*«Il piú semplici possibile»
Moderatore: Cruscanti
*«Il piú semplici possibile»
Gradirei che qualche anima pia gettasse luce sulla seguente frase: voglio rendere le cose il piú semplici possibile. È corretta o è del tutto solecistica?
- Animo Grato
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Tanto tempo fa, in un filone lontano lontano...
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Ringrazio Scilens del suo contributo e Animo Grato del collegamento fornitoci. Il fatto è che ho aperto un nuovo filone proprio perché non sono riuscito a trovare le risposte che cercavo nell'altro. I dubbi non vertono tanto su possibile, che non mi sembra debba essere accordato, ché ci troviamo dinnanzi [mi pare d'aver capito] a una costruzione ellittica, né sull'attributo semplice, quanto piuttosto sull'articolo determinativo. È d'uopo che esso s'accordi col sostantivo (come dice Scilens, le piú semplici possibile) oppure no?
- Infarinato
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Ivan92 ha scritto:I dubbi non vertono tanto su possibile, che non mi sembra debba essere accordato, ché ci troviamo dinnanzi [mi pare d'aver capito] a una costruzione ellittica, né sull'attributo semplice…
Ma allora, scusi, perché ha scritto: «voglio rendere le cose il piú semplici possibile»?!!

Di certo intendeva scrivere: «voglio rendere le cose il piú semplice possibile»…?
In ogni caso, «le piú semplici ([che sia] possibile)» è un complemento predicativo dell’oggetto cose retto da rendere e, in quanto tale, essendo un aggettivo, si deve accordare in genere e numero col complemento oggetto… a meno che non sia sostantivato.
«Il piú semplice» sarebbe quindi teoricamente possibile nel senso de «l’uomo (o la cosa) piú semplice», ma sarebbe un’interpretazione del tutto innaturale (anche per via del grado superlativo)… e quindi, in buona sostanza, agrammaticale.
Mi scusi, mi sono espresso male. Ho scritto semplice perché stavo facendo una considerazione di carattere generale e cosí ho riportato la forma primitiva, cioè quella singolare maschile. Intendevo però scrivere semplici. Quanto a voglio rendere le cose il piú semplici possibile, l'ho scritta di proposito poiché pensavo [a rigor di logica e dunque erroneamente] che fosse corretta per una sorta di proprietà commutativa: se voglio rendere le cose il piú possibile semplici è giusta, lo sarà anche voglio rendere le cose il piú semplici possibile. Ma mi rendo conto che questo approccio matematico alla lingua risulta esser deleterio.
- Ferdinand Bardamu
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Secondo la GGIC (vol. II, § VII.1.1.4.), in questo tipo di superlativi «[s]i può anche trovare l’articolo accordato con più o meno: «una soluzione il meno cruenta possibile» (da «Repubblica», 25/6/1986)». Tuttavia, quest’uso mi sembra problematico, sicché personalmente accorderei l’articolo all’aggettivo, ossia al sostantivo a cui l’aggettivo si riferisce (in questo caso, come ha già detto Infarinato, l’aggettivo è un predicativo dell’oggetto): «Voglio rendere le cose le piú semplici possibile».
Mi rimetto a chi ha l’orecchio piú fino del mio per il giudizio sull’ammissibilità della frase senza l’articolo: «Voglio rendere le cose piú semplici possibile». Mi limito a riferire che la GGIC considera marginale (e proprio di un stile elevato e, aggiungo io, gallicizzante) l’uso dell’articolo davanti a piú o meno + aggettivo o avverbio, in frasi come «il motivo il piú cogente possibile». Dice, inoltre, sempre allo stesso paragrafo:
Le frasi in (43) stanno quasi sullo stesso piano:
(43)
Mi rimetto a chi ha l’orecchio piú fino del mio per il giudizio sull’ammissibilità della frase senza l’articolo: «Voglio rendere le cose piú semplici possibile». Mi limito a riferire che la GGIC considera marginale (e proprio di un stile elevato e, aggiungo io, gallicizzante) l’uso dell’articolo davanti a piú o meno + aggettivo o avverbio, in frasi come «il motivo il piú cogente possibile». Dice, inoltre, sempre allo stesso paragrafo:
Le frasi in (43) stanno quasi sullo stesso piano:
(43)
- Corrono il più rapidamente possibile.
- Corrono più rapidamente possibile.
Questa sarebbe la soluzione più semplice e forse anche la migliore. L'ho omessa per attenermi il più possibileFerdinand Bardamu ha scritto:«Voglio rendere le cose piú semplici possibile».

Tre più due e due più tre fanno sempre cinque, ma questo non funziona con le parole, dove anche stessa la posizione dei componenti determina il significato.
Ultima modifica di Scilens in data gio, 21 ago 2014 17:07, modificato 1 volta in totale.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
- Infarinato
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A-ha, ecco l’equivoco: come faceva notare Marco in un caso analogo, voglio rendere le cose il piú possibile semplici è l’equivalente di voglio rendere le cose semplici il piú possibile, non di *voglio rendere le cose il piú semplici possibile: insomma, il si riferisce sempre a possibile, mai a cose.Ivan92 ha scritto:Quanto a voglio rendere le cose il piú semplici possibile, l'ho scritta di proposito poiché pensavo [a rigor di logica e dunque erroneamente] che fosse corretta per una sorta di proprietà commutativa: se voglio rendere le cose il piú possibile semplici è giusta, lo sarà anche voglio rendere le cose il piú semplici possibile.

E il succitato intervento di Marco risponde anche al [primo] dubbio di Ferdinand: «una soluzione il meno cruenta possibile» è cattivo italiano.
- Infarinato
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No, non mi torna: per me è molto marginale.Ferdinand Bardamu ha scritto:Mi rimetto a chi ha l’orecchio piú fino del mio per il giudizio sull’ammissibilità della frase senza l’articolo: «Voglio rendere le cose piú semplici possibile».

Codesto è senz’altro vero quando l’aggettivo di grado superlativo è un attributo, non quando è un complemento predicativo.Ferdinand Bardamu ha scritto:Mi limito a riferire che la GGIC considera marginale (e proprio di un stile elevato e, aggiungo io, gallicizzante) l’uso dell’articolo davanti a piú o meno + aggettivo o avverbio, in frasi come «il motivo il piú cogente possibile».

Secondo me, l'omissione dell'articolo genererebbe un frase incompiuta. Codesto piú semplici diverrebbe una caratteristica delle cose e non lo scopo verso il quale si tende. Bisognerebbe inventarsi un'altra frase e accordare possibile: Voglio rendere le cose piú semplici possibili le piú difficili possibile. Dato questo contesto, avrebbe senso l'omissione dell'articolo. Altrimenti no. Rimango perciò fedele a voglio rendere le cose le piú semplici possibile, che mi sembra non dia adito a fraintendimenti (o, in alternativa, voglio rendere le cose il piú possibile semplici).
- Ferdinand Bardamu
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Grazie. Sospettavo che fosse cosí, ma non ne ero sicuro. Credo si possa concludere, dunque, che se l’aggettivo è modificato da piú e possibile, e ha funzione predicativa, l’uso dell’articolo sia per lo meno preferibile, se non proprio obbligatorio.Infarinato ha scritto:Codesto è senz’altro vero quando l’aggettivo di grado superlativo è un attributo, non quando è un complemento predicativo. ;)Ferdinand Bardamu ha scritto:Mi limito a riferire che la GGIC considera marginale (e proprio di un stile elevato e, aggiungo io, gallicizzante) l’uso dell’articolo davanti a piú o meno + aggettivo o avverbio, in frasi come «il motivo il piú cogente possibile».
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