Certo, lo so bene, ma mi spiega allora secondo quale logica uno, in italiano, dovrebbe [semi]adattare [il prefissoide] hater in heiter (per rendere —presumo— piú perspicuo il valore fonetico di quella a inglese), mentre per lo heiter tedesco (appartenente, fra l’altro, a una lingua meno conosciuta/studiata in Italia) uno dovrebbe sapere [per iscienza infusa] che si pronuncia con /-ai-/ e non [semi]adattare anche quello in *haiter?Sixie ha scritto:No, Infarinato, il tedesco heiter si pronuncia h-ai-ter, come in Heimat, ad esempio.Infarinato ha scritto:Una scrizione quale *heiteraggio richiama piuttosto il tedesco heiter («allegro»)… :?
«Hateraggio»
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Sul secondo punto sollevato da Sixie concordo, ovviamente, in toto con Ferdinand. Il primo peraltro mi lascia completamente basito…
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Io ho sempre detto "carachiri": la fricativa glottidale sorda mi fa venire l'asma.Ivan92 ha scritto:Passi habitat, ma le sembra che harakiri sia una parola italiana?Sixie ha scritto:Lei dice che, se proprio, bisognerebbe scrivere eiteraggio, ma io non sento quella -h- iniziale come estranea all'italiano, o almeno, non completamente se sappiamo come scrivere e pronunciare parole come habitat o, che so, harakiri.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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Ma non era in realtà il seppucù (切腹 seppuku)?Animo Grato ha scritto:Io ho sempre detto "carachiri": la fricativa glottidale sorda mi fa venire l'asma.
- Animo Grato
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Sì, lo era e lo è.Carnby ha scritto:Ma non era in realtà il seppucù (切腹 seppuku)?
Ma a livello colloquiale l'espressione fare carachiri, anche se inesatta, s'è diffusa quando da noi le nozioni in materia di estremo oriente erano ancora piuttosto vaghe. E, a patto di non usarla indebitamente in ambito storico-scientifico, non sento la necessità di abiurarla.
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Ho sbagliato la scelta di harakiri, mi rendo conto. Avrei dovuto scrivere : handicappare (prn. all'it. andicappare); hegheliano (prn. all'it. egheliano); hitleriano, hollywoodiano (prn. all'it. ollivudiano) e così via.
Sono termini di uso comune, sappiamo come scriverli e pronunciarli.
Tornando a 'heiteraggio' o 'eiteraggio', scopro solo ora che il termine non esiste, nemmeno in Rete.
Strano, mi ricordo di averlo sentito nel corso di una conversazione con la ragazza; non posso essermelo inventato di sana pianta.
Comunque, nella scelta di heiteraggio deve avere influito sia la pre-conoscenza del termine hackeraggio, sia una residuale resistenza da parte mia nel cedere completamente alla versione italianizzata con esito in eiteraggio. Ci tengo alla -h-, sebbene sia muta.
Ne è uscito un ibrido che non soddisfa nessuno, me per prima.
Su heiter aggettivo 'allegro' in tedesco tornerò in seguito, ora chiedo scusa ma devo andare.
P.S. Ho visto un H8er in Rete. Incredibile, ma vero.
Sono termini di uso comune, sappiamo come scriverli e pronunciarli.
Tornando a 'heiteraggio' o 'eiteraggio', scopro solo ora che il termine non esiste, nemmeno in Rete.
Strano, mi ricordo di averlo sentito nel corso di una conversazione con la ragazza; non posso essermelo inventato di sana pianta.
Comunque, nella scelta di heiteraggio deve avere influito sia la pre-conoscenza del termine hackeraggio, sia una residuale resistenza da parte mia nel cedere completamente alla versione italianizzata con esito in eiteraggio. Ci tengo alla -h-, sebbene sia muta.
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We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
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- Animo Grato
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Be', quello fa parte del folclore internautico (e non solo), che predilige questo genere di grafie alternative. Limitandomi al solo numero 8, non posso negare la menzione d'onore al virtuosistico gr8 b8 m8, I r8 8/8.Sixie ha scritto:P.S. Ho visto un H8er in Rete. Incredibile, ma vero.
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- Ferdinand Bardamu
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In codesti esempi non ispecificherei, personalmente, quali sono le pronunce «all’italiana», per un semplice motivo: tutte codeste parole sono italiane a tutti gli effetti, a eccezione della forma grafica, giacché hanno subíto un processo di derivazione con terminazioni e suffissi italiani. Ne consegue che sono state assorbite appieno nella morfologia e nella pronuncia italiane, sicché quelle acche iniziali sono necessariamente mute, non potendosi dare una pronuncia «alla tedesca» o «all’inglese» di parole italiane.Sixie ha scritto:Ho sbagliato la scelta di harakiri, mi rendo conto. Avrei dovuto scrivere: handicappare (prn. all'it. andicappare); hegheliano (prn. all'it. egheliano); hitleriano, hollywoodiano (prn. all'it. ollivudiano) e così via.
Per le citazioni di parole da altre lingue — fatte per isfoggio, scopi metalinguistici o didattici, ecc. — la pronuncia originaria è acconcia; per forestierismi acclimati, nomi di personaggi storici o di luoghi famosi mi pare proprio un’ostentazione innecessaria.
P.S. L’adattamento grafico di qualche aggettivo di relazione derivato da un nome proprio straniero è sopravvissuto nell’uso cólto: es. scespiriano (da Shakespeare), volterriano (da Voltaire), nicciano (da Nietzsche), eccetera.
Proprio perché la lingua tedesca è poco conosciuta/studiata (amata) in Italia, il semi-adattamento in heiter -aggio non corre alcun rischio di essere confuso con l'omografo heiter aggettivo tedesco 'allegro'.Infarinato ha scritto:Certo, lo so bene, ma mi spiega allora secondo quale logica uno, in italiano, dovrebbe [semi]adattare [il prefissoide] hater in heiter (per rendere —presumo— piú perspicuo il valore fonetico di quella a inglese), mentre per lo heiter tedesco (appartenente, fra l’altro, a una lingua meno conosciuta/studiata in Italia) uno dovrebbe sapere [per iscienza infusa] che si pronuncia con /-ai-/ e non [semi]adattare anche quello in *haiter? :shock:Sixie ha scritto:No, Infarinato, il tedesco heiter si pronuncia h-ai-ter, come in Heimat, ad esempio.Infarinato ha scritto:Una scrizione quale *heiteraggio richiama piuttosto il tedesco heiter («allegro»)… :?
Naturalmente, questo è un mio pensiero al riguardo; nonostante conosca il tedesco ( o forse proprio per quello), non mi verrebbe mai in mente di confondere il primo significato con il secondo.
A me sembra che il tedesco e l'italiano si oppongano in qualche modo a formazioni di questo tipo, mentre in Denglisch sono abbastanza comuni.
I tedeschi non avrebbero problemi ad accettare un Hater per Hasser e a formare una parola Komposita come Hater-heit per indicare una 'cattiveria' di genere differente dalla comune Bosheit.
Tornando al nostro hater, credo che il sentimento che lo muove sia l'invidia e il rancore più che l'odio vero e proprio.
Si dovrebbe indagare questo aspetto per trovare una soluzione altra per quel hateraggio o eiteraggio del quale, forse, ricordo male l'esatta terminologia, che avrebbe potuto essere - in alternativa - 'heiterata'.
Si, potrebbe essere eiterata. E una eiterata ripetuta diventa una r-eiterata.
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- Ferdinand Bardamu
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La questione è piú semplice di quel che sembri. Hater è una parola di recentissima introduzione in italiano; ha inoltre una diffusione limitatissima. Si veda il grafico di Google Tendenze: il confronto tra il volume di ricerche di hater e selfie è prepotentemente sbilanciato a favore del secondo.
Hater non è, insomma, un forestierismo entrato nell'uso comune, ma fa parte del gergo della Rete; anzi, forse soltanto di comunità relativamente ristrette, come l’insieme degli ammiratori di un cantante o di uno sportivo.
Si capisce bene, allora, che qualunque derivato di una parola cosí poco nota se non è un occasionalismo (scherzoso) poco ci manca. Chiunque non sia avvezzo al linguaggio della Rete avrà d’altro canto molti altri termini, tutti inequivocabilmente italiani e trovati spontaneamente, per definire chi si comporta da hater.
Hater non è, insomma, un forestierismo entrato nell'uso comune, ma fa parte del gergo della Rete; anzi, forse soltanto di comunità relativamente ristrette, come l’insieme degli ammiratori di un cantante o di uno sportivo.
Si capisce bene, allora, che qualunque derivato di una parola cosí poco nota se non è un occasionalismo (scherzoso) poco ci manca. Chiunque non sia avvezzo al linguaggio della Rete avrà d’altro canto molti altri termini, tutti inequivocabilmente italiani e trovati spontaneamente, per definire chi si comporta da hater.
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Meglio approssimante glottale.Animo Grato ha scritto:la fricativa glottidale sorda mi fa venire l'asma.
Come mai?Carnby ha scritto:Meglio approssimante glottale.
Perché in quella posizione è molto più comune avere una costrizione debolissima (beninteso, Canepari dice che è possibile avere dei foni fricativi/costrittivi glottali, ma riserva i simboli più comuni [h ɦ] agli approssimanti).Ivan92 ha scritto: Come mai?
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