Scilens ha scritto:Io credo che l'italiano sia nato molto prima di quel che si creda e che tra Dante e Crusca abbia subito una ulteriore, ripetuta, rilatinizzazione, un'ingiusta soggezione nei confronti della "forma corretta" che ha portato (e già stava portando anche prima del 1000, come se fossero documentate scuole grammatiche di volgare) a ipercorrezioni sia di gorgia, che di toscanismi del tipo '-ie-' per e lunga e di "-uo-" al posto di O, tanto per fare degli esempi. Ruota è termine da scrivere, rota è solo parlato. All'origine c'è la pronuncia etrusca, senza O, che veniva corretto mentre si diceva. Ru -o- ta.

Non la seguo…
In ogni caso, quel che volevo dire è che la lingua del cosiddetto Anonimo Toscano mi sembra piú tarda… e infatti non credo di sbagliarmi.
Bisognerebbe avere sottomano il lavoro della Martellotti, ma, stando a quanto riportato
qui,
qui e
qui, non sarebbe il toscano
Libro della cocina a risalire al Dugento, bensí il suo presunto modello latino, chiamato dalla Martellotti
Liber Amissus (e di cui il libro dell’Anonimo Toscano costituirebbe una sorta di volgarizzazione), a essere databile fra 1230 e il 1250.
Non è chiaro dalle parole del Di Scipio se sia la versione del
Libro della cocina che possediamo a essere stata commissionata da Ubaldino della Pila (fratello del card. Ottaviano degli Ubaldini e morto nel 1285) o il suo eventuale archetipo: in ogni caso saremmo perlomeno nella seconda metà del XIII secolo (…ma secondo me la versione in nostro possesso è piú tarda).
Quanto alla lingua, considerando i dati schiettamente linguistici e la provenienza del possibile committente (Mugello), propenderei ora per il pratese o il pistoiese, anche se nulla vieta che lo scrivano o amanuense in questione potesse provenire da altre parti della Toscana.