Implementare, implementazione

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Federico
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Implementare, implementazione

Intervento di Federico »

Sbaglio o la parola implementazione va molto di moda?

Quando la incontrai la prima volta (in un forum di informatica) pensavo che significasse semplicemente "introduzione di una funzione" o in generale di un componente in un programma o in un apparecchio.

Il Treccani in linea dice però:
implementare v. tr. [adattam. dell'ingl. (to) implement, der. del lat. implere “riempire, condurre a termine”] (io impleménto, ecc.). – 1. Adempiere, completare, perfezionare: i. un accordo, un contratto e sim.; dare pratica realizzazione a un piano, a un progetto. 2. Con accezione partic., in informatica, allestire un sistema o una procedura a partire dagli studî preliminari fino alla sua messa in opera definitiva, attraverso le fasi intermedie di programmazione e prova. ✦ Oltre al presente verbo e al sost. implementazione (v. la voce), sono stati introdotti dall'ingl. in alcuni linguaggi settoriali anche il s. m. impleménto e gli agg. implementale, implementare (ingl. implement, implemental, implementary).
[Comunque l'accezione generica 1 deve essere recente, perché non è contemplata ad esempio dal mio Zingarelli 1995.]

Probabilmente a causa di questa idea "informatica" che me ne sono fatta all'inizio, mi piace decisamente poco trovare frasi come «È prevista l'implementazione di una serie di servizi per la raccolta e la gestione dei materiali elettronici distribuiti in modo capillare sul territorio». Ma non bastava realizzazione? :?

Non so, forse è solo una mia idiosincrasia...
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non mi disturba né implementareimplementazione, termini adattati e d’origine latina (implementum, der. di implere). Ci fornisce un sinonimo in piú. :)
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Federico
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Intervento di Federico »

Allora è solo una questione di gusti.
Forse adesso è un po' abusato, ma indubbiamente questa moda sarà riassorbita rapidamente. Sicuramente è un termine "innocuo".
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Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Per l’accezione 1 di implementare nel Treccani, il Battaglia dà come prima attestazione un esempio tratto da La Stampa del 31 maggio 1989 (ma la voce, secondo il GRADIT, è attestata sin dal 1983 in italiano):
In altre parole, l’associazione imput-output, ossia la soluzione del problema, viene implementata sull’architettura della rete.
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giulia tonelli
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Intervento di giulia tonelli »

iMput?!??
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Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

giulia tonelli ha scritto:iMput?!??
Ho ricopiato fedelmente: sic! :D
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Federico
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Iscritto in data: mer, 19 ott 2005 16:04
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Intervento di Federico »

Be', non si può ottimisticamente considerarla una prima forma di adattamento? :roll:
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Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Federico ha scritto:Be', non si può ottimisticamente considerarla una prima forma di adattamento? :roll:
Potrèbbesi (:mrgreen:). Ma a me non garbano le cose fatte a metà: o s’adatta l’intera parola (e in questo caso non ce n’è alcun bisogno, perché input è un prestito di lusso) o si lascia cosí com’è. In questo caso si tratta sicuramente d’un refuso (e avevo pensato di correggere o di mettere un [sic], ma poi optai [ottai! :D] per la trascrizione fedele senza commenti).
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Federico
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Intervento di Federico »

Sí, sicuramente un refuso... ma cosa c'è di male nel crearsi qualche illusione (è sicuramente un lapsus freudiano che indica la volontà subconscia repressa dal super-io condizionato dal contesto socio-culturale di adattare le parole straniere sottoponendole alla giurisdizione delle grammatica italiana, manifestatasi attraverso un refuso sfuggito al controllo raziocinante!)?
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Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

O speranze, speranze; ameni inganni
Della mia prima età! sempre, parlando,
Ritorno a voi; che per andar di tempo,
Per varïar d’affetti e di pensieri,
Obbliarvi non so.
:D
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