«Sia… sia» o «né… né»?

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puer
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«Sia… sia» o «né… né»?

Intervento di puer »

Nella frase: "partendo dal presupposto che non potrete mai fare sia questo sia quello", le congiunzioni sia… sia sono corrette o si dovrebbe usare obbligatoriamente né… né? Grazie.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Sono due cose diverse.
Il "né... né" indica chiaramente che nessuna delle cose sarà possibile
L'altro indica che le due cose si escludono a vicenda, ma mi pare meglio "sia... che"
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

valerio_vanni ha scritto:[Mi]i pare meglio "sia... che"[.]
Giammai! :D
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Ma nemmeno per esprimere esclusione reciproca tra le due cose?
L'esempio sul sito della Crusca è diverso, perché affermativo: sia una cosa, sia l'altra.

Qui c'è una negazione, e se si vuole negare entrambe va bene il "né... né".
L'alternativa a negarle entrambe è renderle esclusive: in questo ambito proponevo il "sia... che".
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Zabob
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Intervento di Zabob »

valerio_vanni ha scritto:L'alternativa a negarle entrambe è renderle esclusive: in questo ambito proponevo il "sia... che".
Provo a esemplificare: lei direbbe, p.es., che «Non si può avere sia la botte piena che la moglie ubriaca».
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Scilens
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Intervento di Scilens »

L'esempio cruscatico (meglio sarebbe cruschesco, ma l'ho detto apposta) vuole semplicemente mettere in guardia sul rischio di affollamento di troppi "che". Per il resto non facciamoci problemi in sovrappiù.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Zabob ha scritto:
valerio_vanni ha scritto:L'alternativa a negarle entrambe è renderle esclusive: in questo ambito proponevo il "sia... che".
Provo a esemplificare: lei direbbe, p.es., che «Non si può avere sia la botte piena che la moglie ubriaca».
Scusate, ma non comprendo l’obbiezione. :?

Sia… sia e sia… che sono semanticamente equivalenti, con l’unica differenza che il primo è sostenuto dalla tradizione (ed evita eventuali accumuli di che), quindi, se in un determinato contesto [non] si può (= «[non] è semanticamente possibile») usare il primo, [non] si può usare anche [nemmeno] il secondo (e viceversa).

Se nel caso in oggetto non si vuole/può usare né… né [logicamente, non A et non B = non (A vel B)], ché si vuol dire non (A et B) (*), direi che nella lingua comune [in italiano, ché altre lingue possono seguire regole (magari solo impercettibilmente) diverse] qui si userebbe un semplice e: «non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca» [cioè precisamente non (A et B)]. :D

___________________
(*) Appendice matematica per «folli» :mrgreen:: in realtà, un «o esclusivo» (aut) come quello di «botte piena o moglie ubriaca» equivarrebbe a non (A et B) et non (non A et non B), ovvero, a rigor di logica, «si può avere o la botte piena o la moglie ubriaca» equivale a «non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca la botte vuota e la moglie sobria», ma la seconda parte, richiesta dalla matematica, è superflua nella lingua corrente, corrispondendo a un banale «né viceversa» (ed essendo «pragmaticamente blanda»: [piena, ubriaca ~] vuota, sobria).
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Infarinato ha scritto:Scusate, ma non comprendo l’obbiezione. :?

Sia… sia e sia… che sono semanticamente equivalenti
A me pareva che il "che" desse più una sfumatura di alternanza, ma a pensarci bene forse la cosa ha poco senso.
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