intransitivo:

Salmo quarantottesimo, versetto sesto: «Essi la viddero, stupirono, si turbarono, fuggirono». (Parere sopra il Salterio ebraico, Giacomo Leopardi)

Stupii nel vedere un ignobil bifolco salire al trono… (Catone in Affrica, Giacomo Leopardi)

stupii quivi mirando
del'imagine mia cornuta, l'ombra.
(La sampogna, Giovambattista Marino)

Poi che tutti passar, Marte disparve
lasciand'ognun di meraviglia muto.
Stupiva il vincitor che le sue larve
conoscer non avea prima saputo.
Stupiva il vinto, poi che 'l sole apparve
cinto di luce, e che si fu avveduto
con onta sua che le picchiate ladre
a tutti fatte avean le teste quadre.
(La secchia rapita, Alessandro Tassoni)

E risaltò di netto in sul cavallo
sanza staffa operar, con l'armadura,
tanto ch'ognuno stupiva a guardallo
e scostasi dallato per paura.
(Morgante, Luigi Pulci)

Perdonate lo sfondone. :oops:
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Faccio rispettosamente notare (come il buon soldato Sc'vèik) che nemmeno i suoi ultimi esempi dirimono la questione inizialmente posta, sulla scelta dell'ausiliare di stupire in quell'accezione. :wink:
Pare che gli esempi calzanti siano difficili da scovare, e forse non è un caso...
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ha di nuovo ragione. Ultimamente non ne imbrocco una.

Gli è che è effettivamente difficile scovare esempi di stupire intransitivo usato nei tempi composti, perché stupito ha spessissimo il valore d’un aggettivo. Ipotizzo che il disuso del verbo intransitivo, a favore del riflessivo stupirsi, sia dovuto proprio al frequente impiego aggettivale del participio passato, sicché sono stupito, in assenza di un esplicito ancoraggio temporale al passato, è interpretabile quasi solo come un predicato nominale. In una frase come «L’uomo ha colto il ladro in flagrante ed è stupito quando ha visto che era il vicino di casa», è stupito può esser solamente un passato composto; ma son proprio frasi come queste le piú difficili da trovare.
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Ipotizzo che il disuso del verbo intransitivo, a favore del riflessivo stupirsi, sia dovuto proprio al frequente impiego aggettivale del participio passato, sicché sono stupito, in assenza di un esplicito ancoraggio temporale al passato, è interpretabile quasi solo come un predicato nominale.
Era proprio qui che volevano andare a parare i miei puntini di sospensione! :wink:
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Ringrazio fervidamente tutti quanti. I tasselli del mosaico stanno ricomponendosi :)

Sarei curioso invece di sapere quale sia il pensiero di Fausto Raso per quel che concerne un verbo come strabiliare. Lei come lo considera? Adoperabile solo e soltanto in maniera assoluta alla stregua di stupire?
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Ivan92 ha scritto:Sarei curioso invece di sapere quale sia il pensiero di Fausto Raso per quel che concerne un verbo come strabiliare. Lei come lo considera? Adoperabile solo e soltanto in maniera assoluta alla stregua di stupire?
Ivan92 mi perdonerà, non voglio fare il "maestrino" se gli consiglio di evitare una tautologia: solo e soltano. O l'uno o l'altro vocabolo.
Quanto al verbo "strabiliare", essendo un sinonimo di "stupefare" - a mio modo di vedere - si può adoperare tanto transitivamente quanto intransitivamente.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Non si faccia scrupoli e non abbia timore di emendare i miei solecismi! Son qui per epurare e sublimare il mio italiano. Magari ci fossero persone sempre disposte a correggere le mie sgrammaticature! :)

Nel caso in cui lo usassimo intransitivamente, quale sarebbe l'ausiliare? Il Treccani dice avere
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Ivan92 ha scritto:Nel caso in cui lo usassimo intransitivamente, quale sarebbe l'ausiliare? Il Treccani dice avere
Avere, come suggerisce il Treccani, giustamente.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

La ringrazio :)
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Fausto Raso ha scritto:[...consiglio di evitare una tautologia: solo e soltano. O l'uno o l'altro vocabolo.
Non capisco perché condannare una dittologia sinonimica, al pari di vivo e vegeto, che serve solo per rinforzare il concetto.
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Tutto dipende se l'artificio retorico è deliberato (e solo chi scrive lo può dire), e anche in questo caso, se raggiunge il particolare effetto voluto. Altrimenti, rimane per l'appunto una banale tautologia, come entro e non oltre.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

PersOnLine ha scritto:
Fausto Raso ha scritto:[...consiglio di evitare una tautologia: solo e soltano. O l'uno o l'altro vocabolo.
Non capisco perché condannare una dittologia sinonimica, al pari di vivo e vegeto, che serve solo per rinforzare il concetto.
Non c'è motivo di condannare l'espressione solo e soltanto che serve a dare maggior enfasi al concetto.

Basta solo non abusarne in modo che possa conservare la sua forza.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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