Marco1971 ha scritto:Probabilmente perché il parlante medio del Settentrione è convinto di non avere tratti regionali.
Confermo, ma ò sentito anche un napoletano dire che i milanesi sono facilmente riconoscibili, mentre quando un napoletano parla in italiano (non in dialetto) non si capisce che è di Napoli.
Souchou-sama ha scritto:PersOnLine ha scritto:Francamente, io non sento proprio le differenze di timbro, fra aperte e chiuse, quando uno parla – non me ne vanto, ma neanche me ne struggo
Allora Le auguro di non dover mai imparare una lingua straniera…

Non sono d'accordo. Da bambino/ragazzino sapevo già riconoscere l'
e aperta/chiusa in francese, mentre in italiano solo nella tarda adolescenza ho cominciato a percepire la differenza (studiando dizione e fonetica). Il francese l'ho appreso sin dall'inizio nella pronuncia nazionale e con corsi di pronuncia. L'italiano l'ho appreso nella variante regionale calabrese (che non fa distinzione di timbro) e senza corsi di pronuncia.
Souchou-sama ha scritto:Aggiornamento: m’è sovvenuto un buon esempio.
Sfido chiunque ad ammettere di non aver [avuto] problemi a capire alcune frasi pronunciate da coloro che confondono
e /e/ &
è /ɛ/.
L'unica difficoltà di comprensione che può verificarsi, basandomi sulla mia esperienza personale, è quando la congiunzione
é viene pronunciata coll'
e aperta.
Souchou-sama ha scritto:P.S.
Deo gratias, i milanesi piú cólti stanno imparando a dire
perché (che però resta solitamente [peɾˈkeˑ]). Ma io ho a che fare con docenti & studenti di Lingue, quindi non credo che come ambiente faccia testo…

Ho che fare, meglio che
ho a che fare.
Souchou-sama ha scritto:Marco1971 ha scritto:Nel doppiaggio della pellicola Le ore (The Hours), che ho ascoltato attentamente piú di cinque volte, ci sono attori della scuola romana e di quella milanese: quelli di quest’ultima usano il vocalismo fiorentino (avrèbbe vs avrébbe, ecc.).
L’induzione «
avrèbbe &c → vocalismo fiorentino» mi pare affrettata, ottimistica. Probabilmente, molti doppiatori milanesi dicono
avrèbbe,
lèttera,
trénta &c non tanto perché sia la pronuncia fiorentina, quanto perché
è la loro pronuncia nativa.

Non è vero. I doppiatori e le voci pubblicitarie milanesi seguono il DOP, soprattutto la seconda edizione. Un professionista della voce, infatti, m'ha detto che ha imparato a dire
gonna con l'
o chiusa (essendo di Milano, direbbe
gònna nella sua pronuncia nativa) e continua a pronunciare cosí, anche se alcuni doppiatori ora dicono
gònna.
Infarinato ha scritto:anche i toscani piú giovani e «alla moda», pur non usando la «
i pro[
s]tetica», non realizzano mai un nesso quale,
e.g., /instr/ come [instr], ma al piú come [ĩstr], quando non proprio come [istr]…
Ecco come il DOP pronuncia
const e
inst rispettivamente in
constato e in
instabile. E
instr in
instrumento.