Interessante... non riesco, però, a trovare una legenda per le trascrizioni.Infarinato ha scritto:Di passaggio ricordo a tutti che l’AIS è ora disponibile in rete. :D
Forse è solo nella versione scaricabile.
Moderatore: Dialettanti
Interessante... non riesco, però, a trovare una legenda per le trascrizioni.Infarinato ha scritto:Di passaggio ricordo a tutti che l’AIS è ora disponibile in rete. :D
Sorvolo sulle lodi e vado all'ultima sua frase.u merlu rucà ha scritto:Il suo intento è lodevole, ma portato all'eccesso porta quasi alla paralisi. Diventa impossibile verificare personalmente tutti i dati e, quindi, emettere qualunque ipotesi. Diciamo che, con un po' di esperienza, si può intuire dove c'è qualcosa che non quadra e, quindi, cercare di approfondire.
Non credo sia nemmeno in quella: la spiegazione del sistema di trascrizione fonetica dell’AIS è contenuta nel terzo capitolo del volume introduttivo dell’opera, che non penso sia stato numerizzato…valerio_vanni ha scritto:Interessante... non riesco, però, a trovare una legenda per le trascrizioni.Infarinato ha scritto:Di passaggio ricordo a tutti che l’AIS è ora disponibile in rete. :D
Forse è solo nella versione scaricabile.
Cercando in rete ho letto un riferimento al sistema "Ascoli", che però non riesco a trovare.Infarinato ha scritto:Non credo sia nemmeno in quella: la spiegazione del sistema di trascrizione fonetica dell’AIS è contenuta nel terzo capitolo del volume introduttivo dell’opera, che non penso sia stato numerizzato…
Per il VPL presumo che si riferisca a William Piastra, visto che la moglie risulta tra i raccoglitori per Genova. Per Vivaldi non saprei, so solo che è un docente universitario… certo che mulìnLigure ha scritto: A Genova ha svolto le inchieste (con suoi conoscenti, aspetto metodologicamente discutibile, soprattutto se i conoscenti sono "scarsi") un pilastro della dialettologia ligure e le vocali "e" seguite da n sono tutte sbagliate!
Un altro pilastro è stato intervistato non molti anni fa e agli intervistatori tedeschi dell'archivio sonoro Vivaldi (è tutto sul web, ormai i "peccati" non vengono più dimenticati) ha fornito tranquillamente per mulino la grossa bufala di mulin (senza neppure l'r intervocalica). Roba di chissà quanti secoli fa!!
A parte il fatto che si dovrebbe dire muin, ma, evidentemente, non lo sapeva!
Segua il secondo collegamento dato in quest’intervento… Comunque, sí, le trascrizioni dell’AIS (come, del resto, quelle di VIVALDI) vanno sempre prese cum grano salis.valerio_vanni ha scritto:Cercando in rete ho letto un riferimento al sistema "Ascoli", che però non riesco a trovare.
L'avevo visto quello del Canepari, ma nell'atlante c'è un diacritico che non trovo da nessuna parte. Sta sopra alla "s", ed è simbolo della vocale breve latina capovolto.Infarinato ha scritto:Segua il secondo collegamento dato in quest’intervento… Comunque, sí, le trascrizioni dell’AIS (come, del resto, quelle di VIVALDI) vanno sempre prese cum grano salis.valerio_vanni ha scritto:Cercando in rete ho letto un riferimento al sistema "Ascoli", che però non riesco a trovare.
Io sento un'affricata a Calizzano, quella di Sassello mi pare una sequenza.Infarinato ha scritto:Tornando in tema, sono completamente digiuno di fonetica storica dei dialetti liguri, quindi non ho idea se ciò sia rilevante (si tratta dell’esito di -Ce/i- latino, non di quello di -Te/i-) o no, ma qui noto (= sento) delle chiare affricate (se non a Sassello, perlomeno a Calizzano)… o forse Ligure vuol dire che ormai l’opposizione /s ~ ʦ/ è ovunque defonologizzata nelle parlate liguri ed è quindi ormai variazione meramente allofonica (variofonica piú che tassofonica, direi)?
Ma allora —mi scusi se banalizzo— la sua obbiezione principale al ragionamento del Merlu rimane che, secondo i dati in suo possesso (che non contesto, ma di cui —con calma— mi piacerebbe conoscere le fonti), mas(s)a non esiste (né è mai esistito) nei dialetti in esame o, laddove esista (sia esistito), non significa(va) «vomere», ma al massimo è un italianismo che significa «massa»… dico bene?Ligure ha scritto:Un vecchio di Rovegno direbbe piazza (esattamente come un fiorentino!)
- quindi, non solo ce/ci etimologici, però ce/ci solo iniziali, non nel corpo di parola -.
Codesto non è necessariamente vero, almeno a priori (parlo sempre —sia chiaro— da profano di dialettologia ligure!)… Dipende dalla cronologia relativa dei fenomeni di degiminazione consonantica e di sonorizzazione delle consonanti scempie intervocaliche: se il secondo si è chiuso prima del primo, è chiaro che —s’un piano puramente teorico, s’intende!— ma[s]a < MASSA(M) sarebbe possibile mentre *ca[s]a < CĂSA(M) no, dovendo aversi necessariamente [in ligure] ca[z]a.Ligure ha scritto:Ammesso - e non concesso - che possa essere esistito un etimo o un prestito dall'esterno del sistema linguistico quale ma[s]a, esso - nei rispettivi sistemi linguistici del Sassello, di Rovegno, di Genova e di . . . dappertutto - avrebbe subito sonorizzazione e si sarebbe avuto ma[z]a.
A quale carta e a quale atlante si riferisce?valerio_vanni ha scritto:L'avevo visto quello del Canepari, ma nell'atlante c'è un diacritico che non trovo da nessuna parte. Sta sopra alla "s", ed è simbolo della vocale breve latina capovolto.
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