Ad oggi

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Aridaje, come si dice dalle sue parti. :) Lei risponde a una domanda con una domanda. Io vorrei che rispondesse alla mia domanda con una risposta:
secondo lei una frase come «Fino ad oggi Draghi e Renzi non si conoscono» è grammaticale? Se, come ha lei detto sopra, è invece anomala (per non dire sgrammaticata), e se è vero che «Ad oggi Draghi e Renzi non si conoscono» non solleva dubbi, non sarà che ad oggi non vuol dire, nel nostro caso, fino ad oggi?
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Aridaje, come si dice dalle sue parti. :) Lei risponde a una domanda con una domanda. Io vorrei che rispondesse alla mia domanda con una risposta:
La mia era una domanda retorica.

La risposta alla sua domanda è contenuta esplicitamente, ed è stata ripetuta, negli ultimi miei tre interventi.

Ma mi sembra che in questo momento lei abbia più voglia di polemizzare che di condividere la comprensione della natura di quanto stiamo trattando.

Buon proseguimento. :)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Guardi, stia pur tranquillo: non sono mai stato piú lontano dal voler polemizzare. Ho letto e riletto il suo intervento, ma non ho trovato risposta alla mia domanda.

Dunque, ripeto (di nuovo): «Fino ad oggi Draghi e Renzi non si conoscono» è grammaticale o no? Lasciamo stare qualunque elucubrazione a posteriori e ipotesi ad hoc su mutamenti linguistici e fantomatiche estensioni di tempi verbali: quella frase, cosí costruita, è corretta oppure no, secondo lei? Non insisto per polemizzare, come sostiene lei: la risposta a questa domanda è fondamentale per la mia argomentazione.

Se, come immagino, converrà che non è corretta, allora 1) l’ipotesi del presente pro praeterito cade; 2) ad oggi non è perfettamente sovrapponibile a fino ad oggi. Anzi, nel nostro famoso esempio giornalistico, non vuol proprio dire fino ad oggi.

Come ho detto su (e come ho invano ripetuto durante questa discussione), qui l’uso del tempo presente è deittico: si rimarca la validità della frase al momento dell’enunciazione. Tant’è che, se sostituissimo ad oggi con allo stato attuale delle cose, la frase non cambierebbe di significato: «Allo stato attuale delle cose (al momento) Draghi e Renzi non si conoscono».

Il tempo presente ha qui valore deittico (repetita iuvant): si riferisce solo e soltanto al momento dell’enunciazione. Draghi e Renzi non si conoscono. Ora. Per come sono messe le cose in questo momento. Adesso. L’uso di un tempo o dell’altro non è indifferente: col passato composto cambia la prospettiva. Se dico che, ad oggi, Draghi e Renzi non si sono conosciuti, mi riferisco a un periodo che va dal passato e giunge fino al presente, periodo nel quale costoro potevano far conoscenza, ma non l’hanno fatta. Se dico, invece, che Draghi e Renzi, ad oggi, non si conoscono, affermo invece che questi due non si sentono, non si parlano (presente).

A me la nostra frase sembra simile, nell’uso del tempo verbale e della locuzione ad oggi, a «Zuckerberg e soci ad oggi non hanno nessun’arma pronta per reagire all’attacco di Mountain View». Insomma, (mi) ripeto: è molto piú semplice pensare che sia avvenuta un’innovazione di una locuzione sulla base dell’analogia (si dice ad oggi come si dice al momento, che non è un’ellissi di *fino al momento) piuttosto che un mutamento sintattico come l’estensione di un tempo verbale, la cui ipotesi non è stata finora dimostrata né fondata in maniera convincente.
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Intervento di PersOnLine »

Secondo me, è il valore aspettuale del verbo, associato alla sua negazione, che legittima (e seleziona) l’una e non l’altra l’interpretazione di a oggi:
Fatto sta che a [tutt’]oggi Draghi e Renzi non si conoscono
il conoscersi (cioè l’essere [reciproci] conoscenti) è una situazione che se anche fosse iniziata nel passato perdurerebbe comunque nel momento dell’enunciazione, perché quando ci si è conosciuti una prima volta, si è conoscenti di quella persona per sempre;

Fatto sta che [fino] a oggi Draghi e Renzi non si sono [mai] conosciuti
l’essersi conosciuti (cioè l’aver fatto reciproca conoscenza) è un evento che se anche fosse iniziato nel passato si sarebbe comunque già concluso al momento dell’enunciazione, perché si esaurisce nel momento stesso in cui si consuma l’azione.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Mi sembra che PersOnLine abbia illustrato molto bene le differenze tra le due accezioni di a(d) oggi.

Vorrei portare qualche altro esempio giornalistico:

D. Crede che gli esponenti cattolici che hanno seguito Alfano abbiano in mente un progetto centrista con Mauro e Casini?
R. Ecco questo è il nodo vero della questione; ad oggi non ho elementi politici sostanziali per dirlo.
(Italia Oggi, 26 novembre 2013)

Il cronoprogramma fissato con l’impresa costruttrice è finora pienamente rispettato. La prossima verifica è fissata per il trenta settembre: ma ad oggi non ho elementi per dire che non saliremo sulla linea 1 Scandicci-Santa Maria Novella per l’estate prossima. (La Repubblica, 28 agosto 2008)

Ad oggi non abbiamo elementi per avviare azioni di responsabilita” sulle passate gestioni di Banca Mps. Lo ha detto Alessandro Profumo, presidente di Rocca Salimbeni, rispondendo in assemblea alle domande di
alcuni soci.
(Il Mondo, 9 ottobre 2012)

In questi estratti è ben chiaro il valore di ad oggi: la prospettiva è limitata al presente. La situazione descritta può essere o no l’effetto di qualcos’altro; ma ciò non importa. Con quell’ad oggi si rimarca un dato di fatto valido al momento dell’enunciazione. La sostituzione di ad oggi con fino ad oggi non è qui possibile.

In quest’altro brano tratto dal sito Viaggiaresicuri.it:

Le elezioni legislative si sono svolte il 25 luglio. Le frontiere marittime e terrestri sono state chiuse dalla mezzanotte del 24 luglio alla mezzanotte del 26 luglio 2013. Ad oggi, non si hanno notizie di problemi di sicurezza.

benché si citi un antefatto, quell’ad oggi designa, ancora una volta, una situazione che è vera adesso, non avvenimento che si protrae fino al presente. Allora, è confermato quel che ha detto PersOnLine: il tempo verbale sembra selezionare il significato di a oggi. Ma forse non è proprio cosí: forse il tempo del verbo è condizione necessaria ma non sufficiente affinché la nostra locuzione possa essere interpretata come allo stato attuale.

Questo ci porta agli esempi del Battaglia citati da bubu7, che sono un po’ il casus belli degli ultimi interventi. A oggi e a tutt’oggi sono chiosati cosí: «Ancora nel tempo presente, fino al punto in cui siamo». Prendiamo l’esempio di a oggi:

[L]’ultimo capitolo, ad oggi, in questo romanzo, l’ultimo canto di questa epopea, è permesso di leggerlo anche in semplici termini di logica e di probabilità.

Che cosa ci dice questa citazione? La persistenza dell’avvenimento è chiara, tant’è che si può parafrasare come segue: «Ancor oggi è permesso di leggerlo...». Tuttavia, il punto di vista è concentrato sul presente, cosa che è confermata dal tempo verbale.

E allora:
  • A oggi + presente indicativo significa ancor oggi. Questa è l’accezione registrata dai dizionari.
  • Il presente indicativo mantiene il suo pieno valore deittico, senza sconfinamenti nei territori di altri tempi verbali.
  • Esiste un altro uso di ad oggi che esclude il riferimento a situazioni preesistenti.
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bubu7
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Ad oggi

Intervento di bubu7 »

Ferdinand Bardamu ha scritto: Ho letto e riletto il suo intervento, ma non ho trovato risposta alla mia domanda.
Dunque, ripeto (di nuovo): «Fino ad oggi Draghi e Renzi non si conoscono» è grammaticale o no?
bubu7 ha scritto: A questo punto direi di considerare non più anomala ma perfettamente accettabile la frase del giornalista: "Fatto sta che a oggi Draghi e Renzi non si conoscono", e possiamo considerare ormai acquisito quest'uso del tempo presente. (04 mar 2014 11:54)

Appurato dai vocabolari che a tutt'oggi significa 'fino a oggi', dall'uso dei tempi verbali negli esempi riportati dal Battaglia (evidenziati in grassetto), ho concluso che l'estensione semantica del presente fosse ormai un dato acquisito e quindi la frase del giornalista con a oggi inteso come 'a tutt'oggi/fino a oggi' e il concomitante uso del tempo presente non sarebbe più da considerarsi nemmeno anomala bensì completamente accettabile. (04 mar 2014 14:55)

Ripeto: alla luce di quegli esempi mi sento di rivedere il giudizio di anomalia dato in un primo tempo e considerare la frase perfettamente normale (con la locuzione che significa 'fino a oggi' e l'uso del presente, analogamente a quanto riportato negli esempi del Battaglia). (04 mar 2014 15:27)
Visto che dalla lettura e rilettura dei miei interventi non è riuscito a trovare risposta alla sua domanda le confermo che al punto in cui siamo arrivati nella nostra discussione considero grammaticale la frase: «Fino ad oggi Draghi e Renzi non si conoscono».
Ferdinand Bardamu ha scritto:A mutare l’interpretazione della locuzione è il verbo al presente, che esclude il riferimento a un’azione che s’inizia nel passato e continua fino al momento dell’enunciazione. [03 mar 2014 15:28]

Non è vero: il verbo al presente può benissimo indicare un'azione che inizia nel passato e che si protrae fino al momento dell'enunciazione.
Ferdinand Bardamu ha scritto:Il presente indicativo non può dunque prendere il posto di un tempo passato, senza cambiare il significato di ciò che vogliamo dire. Il fatto è che l’uso di un tempo presente, nel nostro caso, esclude automaticamente qualsiasi altra interpretazione: si parla della situazione attuale, non del protrarsi nel presente di una situazione originatasi nel passato. [03 mar 2014 17:13]
Vedi sopra, quest'affermazione è falsa: il tempo al presente può benissimo indicare il protrarsi nel presente di una situazione originatasi nel passato.
Ferdinand Bardamu ha scritto: Come ho detto su (e come ho invano ripetuto durante questa discussione), qui l’uso del tempo presente è deittico: si rimarca la validità della frase al momento dell’enunciazione.
[...]
Il tempo presente ha qui valore deittico (repetita iuvant): si riferisce solo e soltanto al momento dell’enunciazione.
Certo, nell'esempio del Foglio il tempo presente ha valore deittico, deittico significa solo che l'azione è genericamente ancorata temporalmente non che non può riferirsi a un'azione iniziata nel passato e che dura fino al momento dell'enunciazione.
Ferdinand Bardamu ha scritto: Se dico che, ad oggi, Draghi e Renzi non si sono conosciuti, mi riferisco a un periodo che va dal passato e giunge fino al presente, periodo nel quale costoro potevano far conoscenza, ma non l’hanno fatta. Se dico, invece, che Draghi e Renzi, ad oggi, non si conoscono, affermo invece che questi due non si sentono, non si parlano (presente).
Anche questo è falso: il tempo verbale presente si può usare per indicare un periodo che comincia nel passato e giunge fino a oggi.
Ferdinand Bardamu ha scritto: Insomma, (mi) ripeto: è molto piú semplice pensare che sia avvenuta un’innovazione di una locuzione sulla base dell’analogia (si dice ad oggi come si dice al momento, che non è un’ellissi di *fino al momento)...
Mi ripeto anch'io: la sua è un ipotesi campata in aria e priva di documentazione autorevole. Il Battaglia, nella definizione e negli esempi, certifica invece l'equivalenza di a oggi e a tutt'oggi, definendoli come un periodo di tempo iniziato nel passato e che dura fino al presente ('ancora nel tempo presente, fino al punto in cui siamo'). Il GRADIT (ma anche altri vocabolari) definisce a tutt'oggi come 'fino a oggi, compresa la giornata di oggi' cioè un periodo di tempo iniziato nel passato e che dura nel presente.
Ferdinand Bardamu ha scritto: E allora:
  • A oggi + presente indicativo significa ancor oggi. Questa è l’accezione registrata dai dizionari.
  • Il presente indicativo mantiene il suo pieno valore deittico, senza sconfinamenti nei territori di altri tempi verbali.
  • Esiste un altro uso di ad oggi che esclude il riferimento a situazioni preesistenti.
Rispondo punto per punto:

F.B. A oggi + presente indicativo significa ancor oggi. Questa è l’accezione registrata dai dizionari.

Ma anche ancor oggi (che potrebbe benissimo essere una delle definizioni registrata dai dizionari [di quale?] ) significa sempre 'fino al punto in cui siamo' che altri dizionari (Battaglia) riportano esplicitamente come definizione di a oggi.

F.B. Il presente indicativo mantiene il suo pieno valore deittico, senza sconfinamenti nei territori di altri tempi verbali.

Il tempo verbale presente usato con valore deittico può indicare eventi che iniziano nel passato e si estendono fino al momento dell'enunciazione.

F.B. Esiste un altro uso di ad oggi che esclude il riferimento a situazioni preesistenti.

Questo fantomatico uso, frutto delle sue elucubrazioni (per riprendere il colorito linguaggio con cui lei ha gratificato alcune mie ipotesi di lavoro), non è certificato.

A integrazione della nostra discussione fornisco ulteriori elementi di riflessione, per i nostri lettori, tratti dalla Grande grammatica italiana di consultazione (GGIC), I ed., 1991, vol. II:
In molti casi il presente è usato in accezione temporale più o meno generica. Si può avere ad es. una sorta di presente «esteso», che include anche il momento dell'enunciazione. (2.1.1, p. 63)

Il presente di «attualità».
Riguarda un evento durativo che si protrae fino al momento dell'enunciazione, mentre niente è detto circa il successivo perdurare della situazione. (2.1.2.2.1.A, p. 65)
Nel nostro caso la non conoscenza è un evento durativo, la conoscenza no.

È quindi corretto dire: A oggi ('fino a oggi') Tizio e Caio non si conoscono; è sbagliato dire: * A oggi ('fino a oggi') Tizio e Caio si conoscono.
Ultima modifica di bubu7 in data gio, 06 mar 2014 16:36, modificato 1 volta in totale.
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Re: Ad oggi

Intervento di Ferdinand Bardamu »

bubu7 ha scritto:Questo fantomatico uso, frutto delle sue elucubrazioni (per riprendere il colorito linguaggio con cui lei ha gratificato alcune mie ipotesi di lavoro), non è certificato.
Non si prenda cosí sul serio, via. Il «colorito linguaggio» (che lei considera quasi come un insulto personale) si dà e si prende. Prima l’ho dato (a torto), ora l’ho preso (a ragione).
bubu7 ha scritto:A integrazione della nostra discussione fornisco ulteriori elementi di riflessione, per i nostri lettori, tratti dalla Grande grammatica italiana di consultazione (GGIC), I ed., 1991, vol. II:
In molti casi il presente è usato in accezione temporale più o meno generica. Si può avere ad es. una sorta di presente «esteso», che include anche il momento dell'enunciazione. (2.1.1, p. 63)

Il presente di «attualità».
Riguarda un evento durativo che si protrae fino al momento dell'enunciazione, mentre niente è detto circa il successivo perdurare della situazione. (2.1.2.2.1.A, p. 65)
Nel nostro caso la non conoscenza è un evento durativo, la conoscenza no.

È quindi corretto dire: A oggi ('fino a oggi') Tizio e Caio non si conoscono; è sbagliato dire: * A oggi ('fino a oggi') Tizio e Caio si conoscono.
Ottimo, caro bubu7, mi ha convinto e la ringrazio d’aver riportato questo passo della GGIC. Mi pare, però, che per arrivare questa conclusione si sia passati per la via piú lunga e contorta, attraverso addirittura ipotesi di innovazioni e tre pagine di botta e risposta, quando bastava aprire la GGIC. Naturalmente questa critica è rivolta prima a me che a lei.
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Re: Ad oggi

Intervento di PersOnLine »

bubu7 ha scritto:
In molti casi il presente è usato in accezione temporale più o meno generica. Si può avere ad es. una sorta di presente «esteso», che include anche il momento dell'enunciazione. (2.1.1, p. 63)

Il presente di «attualità».
Riguarda un evento durativo che si protrae fino al momento dell'enunciazione, mentre niente è detto circa il successivo perdurare della situazione. (2.1.2.2.1.A, p. 65)
Nel nostro caso la non conoscenza è un evento durativo, la conoscenza no.

È quindi corretto dire: A oggi ('fino a oggi') Tizio e Caio non si conoscono; è sbagliato dire: * A oggi ('fino a oggi') Tizio e Caio si conoscono.
Non capisco perché la conoscenza non sarebbe un evento durativo, dato che in questo caso significa essere conoscenti.
Inoltre, visto che considera la frase "Fino ad oggi Draghi e Renzi non si conoscono" grammaticale, chiederei cortesemente a bubu7 di portarmi qualche esempio in cui compare "fino a(d) oggi" associato con il presente, perché io non sono stato in grado di trovarne alcuno.
Ultima modifica di PersOnLine in data gio, 06 mar 2014 17:02, modificato 1 volta in totale.
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Re: Ad oggi

Intervento di bubu7 »

PersOnLine ha scritto: Non capisco perché la conoscenza non sarebbe un evento durativo, dato che in questo caso significa essere conoscenti.
Inoltre, visto che considera la frase "Fino ad oggi Draghi e Renzi non si conoscono" grammaticale, chiederei cortesemente a bubu7 di portarmi qualche esempio in cui compare "fino a(d) oggi" associato con il presente, perché io non sono stato in grado di trovarne alcuno.
Per esempio, ecco i risultati di una ricerca con la stringa "fino a oggi manca".
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Andando un po’ a intúito, ho trovato anch’io qualche esempio in rete:

Visto che le protesi francesi erano già state ritirate dal commercio lo scorso anno, in una circolare datata 1 aprile 2010 il ministro della Salute, Renato Balduzzi, aveva deciso di sospendere gli impianti delle protesi incriminate e di raccogliere segnalazioni di eventuali incidenti. Ma fino ad oggi non c’è nessuna segnalazione sospetta. (La Stampa, 22 dicembre 2011)

Fino ad oggi non c’è nessuna presa di posizione ufficiale sulle politiche commerciali future anche se la decisione del management di ridimensionare o addirittura di smantellare le sedi Unieuro di Piacenza e Monticello (vedi box) sembra far prevalere questa linea. (La Repubblica, 4 novembre 2013)

Raccontare una strage è, in apparenza, facile. Sangue, dolore, emozioni, lacrime, sentimenti e l’infinita ricerca di una verità che non c’è.
A farlo, fino a oggi, ci sono gli specialisti del dolore e della sofferenza che scrivono libri e fanno documentari televisivi che hanno come unico fine quello di impedire a chi legge e a chi li vede di comprendere cosa sia stata realmente una strage.
(dal sito archivioguerrapolitica.org)

Fino a oggi c'è un unico decreto che disciplina i primi 55 mila esodati. (Italia Oggi, 02 ottobre 2012)

Continuo a nutrire molti dubbi sulla piena accettabilità di frasi come queste, nonostante la citazione della GGIC e del Battaglia. Spontaneamente, non assocerei mai un indicativo presente a una locuzione avverbiale come fino ad oggi, ma userei il passato composto, oppure cambierei la locuzione. Ma mi devo arrendere all’evidenza. Non escludo che l’accettabilità possa essere valutata caso per caso.

Comunque, un discrimine può esser quello fra verbi durativi e non-durativi, come diceva su bubu7. Insomma, dobbiamo guardare all’azionalità del verbo. Se «Fino a oggi non arrivano notizie» suona agrammaticale, «Fino a oggi mancano elementi per valutare il caso» può andar bene.

Do ragione a PersOnLine riguardo al verbo conoscere: nel nostro esempio, è un verbo durativo, perché non significa «fare la conoscenza» (verbo trasformativo, non-durativo) ma «frequentarsi» o «avere rapporti piú o meno stretti».

Un esempio un po’ diverso di conoscere, nel senso di «avere cognizione», tratto dal sito del ministero della pubblica istruzione:

I nostri docenti, fino a oggi, conoscono la propria disciplina più della media dei loro colleghi europei, perché hanno seguito studi particolari che in altri Paesi non sono così approfonditi.

È difficile trovare esempi col conoscersi riflessivo reciproco; tuttavia, se ipotizziamo che fino a oggi possa essere usato solo coi verbi durativi, dobbiamo ammettere pure che una frase come «Tizio e Caio fino a oggi si conoscono (domani chissà)» non è inaccettabile (mettiamola cosí).
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Non so, a pelle continuo ancora a sentire come uno stridor d'unghie sulla lavagna in quelle frasi. Così stanotte, pensandoci, m'è venuta in mente una riflessione: sarà mica che in quel fino avvertiamo istintivamente un confine, una barriera temporale [permeabile, ma pur sempre un limite] che, a livello semantico, ci impedisce di accettare un tempo verbale che indica un'azione durativa che potrebbe estendesi anche oltre il momento dell'enunciazione? Questo perché anche con locuzioni analoghe, come fino ad ora o fin a adesso, si continua ad avvertire come improprietà nell'uso del presente, mentre se ci usano per ora o per adesso non si avverte nessun problema.
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