A me ha colpito
Moderatore: Cruscanti
A me ha colpito
Un utente di un gruppo dedicato all'italiano, su FacciaLibro, si lamenta dell'uso di "a me ha colpito" invece di "mi ha colpito". Io intervengo e sostengo che in alcuni casi la forma "a me ha colpito" è secondo me addirittura preferibile, e faccio un esempio di dialogo:
"Sono andato a veder l'ultimo film di Tarantino, l'ho trovato bellissimo. Una storia avvincente raccontata con mano sicura. Il protagonista poi, è eccezionale."
"A me ha colpito molto la colonna sonora. Non trovate anche voi che sia perfetta?"
Un altro utente intervene e mi spiega finalmente che "mi ha colpito" non sta per "a me ha colpito" ma per "ha colpito me", e ipotizza che la forma "a me ha colpito" si sia diffusa per assonanza con le frasi "a me piace" o "a me dà fastidio". Finalmente ho capito il mio errore.
La domanda che vi faccio è: può essere uno di quei casi in cui l'entrata nell'uso rende accettabile una forma di per sé scorretta? Magari non nello scritto, ma nel dialogo che ho immaginato nell'esempio qui sopra è tollerabile la forma "a me ha colpito"? O devo comunque usarne un'altra, per esempio: "Io sono rimasto molto colpito"?
E ancora: non si può ritenere questo uno di quei casi in cui "a me ha colpito" può essere considerato una sorta di rafforzativo? Mi viene in mente per esempio il caso di "E di questo che ne facciamo?"
Scusate se come al solito mi esprimo piuttosto male, ma spero di aver descritto in modo comprensibile i miei dubbi.
"Sono andato a veder l'ultimo film di Tarantino, l'ho trovato bellissimo. Una storia avvincente raccontata con mano sicura. Il protagonista poi, è eccezionale."
"A me ha colpito molto la colonna sonora. Non trovate anche voi che sia perfetta?"
Un altro utente intervene e mi spiega finalmente che "mi ha colpito" non sta per "a me ha colpito" ma per "ha colpito me", e ipotizza che la forma "a me ha colpito" si sia diffusa per assonanza con le frasi "a me piace" o "a me dà fastidio". Finalmente ho capito il mio errore.
La domanda che vi faccio è: può essere uno di quei casi in cui l'entrata nell'uso rende accettabile una forma di per sé scorretta? Magari non nello scritto, ma nel dialogo che ho immaginato nell'esempio qui sopra è tollerabile la forma "a me ha colpito"? O devo comunque usarne un'altra, per esempio: "Io sono rimasto molto colpito"?
E ancora: non si può ritenere questo uno di quei casi in cui "a me ha colpito" può essere considerato una sorta di rafforzativo? Mi viene in mente per esempio il caso di "E di questo che ne facciamo?"
Scusate se come al solito mi esprimo piuttosto male, ma spero di aver descritto in modo comprensibile i miei dubbi.
Trattasi di ipercorrettismo. Colpire è transitivo. Sarebbe preferibile, in un parlato colloquiale e informale, usare il modulo a me mi continuamente proscritto. Dunque, "A me m'ha colpito" è da preferire alla forma ipercorretta "A me ha colpito". In un parlato formale, si potrebbe invece dire: "Per quanto mi riguarda, mi ha colpito ecc..". Avevo i suoi stessi dubbi. Vada a leggersi il filone ch'io stesso avevo aperto.
http://www.achyra.org/cruscate/viewtopic.php?t=3992

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- GianDeiBrughi
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Non «antiquata», solo minoritaria [e perlopiú toscana].
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Una canzone di Grignani dice «io un amico lo perdono, mentre a te ti amo».
A mio parere quando si ha un'avversativa il costrutto "a me mi" è non solo corretto ma inevitabile, quand'anche il verbo della subordinata sia transitivo — e si noti che nell'esempio si contrappone a "lo perdono" (che potrebbe anche essere "io lui lo perdono") della principale. È evidente che le frasi «mentre amo te» o «mentre ti amo» vogliono dire un'altra cosa; e anche «mentre te ti amo» non mi sembra proponibile.
Diverso (e inverso!) il discorso quando non c'è un pronome personale, es. «a te ti voglio bene, ma Francesca la amo» (che è un po' come dire «Francesca la amo, mentre a te ti voglio bene».
A mio parere quando si ha un'avversativa il costrutto "a me mi" è non solo corretto ma inevitabile, quand'anche il verbo della subordinata sia transitivo — e si noti che nell'esempio si contrappone a "lo perdono" (che potrebbe anche essere "io lui lo perdono") della principale. È evidente che le frasi «mentre amo te» o «mentre ti amo» vogliono dire un'altra cosa; e anche «mentre te ti amo» non mi sembra proponibile.
Diverso (e inverso!) il discorso quando non c'è un pronome personale, es. «a te ti voglio bene, ma Francesca la amo» (che è un po' come dire «Francesca la amo, mentre a te ti voglio bene».
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
- Animo Grato
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Le segnalo una rara scheda a cura della Crusca, per il momento scampata al generale smantellamento del sito.
Ultima modifica di Animo Grato in data gio, 03 lug 2014 15:21, modificato 1 volta in totale.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Forse ha sbagliato a inserire l'URL, ma se si riferisce a questa la conosco già.Animo Grato ha scritto:Le segnalo una rara scheda a cura della Crusca, per il momento scampata al generale smantellamento del sito.
Lì si portano esempi con "parere" e "piacere", che reggono naturalmente il compl. di termine. Qui con l'avversativa il problema forse si risolve: si può dire «lui va matto per i Beatles, mentre a me non (mi) piacciono» (ma: «... mentre a me mi lasciano indifferente»).
Ultima modifica di Zabob in data sab, 13 dic 2014 21:27, modificato 1 volta in totale.
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- Animo Grato
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Ops, ho fatto un pastrocchio!
La scheda a cui mi riferivo è diversa da quella da Lei indicata, e si trova (spero!
) qui.
Correggo anche l'intervento precedente, per comodità di altri utenti che fossero interessati.

La scheda a cui mi riferivo è diversa da quella da Lei indicata, e si trova (spero!

Correggo anche l'intervento precedente, per comodità di altri utenti che fossero interessati.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Grazie del collegamento. In effetti anche l'esempio di Serianni «a me nessuno mi protegge» si può considerare un’"avversativa sottintesa", o meglio a essere taciuta è proprio la principale: «[Tutti i miei colleghi godono dei favori del capo mentre] a me nessuno mi protegge».
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No.Zabob ha scritto:Una canzone di Grignani dice «io un amico lo perdono, mentre a te ti amo».
A mio parere quando si ha un'avversativa il costrutto "a me mi" è non solo corretto ma inevitabile…

A me, ad esempio, tornerebbe molto meglio un «te ti amo», tanto piú che amare nel senso di «voler bene» appartiene a un registro alto, per cui, a o non a, la dislocazione a sinistra (o, come preferiva dire il Castellani, l’«anticipazione»: quando si parla non c’è nessuna destra o sinistra, ma solo un prima e un dopo) secondo me ci sta come un cavolo a merenda.
Quanto alla scheda dell’Accademia con relative citazioni dal D’Achille e dal Serianni, temo che essa rischi d’ingenerare un po’ di confusione…
L’«accusativo preposizionale» [centromeridionale e romanzo] non va confuso [perlomeno sincronicamente] con la «tematizzazione preposizionale».
Si veda anche quest’altro bell’intervento di Ladim, e questo mio con un po’ di bibliografia sull’accusativo preposizionale.
Grazie per i rimandi (anche i successivi). Allora posso dire che è evitabile ma non scorretto.Infarinato ha scritto:No. ;)Zabob ha scritto:Una canzone di Grignani dice «io un amico lo perdono, mentre a te ti amo».
A mio parere quando si ha un'avversativa il costrutto "a me mi" è non solo corretto ma inevitabile…

Senza volerlo mi ha chiarito un'altra cosa, cioè che «a me tornerebbe» è corretto; è «a me disturba» a essere un ipercorrettismo invece, poiché, se ho ben capito, si proscrive "a me mi" dove non si dovrebbe.Infarinato ha scritto:A me, ad esempio, tornerebbe molto meglio un «te ti amo»...
Quanto a «te ti amo», lei dice che le torna molto meglio, tuttavia più su ha anche affermato che sarebbe un'opzione «minoritaria [e perlopiù toscana]» (l'es. era "me m'ha colpito» ma non credo faccia differenza): non se la prenda se le chiedo se torna meglio alle sue orecchie di toscano, o se intende dire che, per quanto sia una costruzione minoritaria, è da ritenersi preferibile.
P.S.: su Wikipedia (non che la consideri vangelo, anzi!) c'è l'esempio «Ma tu a me mi ami o no?»: ecco, qui leverei senza problemi "a me", e direi: «Ma tu mi ami o no?», domanda più snella e perentoria.
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Beh, non vedo altre possibilità: tornare regge il dativo della persona a cui torna una cosa, e disturbare l’accusativo della persona che si disturba.Zabob ha scritto:Senza volerlo mi ha chiarito un'altra cosa, cioè che «a me tornerebbe» è corretto; è «a me disturba» a essere un ipercorrettismo invece, poiché, se ho ben capito, si proscrive "a me mi" dove non si dovrebbe.
Domanda retoricaZabob ha scritto:Quanto a «te ti amo», lei dice che le torna molto meglio, tuttavia più su ha anche affermato che sarebbe un'opzione «minoritaria [e perlopiù toscana]» (l'es. era "me m'ha colpito» ma non credo faccia differenza): non se la prenda se le chiedo se torna meglio alle sue orecchie di toscano, o se intende dire che, per quanto sia una costruzione minoritaria, è da ritenersi preferibile.

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