Perché «olio» e non *«oglio»?
Moderatore: Cruscanti
- u merlu rucà
- Moderatore «Dialetti»
- Interventi: 1340
- Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41
- Infarinato
- Amministratore
- Interventi: 5603
- Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
- Info contatto:
L’alternativa è semplice, ed è dovuta a ragioni di fonetica generale: in un eloquio trascurato [lj] tende [sincronicamente] a palatalizzarsi in [ʎ] per una spontanea tendenza articolatoria… e non solo in toscano.
A differenza che nell’evoluzione dal latino all’italiano, che ha portato da -LĔ-, -LĬ- (> /-lj-/) a /-ʎʎ-/ [-ʎ(ː)ʎ-], però, non c’è stata nessuna fase intermedia con raddoppiamento /-llj-/.
A differenza che nell’evoluzione dal latino all’italiano, che ha portato da -LĔ-, -LĬ- (> /-lj-/) a /-ʎʎ-/ [-ʎ(ː)ʎ-], però, non c’è stata nessuna fase intermedia con raddoppiamento /-llj-/.
- u merlu rucà
- Moderatore «Dialetti»
- Interventi: 1340
- Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41
Ho dato un'occhiata all'Atlante Lessicale Toscano. Non c'è, se non erro, la domanda specifica su olio, ma in quella vaso per l'olio vi sono alcune forme composte in cui olio è presente. In effetti l'esito sembra oljo in quasi tutte le attestazioni, salvo in alcuni paesi dove c'è oglio.
Largu de farina e strentu de brenu.
Oggi.Infarinato ha scritto:...abbiamo (solo per certi parlanti) [ˈɔːʎo]
Ma ieri? E nel linguaggio comune? Ormai si dice olio anche parlando normalmente senza riguardi, ma non basiamoci soltanto sull'oggi, che è ormai corrotto e artefatto. Innaturale, ancorché "corretto", in senso etimologico. Oglio si dice anche in Umbria e nel Lazio ed è la normalissima evoluzione del latino. Anche in Umbria e Lazio da secoli scrivono olio, che è la versione letteraria. Quest'attenzione allo scrivere c'è sempre stata, tanto che per ipercorrezione in qualche testo trovo 'aulive', che non ha giustificazione se non come ipercorrezione, e non credo proprio che sia un sicilianismo, come dice il TLIO. L'ho sentito qui in Toscana più volte, sempre in ambiente che mette una qualche soggezione, detto da chi cerca di "parlare bene".
La forma scritta si è imposta per secoli su quella parlata. Ormai non più, e infatti ecco oggi il degrado, nel parlato e nello scritto.
Qualche pagina indietro avevo provato a riprodurre in Toscano le parole Oglio (fiume) e olio (succo d'oliva) e ripensandoci si dovrebbe scrivere Ogglio (fiume) e oglio (olio). Proprio come famigglia e famigliare.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
- Infarinato
- Amministratore
- Interventi: 5603
- Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
- Info contatto:
Stando ai dati documentari (grafici), a Firenze, probabilmente lo stesso.Scilens ha scritto:Oggi.Infarinato ha scritto:...abbiamo (solo per certi parlanti) [ˈɔːʎo]
Ma ieri? E nel linguaggio comune?
No, si dovrebbe scrivere olglio, ongni e asscia, come facevano nel Medioevo, molto piú pratici anche per andare a capo.Scilens ha scritto:…ripensandoci si dovrebbe scrivere Ogglio (fiume) e oglio (olio). Proprio come famigglia e famigliare.

Di oglio non ci sarebbe nemmeno bisogno bastando il semplice olio, ché una grafia, per essere univoca, basta che sia fonematica: non importa che sia allofonica.
Vero, sarebbe più istintivo e naturale.Infarinato ha scritto:…si dovrebbe scrivere olglio, ongni e asscia, come facevano nel Medioevo, molto piú pratici anche per andare a capo. ;)
Per me le spiegazioni date finora sono soddisfacenti:
- evitare equivoci con parole troppo simili
- rilatinazione, non solo ecclesiastica (a meno che non s'intenda con ecclesiastica tutta la cultura del medioevo e oltre), perché si protrae nel tempo. Non ho controllato, ma scommetterei che la forma oglio diventa sempre più rara man mano che ci si avvicina al presente.
Interessante!
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Credo che finora si sia considerato unicamente il caso intervocalico. Ma dopo son(or)ante? Per esempio in Dalecarlia (regione svedese) si può avere in parlato svelto [-rʎa]? Questa realizzazione rimarrebbe sempre distinta da quella di fargli (popolarmente ['faʎʎi] o ['falli], in italiano «coltivato» ['farʎ:i]). Ho notato che in toscano il toponimo Corniola può essere pronunciato [koɾ'ɲɔ:lʌ], ma molti toscani hanno difficoltà a pronunciare nomi non toscani come Borgna, Severgnini e Marsciano, perché associano quelle grafie a una consonante lunga, difficile da pronunciare in quella posizione. Sono io che sto facendo confusione?Infarinato ha scritto:L’alternativa è semplice, ed è dovuta a ragioni di fonetica generale: in un eloquio trascurato [lj] tende [sincronicamente] a palatalizzarsi in [ʎ] per una spontanea tendenza articolatoria… e non solo in toscano.
Sono forse il più selvatico qui, ma non mi creano problemi i nomi Borgna, Severgnini e Marsciano. Forse però se non li avessi letti li scriverei Bornia, Severnini e Masciano (o Marciano), e li pronuncerei allo stesso modo, tranne l'ultimo: secondo natura rsc non mi torna tanto, o sc o rc... Sebbene Sc sia potente.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Ho ritrovato per caso un esempio:Scilens ha scritto:in qualche testo trovo 'aulive', che non ha giustificazione se non come ipercorrezione, e non credo proprio che sia un sicilianismo…
"auliveto ad Orbiniano".
Si trova scritto in una cartula del 779, da Regesta Chartarum Pistoriensium.
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 1 ospite