«Spazzaturòmi»
Moderatore: Cruscanti
Per carità, tutto si può fare. L'unificazione internazionale delle unità di misura è imprescindibile, ma che cambi il nome non è un dramma, per quanto personalmente mi sembri (abbastanza) inopportuno.
Comunque, come dicevo a Bue, anche pensandola a questo modo si può fare uso di ottetto e binunità, mentre bitto è solo un adattamento e non provoca problemi di alcun tipo (anche il metro si chiama diversamente nei vari Paesi).
Comunque, come dicevo a Bue, anche pensandola a questo modo si può fare uso di ottetto e binunità, mentre bitto è solo un adattamento e non provoca problemi di alcun tipo (anche il metro si chiama diversamente nei vari Paesi).
Ah, però: volta è almeno registrato. Il Battaglia riporta il Panzini:
Siccome la parola volta non è incompatibile con le altre lingue (europee), non capisco perché è stata «codificata dal Congresso internazionale degli elettricisti (Parigi, 1881)». I francesi potevano dire /vol'ta/, i tedeschi /'fOlta/, gl’inglesi /'vQlt@/, tacendo di spagnoli e portoghesi, visto che la parola è perfettamente conforme alla loro fonotassi. Intermezzo-tristezza. 
Ma poi dice che la variante volta (rispetto a volt) è di epoca fascista...Ora piú spesso volta, per rispetto all’italianità del nome.


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Sta scherzando, vero? I nomi delle unità sono nomi propri, sono nomi di scienziati. A lei piacerebbe che le si storpiasse il cognome?Marco1971 ha scritto:Ormai è troppo tardi, ma si sarebbero potute adattare anche le unità di misura: mille erzi, àmperi o ampèri, vatti, volta (perché dovevamo storpiare anche il nome di Volta?), giuli, niútoni, culommi (:mrgreen:), faradèi, tòrri (da Torricelli!
), erghi, ecc.
Si poteva fare. Non s’è fatto.
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In ogni caso, in ispagnolo volt si dice voltio (…e joule julio!Marco1971 ha scritto:…Siccome la parola volta non è incompatibile con le altre lingue (europee), non capisco perché è stata «codificata dal Congresso internazionale degli elettricisti (Parigi, 1881)». I francesi potevano dire /vol'ta/, i tedeschi /'fOlta/, gl’inglesi /'vQlt@/, tacendo di spagnoli e portoghesi, visto che la parola è perfettamente conforme alla loro fonotassi.

Non per insistere sempre sulle stesse cose, ma del micron ho il sospetto che nessuno si scandalizzi perche', al solito, grecizzare va bene e anglicizzare no.
Per compensare vorrei far notare che il femtometro (fm) si chiama anche "fermi" in onore di Enrico Fermi, senza alcuna storpiatura, ed e` usato cosi` anche dagli anglofoni.
Per compensare vorrei far notare che il femtometro (fm) si chiama anche "fermi" in onore di Enrico Fermi, senza alcuna storpiatura, ed e` usato cosi` anche dagli anglofoni.
Io sono del parere che sarebbe consigliabile lasciare immutate le unità di misura derivanti da nomi propri (ma che per esteso non si devono scrivere cólla maiuscola!), per cui watt, herz, newton, coulomb, ampère, joule, hertz, pascal, epperò allora si notino le anomalie farad(ay) e volt(a); mentre, per le altre, sono favorevole all'adattamento (come per chilo, ad esempio).
Caloria non è antiscientifico, è solo obsoleto: una caloria è una quantita` di energia perfettamente definita e corrisponde a circa 4.2 joule. La si continua a usare solo in ambito alimentare, per questioni di abitudini dure a morire, non tanto (almeno credo) per questioni linguistiche. Siamo abituati a misurare l'apporto calorico (appunto) dei cibi in calorie, e non ci schiodiamo da questo anche se la comunita` internazionale ha deciso che l'unita` di misura dell'energia e` il joule, esattamente come fino a qualche decennio fa si misurava la potenza delle lampadine in candele e quella delle automobili in cavalli (cosa che si continua a fare), e come gli anglosassoni faticano a misurare la propria altezza in metri e centimetri e continuano ad andare avanti a piedi e pollici. Non credo sia questione di lingua. Per lo stesso motivo continuiamo a parlare ad esempio di trasmissioni via etere, quando da oltre un secolo la fisica ha dimostrato che l'etere non esiste: di nuovo, non credo che siano questioni linguistiche, come ad esempio non penso sia linguistico il motivo per cui in dialetto mantovano le lire per quasi un secolo e mezzo, fino all'introduzione dell'euro, si sono chiamate franc (franchi) e, quando ancora c'erano, i centesimi fènac (pfennig).Federico ha scritto:è quello che succede del resto col quasi antiscientifico caloria contrapposto a joule...
Nell'ipotesi di Marco non si tratterebbe più di nomi, ma di parole nuove derivanti da nomi; sarebbero cioè un omaggio a coloro che hanno contribuito all'invenzione / applicazione di quelle scoperte.Freelancer ha scritto:Sta scherzando, vero? I nomi delle unità sono nomi propri, sono nomi di scienziati. A lei piacerebbe che le si storpiasse il cognome?Marco1971 ha scritto:Ormai è troppo tardi, ma si sarebbero potute adattare anche le unità di misura: mille erzi, àmperi o ampèri, vatti, volta (perché dovevamo storpiare anche il nome di Volta?), giuli, niútoni, culommi (:mrgreen:), faradèi, tòrri (da Torricelli!
), erghi, ecc.
Si poteva fare. Non s’è fatto.
Quindi niente a che vedere con storpiature o cose del genere.
In generale è meglio analizzare caso per caso e non pensare per categorie.
C'era un "quasi". Quello che sapevo è che l'unità di misura "caloria" ha un peccato originale nella sua nascita in un periodo in cui si pensava al calore come fluido.Bue ha scritto:Caloria non è antiscientifico, è solo obsoleto: una caloria è una quantita` di energia perfettamente definita e corrisponde a circa 4.2 joule.
Vero. Quello che intendevo dire è che "caloria" è uscito dall'uso tecnico come unità di misura (lo stesso vale per etere), e qui è sottoposto a regole diverse. Si può sperare che noi impareremo a usare il joule, ma non che venga meno il significato comune di "caloria" per "energia" (nutrizionale): epsressioni come "diminuire le calorie", "un cibo con poche calorie", "ipocalorico", "iperacalorico" e compagnia bella non potranno mai essere spodestati.Bue ha scritto:La si continua a usare solo in ambito alimentare, per questioni di abitudini dure a morire, non tanto (almeno credo) per questioni linguistiche.
Si può invocare l'uniformità internazionale e il rispetto del nome di origine (anche se quest'ultimo punto è un po' tirato per i capelli) per le unità di misura, ma non per i loro usi traslati.
In conclusione, può essere contario all'abolizione (o anche solo all'adattamento) di "byte", ma questo non comporta necessariamente che debba opporsi completamente a "ottetto".
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C’è anche da dire che nella scienza dell’alimentazione, e quindi nella lingua di tutt’i giorni, per caloria s’intende generalmente la chilocaloria…Federico ha scritto:C'era un "quasi". Quello che sapevo è che l'unità di misura "caloria" ha un peccato originale nella sua nascita in un periodo in cui si pensava al calore come fluido.Bue ha scritto:Caloria non è antiscientifico, è solo obsoleto: una caloria è una quantita` di energia perfettamente definita e corrisponde a circa 4.2 joule.
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