Ovverosia / Ovverossia
Moderatore: Cruscanti
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Ovverosia / Ovverossia
La grafia ovverossia è un errore? Se sì, perché?
Il Gradit a ovverossia rimanda a ovverosia.
Il Treccani dice ovverosia (err. ovverossia)
Il Serianni, nella sua Grammatica italiana, scrive, nella sezione sulle coordinazioni disgiuntive:
"Più ricercato di ovvero è ovverosia (rari ovvero sia, o vero sia), senza menzionare la possibile grafia alternativa ovverossia.
Grazie in anticipo.
Il Gradit a ovverossia rimanda a ovverosia.
Il Treccani dice ovverosia (err. ovverossia)
Il Serianni, nella sua Grammatica italiana, scrive, nella sezione sulle coordinazioni disgiuntive:
"Più ricercato di ovvero è ovverosia (rari ovvero sia, o vero sia), senza menzionare la possibile grafia alternativa ovverossia.
Grazie in anticipo.
Ho controllato nel Devoto-Oli e nel Sandrom.
Il primo non fa alcun accenno, il secondo accanto a ovverosia scrive tra parentesi err. ovverossìa.
Il primo non fa alcun accenno, il secondo accanto a ovverosia scrive tra parentesi err. ovverossìa.
Felice chi con ali vigorose
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
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Arianna
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La persona che ha scritto (un altro traduttore) ovverossia ha ribattuto che si tratta di raddoppiamento fonosintattico, alla stregua di cosicché, cosidetto ecc.Marco1971 ha scritto:Arianna dice il vero: ovverosia è la grafia esatta, perché non è il prodotto di ovvero + ossia ma quello di ovvero + sia.
Ho dato un'occhiata alla sezione della Grammatica del Serianni sul raddoppiamento fonosintattico in casi di univerbazione, ma non parla di questo caso. Se è raddoppiamento fonosintattico di ovvero e sia, perché sarebbe un errore, come segnalato - ma senza spiegazioni - dal Treccani?
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D'accordo con lei. Me ne sono convinto leggendo or ora, nella Grammatica di Marcello Sensini, nella sezione sul rafforzamento consonantico (lui lo chiama così), l'elenco dei vari tipi di parole che danno luogo al raddoppiamento. Ovvero non vi figura. Ormai per semplice curiosità mi piacerebbe capire perché: il semplice uso o specifici motivi fonosintattici?Marco1971 ha scritto:Nessun raddoppiamento in ovverosia: è l’accostamento di ovvero e sia, e ovvero non cogemina.
Sono cogeminanti le parole tronche (città, perché, ecc.), e certi monosillabi forti (e, è, dà, su, ecc.). Una parola come ovvero, piana, non può determinare alcuna cogeminazione proprio perché l’accento tonico non cade sull’ultima sillaba.Freelancer ha scritto:Ormai per semplice curiosità mi piacerebbe capire perché: il semplice uso o specifici motivi fonosintattici?
Poi ci sono eccezioni, come, dove, e pochi altri.
Il suo traduttore ha sbagliato solo gli esempi.Freelancer ha scritto: La persona che ha scritto (un altro traduttore) ovverossia ha ribattuto che si tratta di raddoppiamento fonosintattico, alla stregua di cosicché, cosidetto ecc.
Se avesse detto: «…alla stregua di sopra e dove, ecc.» sarebbe stato più difficile contraddirlo.
In questi casi il raddoppiamento è determinato dal fatto che, storicamente, i parlanti avevano presunto (errando) l’esistenza di una consonante finale (Gramm. Serianni, I.65c).
Nel caso di ovverossia, i parlanti, probabilmente, avranno ipotizzato (errando) che esso rappresentasse, come ricordava Marco1971, il prodotto di ovvero + ossia.
Visto che il termine è definito dal GRADIT come variante, mi sembra eccessivo definirlo un errore.
Possiamo solo dire che ovverosia è la forma consigliabile.
Anche in questo caso siamo di fronte a normali fenomeni di evoluzione linguistica in atto.
Accade anche il contrario: nella pronuncia, il raddoppiamento fonosintattico dopo dove o da rappresenta ormai un idiotismo toscano.
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Per sopra (prep.), questo non è del tutto certo, nel senso che potrebbe derivare da *sup(e)r ad anziché da supra (cfr. MaPI). Del resto, a tutt’oggi non è nemmeno chiarissimo da dove derivi da: da *de ab o da *de ad, o (piú probabilmente) da entrambi. (In tutti e tre i casi, comunque, la cogeminazione è storicamente giustificata.)bubu7 ha scritto:Se avesse detto: «…alla stregua di sopra e dove, ecc.» sarebbe stato più difficile contraddirlo.
In questi casi il raddoppiamento è determinato dal fatto che, storicamente, i parlanti avevano presunto (errando) l’esistenza di una consonante finale (Gramm. Serianni, I.65c).
Non esageriamo: non arriverei a definire «idiotismi toscani» (senza i quali si perde peraltro la coerenza con le scritture univerbate «davvero», «daccapo», etc.) varianti che rientrano nella «pronuncia tradizionale» della lingua italiana —non lo fa nemmeno il Canepàri—, anche se è vero che, diatopicamente, sono oggi ristrette alla sola Toscana… ma in fondo lo sono sempre state!bubu7 ha scritto:Accade anche il contrario: nella pronuncia, il raddoppiamento fonosintattico dopo dove o da rappresenta ormai un idiotismo toscano.

Per sopra ho riportato l'opinione del Serianni. Comunque, quello che è importante, è il tipo di fenomeno descritto.
Nell'italiano modello (caratterizzato da una pronuncia per la quale non si riesce a risalire all'origine del parlante) la coerenza di cui parla si è, in massima parte, persa . Nessuno fuori di Toscana pronuncia camera da letto 'dallètto' e dove vai 'dovevvài'.
Ovviamente "idiotismo toscano" è inteso in senso linguistico ed è sinonimo di "variante diatopica regionale".
Diciamo che oggi, a differenza di un tempo, sono poco raccomandabili...
Certo. Ma la Storia continua a farsi anche nel presente.Infarinato ha scritto: (In tutti e tre i casi, comunque, la cogeminazione è storicamente giustificata.)
Penso che diciamo, più o meno, la stessa cosa.Infarinato ha scritto:Non esageriamo: non arriverei a definire «idiotismi toscani» (senza i quali si perde peraltro la coerenza con le scritture univerbate «davvero», «daccapo», etc.) varianti che rientrano nella «pronuncia tradizionale» della lingua italiana —non lo fa nemmeno il Canepàri—, anche se è vero che, diatopicamente, sono oggi ristrette alla sola Toscana…
Nell'italiano modello (caratterizzato da una pronuncia per la quale non si riesce a risalire all'origine del parlante) la coerenza di cui parla si è, in massima parte, persa . Nessuno fuori di Toscana pronuncia camera da letto 'dallètto' e dove vai 'dovevvài'.
Ovviamente "idiotismo toscano" è inteso in senso linguistico ed è sinonimo di "variante diatopica regionale".
Sì, è vero.Infarinato ha scritto:ma in fondo lo sono sempre state!![]()
Diciamo che oggi, a differenza di un tempo, sono poco raccomandabili...

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Non so se qui si possa parlare di evoluzione. Mi sembra che sia un caso diverso da moduli come suicidarsi, calligrafia, panacea ecc., in cui non si riconosce più l'origine etimologica. In genere accolgo senza problemi scelte ormai nell'uso, ma qui mi sembra che non esista una tendenza alla diffusione di ovverossia rispetto a ovverosia, ad esempio Google dà un rapporto di circa 1:10. Forse Marco, che ha la Liz, potrebbe vedere qual è il rapporto lì.bubu7 ha scritto:Visto che il termine è definito dal GRADIT come variante, mi sembra eccessivo definirlo un errore.
Possiamo solo dire che ovverosia è la forma consigliabile.
Anche in questo caso siamo di fronte a normali fenomeni di evoluzione linguistica in atto.
Anzi, già ovverosia è un'alternativa ricercata di ovvero o di ossia, e ovverossia ha ancora minore diffusione.
Dove e come stabilire la separazione tra variante pochissimo usata ed errore?
Ultima modifica di Freelancer in data ven, 12 mag 2006 16:56, modificato 1 volta in totale.
Nella LIZ ci sono 4 occorrenze di ovverossia (3 in Rovani e 1 in Cagna) e 5 di ovverosia (3 in Nievo, 1 in Rovani e 1 in Tozzi). Parola rara, insomma.
Colgo l’occasione per far notare che la variante errata non viene registrata dagli altri dizionari dell’uso: tutti quelli che ho consultato hanno l’unica forma ovverosia.
Colgo l’occasione per far notare che la variante errata non viene registrata dagli altri dizionari dell’uso: tutti quelli che ho consultato hanno l’unica forma ovverosia.
Anche la scheda dell'Accademia (di cui adesso non trovo il collegamento, ho solo la fotocopia) sulle forme univerbate e quelle distaccate non accenna punto a ovverossia.
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Arianna
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Ma questa idea che derivi da ovvero + ossia è l'ennesimo frutto dell'italica inclinazione al pleonasmo? Allora perché non anche ovveroppursia?
Hmm, preferisco credere all'ipercorrettismo...
P.s.: scopro qui che ovverosia e persino ovvero sono poco comuni! Non l'avrei mai detto... allora devo essere stato io a contagiare un mio amico ceco che mi pare farne largo uso...

Hmm, preferisco credere all'ipercorrettismo...
P.s.: scopro qui che ovverosia e persino ovvero sono poco comuni! Non l'avrei mai detto... allora devo essere stato io a contagiare un mio amico ceco che mi pare farne largo uso...
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