«Mosca»
Moderatore: Cruscanti
«Mosca»
Vorrei sapere che cosa pensate dell'eventuale pronuncia con la 'o' aperta del nome "Mosca" (la capitale russa); a me sembra giustificabile per queste ragioni:
1) si avvicina maggiormente alla pronuncia originale [mɐˈskva];
2) permette di differenziare da mósca (insetto e cognome italiano);
3) rispetta il principio «vocale incerta, vocale aperta» (che spinge, all'opposto e per rimanere nel russo, a pronunciare vòdka anziché vódka).
1) si avvicina maggiormente alla pronuncia originale [mɐˈskva];
2) permette di differenziare da mósca (insetto e cognome italiano);
3) rispetta il principio «vocale incerta, vocale aperta» (che spinge, all'opposto e per rimanere nel russo, a pronunciare vòdka anziché vódka).
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Re: «Mosca»
L'accostamento con l'italiano mosca credo che sia la vera ragione della pronuncia italiana della capitale russa.Zabob ha scritto:permette di differenziare da mósca (insetto e cognome italiano)
Lo sospettavo, dopo aver letto quest'osservazione di Souchou-sama proprio nel filone sulla vodka:
Fra i prestiti con la vocale chiusa, mi vengono in mente solo i francesi (scrivo come si pronunciano): fusó, bordó (il vino e la città, mentre il colore è bordò).Souchou-sama ha scritto:Be’, sí, direi che /ɛ, ɔ/ sono (quasi) la regola, nei prestiti. La mia opinione personale è che le principali eccezioni siano quei casi in cui è percepita una forte analogia con un termine italiano che al contrario presenta /e, o/: per esempio, càpita di sentire */ˈfreddi/ anche per Freddie, */meˈmento/ anziché /meˈmɛnto/…
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Perché i francesismi adattati, per lunga tradizione, hanno sempre /ɛ, ɔ/ accentate.Scilens ha scritto:... dovrebbe dirsi bordò, con la o aperta?
Fusò si pronuncia già con la 'o' aperta, anche perché la ó finale in italiano non esiste (altrimenti sarebbe presente sulle tastiere). La pronuncia "fusó" o meglio "füsó" /fy'zo/ è quella della forma non adattata fuseaux; analogamente, bordò (il colore) è la grafia adattata di bordeaux, laddove "bordó" /bor'do/ è la pronuncia di bordeaux (il vino) e Bordeaux (la città), che conservano la grafia originaria francese.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Io ho sempre sentito dire bordò ma fusó (prima che arrivassero i leggings...) e gigoló.
Non mi pare un grande motivazione: anche la È sulle tastiere non è presente eppure in italiano esiste eccome...Zabob ha scritto:anche perché la ó finale in italiano non esiste (altrimenti sarebbe presente sulle tastiere).
Infatti è pieno di E' in luogo di È, perché, vuoi per pigrizia vuoi perché se ne ignora la possibilità, molti impiegano l'apostrofo al posto dell'accento (e quanti, pur avendo gli appositi caratteri lì sulla tastiera, sostituiscono i segnaccenti con gli apostrofi anche dopo le lettere minuscole!).
Ma la ó è ancora più rara della È nei testi stampati, può ricorrere talvolta in corpo di parola per differenziare la pronuncia di "ancóra" rispetto a "àncora" o di "vólto" rispetto a "vòlto". Mai in posizione finale in parole genuinamente italiane (dove l'accento sarebbe obbligatoriamente segnato). Da questo credo sia dipesa la scelta di escluderla dalla disposizione dei tasti sulle tastiere italiane.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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