«Ben sperare»

Spazio di discussione su questioni di grafematica e ortografia

Moderatore: Cruscanti

valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Carnby ha scritto:
GFR ha scritto:Si potrebbe anche ipotizzare che i settentrionali siano meno sensibili alle successioni di consonanti.
Mi ricordo che in piacentino «macellaio» si dice pkèr e in bolognese «ospedale» si dice sbdèel. «Lo stomaco» in triestino è el stòmigo.
In Romagnolo c'è «disgraziato» -> «dsgrazié».

C'è un vecchio poema, intitolato Pvlon Matt. Pvlon sta per Paolone ;-)

In generale, ci sono nessi consonantici tali da provocare crampi a buona parte dei parlanti centro-meridionali.
Anche se, col tempo, si vanno perdendo e vengono inserite vocali d'appoggio.
Avatara utente
Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

valerio_vanni ha scritto:In Romagnolo c'è «disgraziato» -> «dsgrazié».
Non conosco affatto il romagnolo (né il piacentino, né gli altri dialetti citati), perciò chiedo ai diretti interessati: siete sicuri che la pronuncia sia effettivamente quella intuibile dalla grafia, o che non si tratti piuttosto di una trascrizione approssimativa (la più "arrotondata" possibile, nei limiti dell'alfabeto e delle convenzioni della lingua italiana), per cui qualche scevà particolarmente volatile, appena accennato, s'è perso per strada? Tanto per restare all'esempio qui sopra, qualcosa come «dəsgrazié».
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

No, piuttosto salta una consonante ("sdel" e "sgrazié", nelle parlate meno tradizionali). Tracce di scevà non ce ne sono, non viene aggiunta una sillaba.

Però nel tempo c'è stata una tendenza a rompere alcuni nessi con l'inserimento di vocali, per esempio «ledar» (ladro) è un antico "ledr" in cui a un certo punto il nesso /dr/ in coda alla sillaba è stato abbandonato.
Avatara utente
Scilens
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Iscritto in data: dom, 28 ott 2012 15:31

Intervento di Scilens »

Quel "ledr" in Romagna non si potrebbe scrivere "laeder" o "lader", ma con la dieresi sulla a? Tanto per riprodurre il suono.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Scilens ha scritto:Quel "ledr" in Romagna non si potrebbe scrivere "laeder" o "lader", ma con la dieresi sulla a? Tanto per riprodurre il suono.
Non sono pratico d'ortografia, purtroppo. In alcune zone c'è un dittongo con "a evanescente", una sorta di "leadar" (o "leader", non sono nemmeno sicuro sull'esatta natura della seconda vocale). Tra l'altro ho saputo che, dove c'è quel dittongo, viene chiamata "una a" (al mio orecchio ricorda più la e).

Mi pare che venga usato il circonflesso come diacritico, ma dovrei controllare meglio.

Nel dialetto parlato qui, però, quel tipo di dittonghi è praticamente assente: la parola è un semplice "lédre" (da pronunciare così come se si leggesse in Italiano).
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Ma non si potrebbe dire ben isperare? È un'eresia?
Avatara utente
Animo Grato
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Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11

Intervento di Animo Grato »

Ferdinand Bardamu mi perdonerà se maltratto la lingua dei suoi padri (o dei padri dei suoi vicini), ma in questo caso xe pezo el tacòn del sbrego. :wink: Se voglio ovviare all'esotica asprezza della sequenza consonantica -nsp-, perché dovrei ricorrere a un'altra "stranezza" (la i- prostetica) quando la forma piena bene previene il problema?
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Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Be', come darLe torto, caro Animo Grato! :)
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