«Forum» e «fòro»
Moderatore: Cruscanti
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E a voler essere pignoli, le matite a pastello, quando si disegna seriamente e non scolasticamente, si acquistano spesso come singole. Nei negozi specializzati ci sono appositi espositori con tutta la gamma completa (che comprende tonalità presenti solo nella scatola da 72 pezzi e un capitale di spesa...), e l'acquirente le indica con il numero corrispondente anziché con il nome del colore. Ad esempio, "compro un Derwent P430" o "mi serve una Stabilo 33".
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Sí, ma, una volta cercato, bisogna anche saper selezionare e valutare criticamente l’attendibilità delle fonti.Smaralda ha scritto:Dove? Basta digitare "pastelli" su Google per accorgersene.
E allora già la buona Guichipedía (cosí dovrebbe chiamarsi in italiano la famosa enciclopedia digitale se gl’italofoni avessero [ancora] una qualche padronanza delle strutture fonomorfologiche della loro lingua) ci dà per matita e pastello proprio le definizioni che ci aspettiamo.
Questo è vero, anche se parla piú propriamente di «pastelli [di] legno», e quasi ovunque chiosa con «matite [colorate]». E, comunque —lo ricordava Lei—, tecnicamente si tratta di «matite a pastello», e alla Fila è parso [commercialmente?] opportuno abbreviare l’espressione col determinante anziché col determinato.Smaralda ha scritto:La fiorentinissima Fila chiama correntemente "pastelli" le sue matite colorate.
Mah? L’«acidità» è tutta sua, cara SmaraldaSmaralda ha scritto:Comunque, signori accademici, ringrazio e tolgo il disturbo. Non pensavo di trovare, dietro a tanto ostentata correttezza formale, un grado di acidità tale da rendermi indigesto un "fòro" di argomento così piacevole.


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