«Schadenfreude»
Moderatore: Cruscanti
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Le mie ricerche servono per esser certo di quel che io affermo, poi non hanno richiesto grande tempo, semplicemente le ho iniziate a un'ora tarda, infatti hanno richiesto meno di 20 minuti. Non credo che mi manchino le basi, infatti ho una preparazione media sull'argomentoInfarinato ha scritto:Perché? Perché?? Perché??? :xPugnator ha scritto:Scusate la poca eleganza ed eventuali errori di lessico/ortografia/grammatica ma le ricerche per accavallare avallare le mie tesi hanno richieste richiesto ore e sto scrivendo questo alle 4:32 di notte...
Se a Lei, com’è del tutto evidente, mancano le basi (mancanza cui non può certo sopperire con una [pur lunga] ricerca notturna, ma che richiederebbe anni di studio), perché perde tempo a cercare di avallare tesi insostenibili anziché tacere e ascoltare chi ne sa piú di Lei?
Stiamo parlando di un possibile neologismo composto dal greco, quindi non vedo dove andiamo fuori tema.Infarinato ha scritto:Questo è un fòro sulla lingua italiana per cui siamo già ampiamente fuori tema
Lo scrivere la seconda volta U inglese è stato un errore di distrazione, come ho scritto prima volevo intendere u francese. Per quanto riguarda il resto non trovo una smentita della mia trasformazione, non credo sia sbagliato farlo derivare con la trasformazione da "υ" a "u", infatti molte parole pur se molto spesso passando prima dal latino (principalmente popolare ) hanno avuto storicamente questa trasformazione.Infarinato ha scritto:[L]a informo che in greco arcaico [preclassico] la υ valeva [u(ː)] proprio come la u [vocalica] latina (e lo stesso discorso vale praticamente per tutte le lingue indoeuropee antiche). A quest’epoca risalgono prestiti [arcaici, appunto] come CŬBUS (< κύβος), CĀDŪCĔUM (forse < καρύκειον), GŬBERNĀRE (< κυβερνᾶν), CRŬPTA (< κρύπτη), variante arcaica/popolare di CRYPTA (che rispecchia invece la pronuncia seriore classica, da cui la voce dotta cripta in italiano), da cui l’italiano grotta (etimologicamente ancora pronunciato con la o chiusa nell’Italia meridionale), etc.
In epoca classica, questo valore originario della υ greca si è mantenuto nei dittonghi (laddove, ovviamente, questi non si siano a loro volta monottongati in qualcos’altro), ma in isolamento si è mutato in [y(ː)] (che non è la u [lunga] inglese, ma semmai la u francese o la ü tedesca!), di qui la trascrizione y in latino classico (pronunciato per isfoggio [y(ː)] dai latini colti, ma [i(ː)] dal popolo), e quindi il passaggio a i /i/ in italiano.
Visto che è una trasformazione ellenistica e non classica preferirei continuare, anche in quanto fervido sostenitore della pronuncia erasmiana, a farlo derivare dall'origine pronuncia come anche è successo storicamente.Infarinato ha scritto:Infine, in epoca ellenistica (e quindi bizantina e moderna) la υ ha perso l’elemento labiale e si è ridotta a /i/, e come tale si è continuata in greco moderno.
Il mio tu non voleva esser(le) irrispettoso , lo ho semplicemente usato per ridurre il divario dello schermo che separa i vari utenti, come si fa nella quasi totalità del web. ( Non ho tradotto Web con rete perché come spiegato qua, in inglese, il web e la rete non sono la stessa cosa, e tradurre web con ragnatela mi pareva orribile.)Infarinato ha scritto:In questo fòro ci si dà del «Lei» se non ci si conosce personalmente! :evil:Pugnator ha scritto: Per quanto riguarda la seconda parte, in cui dici…
È attestato il termine epicherecacia, epicaricacia o qualcosa del genere, derivato da ἐπιχαιρεκακία, che si trova in Aristotele col significato di «gioia per il male altrui» (sì, pare proprio un traducente perfetto!)?
Ultima modifica di Carnby in data mar, 09 giu 2015 20:25, modificato 1 volta in totale.
- Ferdinand Bardamu
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Infarinato le ha replicato cortesemente ma con giusta franchezza, fornendole una risposta da esperto, chiarissima e ineccepibile. Se per lei venti minuti di sgugolate e una preparazione «media» possono sostituire qualche decennio di fatica sui libri, non so che mi dire.Pugnator ha scritto:Le mie ricerche servono per esser certo di quel che io affermo, poi non hanno richiesto grande tempo, semplicemente le ho iniziate a un'ora tarda, infatti hanno richiesto meno di 20 minuti. Non credo che mi manchino le basi, infatti ho una preparazione media sull'argomento.
Stavamo parlando di questo. Con quest’intervento lei ha spostato il tema alla grammatica storica del greco antico, cosa che, con ogni evidenza, esula dallo scopo del fòro.Pugnator ha scritto:Stiamo parlando di un possibile neologismo composto dal greco, quindi non vedo dove andiamo fuori tema.
Su questo non insista: l’uso del «lei» è una regola del nostro fòro, e non è negoziabile.Pugnator ha scritto:Il mio tu non voleva esser(le) irrispettoso , lo ho semplicemente usato per ridurre il divario dello schermo che separa i vari utenti, come si fa nella quasi totalità del web.
Senz’animosità, la invito, come ha fatto Infarinato, a adeguarsi alle regole che ci siamo dati, in particolare ai punti 8 (prima di proporre un traducente, procuri di accertarsi se non sia già stato pensato in qualche discussione passata) e 10. Grazie.
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La spiegazione del tu era per giustificarmi, non per altro. Comunque non ho proposto un traducente di cui non si è mai stato discusso prima, in quanto elupefilia o lupefilia non è mai stato proposto. Comunque io ho motivato e argomentato la mia idea che può esser condivisa o meno, l'etimologia non è una scienza esatta e ci son molti pareri discordanti e diverse visioni che cambiano nel tempo. Inoltre non ho mai agito con tono aggressivo, cosa invece fatta da Infarinato. Inoltre il mio intervento era per rispondere a carnby che aveva esposto la sua opinione su una probabile derivazione di λυπη basandosi però su una pronuncia iotacista.
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Potrei avere qualche delucidazione etimologica?Carnby ha scritto:È attestato il termine epicherecacia, epicaricacia o qualcosa del genere, derivato da ἐπιχαιρεκακία, che si trova in Aristotele col significato di «gioia per il male altrui» (sì, pare proprio un traducente perfetto!)?
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Ho scoperto che almeno secondo glosbe, dizionario online poco affidabile, in spagnolo è usato il termine epicaricacia. Qualcuno sa se è vero e se c'è una corrispondenza simile in altre lingue romanze e non ?
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Anche in Portogallo o in una delle sue varie ex-colonie si sta dibattendo per trovare un neologismo e lo scrittore del blog ha raccolto le proposte di "epicaricacia " e di "hipotrélico"
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Anche in Portogallo o in una delle sue varie ex-colonie si sta dibattendo per trovare un neologismo e lo scrittore del blog ha raccolto le proposte di "epicaricacia " e di "hipotrélico"
Da ἐπιχαίρω «mi rallegro» e κακία «cattiveria».PersOnLine ha scritto:Potrei avere qualche delucidazione etimologica?
In ogni caso aticofilia è già attestato nella traduzione di Gaetano Luigi Staffilano del romanzo di Paul Sussman Il labirinto di Osiride, anche se ho la sensazione che il traduttore si sia ispirato ai suggerimenti dati sulla guichipedìa.
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E quella che ho segnalato io è la stessa parola? Si tratta di greco antico o moderno?
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Forse perché è mal formato?Pugnator ha scritto:La spiegazione del tu era per giustificarmi, non per altro. Comunque non ho proposto un traducente di cui non si è mai stato discusso prima, in quanto elupefilia o lupefilia non è mai stato proposto.

Come ho cercato di spiegarle (evidentemente senza successo), una υ greca [isolata] passa necessariamente a y in latino [classico e moderno], e di qui a i in italiano, e a nulla vale l’esempio [inutilizzabile in un neologismo] dei pochi prestiti arcaici in u.
Inoltre, non si può avere un ἐκ [preposizionale] come prefisso di un composto che non sia un verbo o un deverbale.
Infine, non è che sia la η di λύπη(ς) a essere resa da una o: è che non è cosí che si formano i composti greci, bensí usando il caratteristico infisso -o- (originariamente una vocale tematica, poi generalizzatosi come «marca di composizione» universale).
Come vede, la sua preparazione «media» non basta, e l’«aggressività» sta anche in un insistere pervicacemente nelle proprie convinzioni rifiutandosi di prendere atto delle proprie scarse competenze in materia.
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Quasi: manca il prefisso.PersOnLine ha scritto:E quella che ho segnalato io è la stessa parola?
Il «suo», moderno. L’ἐπιχαιρεκακία di Aristotele, [ovviamente] antico.PersOnLine ha scritto:Si tratta di greco antico o moderno?
Comunque sia, l’Oxford English Dictionary non registra nessun epichaerecacy, epicaricacy o sim.
Avevo dei dubbi su questo punto e mi sono basato principalmente su parole analoghe. Mi conferma che è una caratteristica (quasi) universale l'uso di -o- in composti come questi?Infarinato ha scritto:Infine, non è che sia la η di λύπη(ς) a essere resa da una o: è che non è cosí che si formano i composti greci, bensí usando il caratteristico infisso -o- (originariamente una vocale tematica, poi generalizzatosi come «marca di composizione» universale).
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