Dico, da persona che ha fatto assistenza a esami di geografia/geomorfologia, che questo termine, in ambito scientifico, è oggi considerato non corretto, e gli studenti che lo usano vengono ripresi. Nell'ambito colloquiale può anche starci, ma nelle discipline scientifiche, come dicevo sopra, a un certo punto viene scelto un solo termine, che designa il medesimo oggetto per tutti quelli che si occupano della materia.
In questo caso, esistendo un preciso e corretto, non dialettale o locale, termine italiano per indicare ciò, ci è andata bene, e si è riusciti - quei pochi nella Scienze della Terra che guardano a queste cose - a trovare un traducente unico e condiviso, evitando l'equivalente anglosassone.
Purtroppo, in molti altri casi, proprio perché l'italiano ammette spesso molti sinonimi, e non esiste un dizionario ufficiale del geologichese, si è costretti a mantenere il termine straniero, per evitare la confusione. Quindi, personalmente lo difendo a spada tratta.
Al di là di ciò, negli esempi dell'articolo sopra citato, occorre fare dei distinguo.
Lasciamo perdere gli usi gergali dei marinai del Mediterraneo: vanno bene nel loro campo specifico, ma non è detto che siano precisi nel definire l'oggetto in questione, in quanto non è detto che a loro interessi definirlo.
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Ebbene, gli uomini di mare elbani avevano dato, come significato locale di bagnasciuga, proprio ‘riva, battigia’. "
Ora, fra "riva" (o linea di riva) e battigia, c'è differenza. La riva è fissa, la battigia si sposta con le ore del giorno, essendo legata alle oscillazioni delle maree.
Probabile che per poter sfruttare a fini sportivi il flusso di ritorno generato dal moto ondoso (ammesso che sia quello) interessi esattamente la fascia soggetta al continuo flusso e riflusso dell'acqua trasportata oltre la linea dei frangenti - quindi la battigia - e non la riva, che è una linea immediatamente all'esterno di questa fascia. Quindi, nel nostro caso, il linguaggio dei pescatori non è adeguato a quanto si vuole indicare (è la solita storia dei nomi della neve per gli eschimesi...).
Passiamo agli articoli scientifici: come si sa, nell'ultimo secolo la scienza è stata rapidissima a evolversi e sistematizzare nuove conoscenze. In particolare, il campo della sedimentologia e della geomorfologia è stato praticamente ricostituito dalle basi dal dopoguerra a oggi, grazie agli studi dettagliati e quantitativi della scuola americana, soprattutto, a cui quella italiana si è affiancata, impostando un discorso comune, applicabile anche alle coste del Mediterraneo. Si sono visti nuovi fenomeni, si sono individuate nuove scansioni dello spazio geografico, si sono introdotti nuovi termini e nuove definizioni.
In geologia in generale (ma non solo), citare oggi un articolo degli anni '30 o '40 per trovare delle definizioni è assolutamente fuorviante: allora, il dettaglio di tutte le osservazioni era minore, e quindi i termini più generici. Oggi, a un singolo termine si sono sostituite più sottocategorie, e quindi quel termine ha perso la precisione di significato, e spesso è decaduto.
Allora, si chiamava bagnasciuga. Oggi, invece, si definisce più precisamente battigia.
Del resto, nell'articolo, si identifica (correttamente? forse) il bagnasciuga con la linea dove inizia la terra:
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è l’ora di finirla di attribuire a Mussolini il significato (spesso ritenuto arbitrario) di bagnasciuga come “linea della sabbia dove l’acqua finisce e comincia la terra” (Simonini 1978a: 25), quando questo è attestato anche nei dialetti (cfr. DELI, s.v. bagnare)"
Mi viene da chiedermi: veramente Mussolini si riferiva proprio a quella linea? A me, la frase - che si fonda sulla potenza dell'immagine - evoca il nemico "congelato", spalmato a terra in quella fascia dove resta in balia dello sciabordio del moto ondoso, piuttosto che inchiodato lungo una linea monodimensionale. Però questa è una mia sensazione, e può essere che Mussolini non abbia sbagliato, volendo proprio indicare la linea del "bagnasciuga".
Resta il fatto che quelli che vogliono usare tavole per scivolare sull'acqua, difficilmente riusciranno a farlo lungo la linea che delimita il passaggio da spiaggia periodicamente sommersa a spiaggia emersa, ovvero là dove finisce l'acqua e inizia la terra...
P. S. apprezzate almeno il fatto che sono riuscita a evitare tutti i termini tecnici che normalmente fra addetti ai lavori non sono in italiano... è stata dura...
