Genere di «apericena»
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Genere di «apericena»
Apericena è un neologismo — tecnicamente una parola macedonia — che indica un aperitivo accompagnato da stuzzichini e veri e propri piatti, dimodoché dopo questo pasto si può fare a meno di cenare.
La sua natura di parola macedonia, che unisce un’arbitraria sezione di aperitivo e la parola cena, fa storcere il naso a molti, a mio parere piú perché l’associano alla presunta mancanza di gusto e alla presunta pacchianeria di chi partecipa a questi avvenimenti pubblici, che per ponderati motivi linguistici.
Migliorini si doleva dell’estendersi di questo procedimento di creazione di nuove parole, proprio per l’assenza di una regola certa e anche perché in taluni casi la parola macedonia risente dell’influenza dell’inglese (M. si riferiva, a questo riguardo, ai nomi industriali, ma credo che si possa allargare la sua osservazione anche alle parole comuni).
(Mi pare inoltre, ma questa è una mia opinione personale, che le parole macedonia contraddicano al genio della nostra lingua, molto meno spregiudicata nella creazione di nuove parole rispetto all’inglese. In ogni caso, se apericena ostacola l’adozione dell’ennesimo anglicismo, l’accolgo volentieri.)
Riguardo al genere della parola, in questa scheda si riporta la trattazione dei principali dizionari dell’uso, che oscillano tra il femminile e il maschile. Io non avrei alcun dubbio a dirla femminile, e mi stupisco anzi che qualcuno possa considerare apericena maschile. Mi pare abbastanza evidente che cena è la testa di questo strano composto, mentre aperi- funge da pseudo-prefisso. Che ne dite?
La sua natura di parola macedonia, che unisce un’arbitraria sezione di aperitivo e la parola cena, fa storcere il naso a molti, a mio parere piú perché l’associano alla presunta mancanza di gusto e alla presunta pacchianeria di chi partecipa a questi avvenimenti pubblici, che per ponderati motivi linguistici.
Migliorini si doleva dell’estendersi di questo procedimento di creazione di nuove parole, proprio per l’assenza di una regola certa e anche perché in taluni casi la parola macedonia risente dell’influenza dell’inglese (M. si riferiva, a questo riguardo, ai nomi industriali, ma credo che si possa allargare la sua osservazione anche alle parole comuni).
(Mi pare inoltre, ma questa è una mia opinione personale, che le parole macedonia contraddicano al genio della nostra lingua, molto meno spregiudicata nella creazione di nuove parole rispetto all’inglese. In ogni caso, se apericena ostacola l’adozione dell’ennesimo anglicismo, l’accolgo volentieri.)
Riguardo al genere della parola, in questa scheda si riporta la trattazione dei principali dizionari dell’uso, che oscillano tra il femminile e il maschile. Io non avrei alcun dubbio a dirla femminile, e mi stupisco anzi che qualcuno possa considerare apericena maschile. Mi pare abbastanza evidente che cena è la testa di questo strano composto, mentre aperi- funge da pseudo-prefisso. Che ne dite?
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Re: Genere di «apericena»
Beh, però, ci sono anche il passamontagna, il poggiaschiena etc.Ferdinand Bardamu ha scritto:Io non avrei alcun dubbio a dirla femminile, e mi stupisco anzi che qualcuno possa considerare apericena maschile. Mi pare abbastanza evidente che cena è la testa di questo strano composto, mentre aperi- funge da pseudo-prefisso. Che ne dite?
Diciamo che qui entrano in gioco diversi fattori: il genere della testa (ma questo è un «composto esocentrico»), (se hanno o possono avere valore aggettivale) il genere del sostantivo che «piú naturalmente» si sottintende, la non-marcatezza del genere maschile in italiano…
Re: Genere di «apericena»
Ma questi sono casi molto diversi da quello in esame, trattandosi di parole composte da verbo+sostantivo (come anche il portalampada e il corrimano). Apericena, pur non essendo propriamente una parola composta, è forse assimilabile a termini come "vetroresina" o "postagiro", che si concordano con il genere della seconda "metà".
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Re: Genere di «apericena»
È vero: ho letto troppo di fretta e ho fatto [un po’ di] confusione (me ne scuso
).
Ma credo che la sostanza del ragionamento valga. Se apericena è [percepito come] un’abbreviazione di «aperitivo-cena», il maschile è altrettanto possibile, se non obbligatorio.

Ma credo che la sostanza del ragionamento valga. Se apericena è [percepito come] un’abbreviazione di «aperitivo-cena», il maschile è altrettanto possibile, se non obbligatorio.
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Beh, può anche esserci la cena aperitivo, nel senso di una cena striminzita e ridotta a un'accozzaglia di assaggi di pastrocchi assortiti.
In fondo, dipende tutto dal lato a cui si guarda la cosa:
- un apericena è un aperitivo ricco, ricchissimo, così ricco da rendere superflua la cena;
- una apericena è una fregatura, in cui ti invitano a cena e poi ti devi arrangiare a sopravvivere campionando tartine, pasta fredda, patatine e affettati vari... e per giunta in piedi
In fondo, dipende tutto dal lato a cui si guarda la cosa:
- un apericena è un aperitivo ricco, ricchissimo, così ricco da rendere superflua la cena;
- una apericena è una fregatura, in cui ti invitano a cena e poi ti devi arrangiare a sopravvivere campionando tartine, pasta fredda, patatine e affettati vari... e per giunta in piedi

So di sconfinare (e non poco), ma sorrido troppo al pensiero del trio Aldo, Giovanni e Giacomo.
In un loro spettacolo, Giovanni si vantava del cane che portava al guinzaglio, uno spinugio, incrocio tra uno spinone e un segugio, ben felice che detto incrocio non fosse avvenuto in maniera inversa.
Perdonatemi il fuori tema.
In un loro spettacolo, Giovanni si vantava del cane che portava al guinzaglio, uno spinugio, incrocio tra uno spinone e un segugio, ben felice che detto incrocio non fosse avvenuto in maniera inversa.
Perdonatemi il fuori tema.
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