«Gentile» ed «egregio»
Moderatore: Cruscanti
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«Gentile» ed «egregio»
Nella corrispondenza formale si usa "egregio" per rivolgersi a un uomo e "gentile" per rivolgersi a una donna: è vera questa regola?
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Re: «Gentile» ed «egregio»
Chi ha "divulgato" questa regola andrebbe fustigato!!!
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Tuttavia, mi sembra che, se Gentile può applicarsi indifferentemente a un uomo o a una donna, Egregio non si usi comunemente riferito a una donna. O sbaglio?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Sí, egregio non si usa comunemente riferito a una donna, ma nessuna legge grammaticale lo vieta.
Si veda anche qui.
Si veda anche qui.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Grazie, caro Fausto.
Ricordiamoci comunque che la corrispondenza formale è altamente codificata, e probabilmente un Egregia Signora a inizio di lettera potrebbe parere, oggi, fuori luogo.
Per riassumere, Gentile Signore/Gentile Signora vanno benissimo entrambi, ma riterrei preferibile (di là dalla liceità grammaticale, dai cui confini qui esuliamo), seguendo le convenzioni epistolari vigenti, evitare eventuali dissapori con la destinataria con un Egregia Signora che potrebbe essere interpretato in senso ironico.
Ricordiamoci comunque che la corrispondenza formale è altamente codificata, e probabilmente un Egregia Signora a inizio di lettera potrebbe parere, oggi, fuori luogo.
Per riassumere, Gentile Signore/Gentile Signora vanno benissimo entrambi, ma riterrei preferibile (di là dalla liceità grammaticale, dai cui confini qui esuliamo), seguendo le convenzioni epistolari vigenti, evitare eventuali dissapori con la destinataria con un Egregia Signora che potrebbe essere interpretato in senso ironico.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Chissà che ne pensa la Presidentessa (o Presidenta?) Boldrini...Marco1971 ha scritto:Ricordiamoci comunque che la corrispondenza formale è altamente codificata, e probabilmente un Egregia Signora a inizio di lettera potrebbe parere, oggi, fuori luogo.
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La presidente: presidente è ambigenere.Lizard ha scritto:Chissà che ne pensa la Presidentessa (o Presidenta?) Boldrini...

Ha ragione.Infarinato ha scritto:La presidente: presidente è ambigenere.
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Io in genere distinguo tra due gradi di formalità. Uso Gentile + nome e cognome per la corrispondenza molto formale; Buongiorno o Buonasera + signor o signora + cognome per tutte le altre situazioni. Nel secondo caso ho sempre qualche dubbio: usare signore per tutti (se non si conosce la qualifica del destinatario) mi sembra un buon principio democratico, che prescinde dai titoli accademici, veri o presunti; ma in Italia si tende a dare del «dottore» un po’ a tutti, perciò non so mai se chi sta dall’altra parte dello schermo si risentirà. In piú, come ci si regola col saluto legato alle parti del giorno? Di solito, se credo che il destinatario mi leggerà nel giro di pochi minuti, uso la parte del giorno in corso nel momento in cui scrivo; se invio il messaggio di notte, in ispecie se è un messaggio di lavoro, di solito adopero Buongiorno, perché presumo che il ricevente mi leggerà l’indomani mattina.
Giusto, ma per quanto? Argentini e brasiliani hanno già capitolato, mi pare...Infarinato ha scritto: La presidente: presidente è ambigenere.
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La prassi abituale della Crusca, a quanto pare, è il silenzio.PersOnLine ha scritto:L'Accademia svedese ha appena ufficializzato un pronome neutro di terza persona per rispondere alle istanze del politicamente corretto di matrice femminista, la Crusca quanto ci impiegherà?
Personalmente, non mi sembra il caso di interrompere questa vetusta tradizione, se è per accodarsi a certe scempiaggini "moderne".
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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