Fàille (con doppia l, però!) è/sarebbe la soluzione «strutturale»: si legga (se l’impresa non la spaventa troppo) il filone sul «morbus anglicus»… Il problema è che oggigiorno, in italiano, gli adattamenti integrali sembrano essere oggetto d’una sorta di «censura sociale»…
Marco1971 ha scritto:No, nessuna tattica, solo il procedimento meno drastico per «far rientrare» nel sistema della lingua un termine da lei stesso definito diffuso come ben pochi altri forestierismi. Devo ricordarle che nella prima pagina di questo filone lei ha scritto:
Federico ha scritto:Mi sa che è troppo tardi per sostituire una parola cosí diffusa (ufficialmente e "di forza", intendo)...
Ma parlavo della Microsoft, che però non potrebbe nemmeno stabilire in proprio di cambiare la grafia di una parola tanto diffusa.
Forse con parole come nylon è piú facile...
Non so... Io personalmente preferisco le risemantizzazioni agli adattamenti, in genere: è però un'opinione personale.
Infarinato ha scritto:Fàille (con doppia l, però!) è/sarebbe la soluzione «strutturale»
Io la trovo difficile da pronunciare. Esistono altre parole italiane che fanno -xille con x vocale e l'accento sulla x? Io la trovo una struttura molto innaturale, anche pensata con un'altra consonante al posto della l.
Infarinato ha scritto:Fàille (con doppia l, però!) è/sarebbe la soluzione «strutturale»…
Io la trovo difficile da pronunciare. Esistono altre parole italiane che fanno -xille con x vocale e l'accento sulla x?
Effettivamente, non mi viene in mente nulla nemmeno a me. …Ma non la trovo particolarmente difficile da pronunciare: sarà perché questo tipo di adattamenti sono comuni in toscano e, con anche /k/ posvocalico che si riduce a [0] nel toscano occidentale, combinazioni del genere non sono inusuali…
Infarinato ha scritto:Fàille (con doppia l, però!) è/sarebbe la soluzione «strutturale»…
Io la trovo difficile da pronunciare. Esistono altre parole italiane che fanno -xille con x vocale e l'accento sulla x?
Volevo dirlo anch'io ma mi ero trattenuto... a me sembra linguisticamente strano (anche se non lo so articolare in maniera tecnicamente corretta) mettere una doppia dopo un dittongo discendente.
I toscani come pronunciano mais? Secondo me /'maise/ con una s sola, non certo rafforzata quanto quella di di /'gasse/
Bue ha scritto:I toscani come pronunciano mais? Secondo me /'maise/ con una s sola, non certo rafforzata quanto quella di di /'gasse/
Io la pronuncio /'maisse/ ['mais:se]. Se ci pensi, è [fonotatticamente] inevitabile [per un toscano/in italiano]: il dittongo in mais è [foneticamente] breve e la [s] finale lunga [mais:]; quando si aggiunge una vocale, sarebbe innaturale invertire il rapporto (*['ma·ise], «·» = semicrono).
Ultima modifica di Infarinato in data ven, 09 giu 2006 10:26, modificato 1 volta in totale.
Sarà.... la u di fòrumme e la a di chèciappe mi sembrano brevi, la ai di mais proprio no, non riesco a percepire (né tantomeno a pronunciare) come "breve" un dittongo discendente.
Pregiudizi nordici... (ma mi fate un esempio di una parola italiana che contiene "ai" accentato e poi una doppia consonante? Grazie)
Bue ha scritto:Sarà.... la u di fòrumme e la a di chèciappe mi sembrano brevi, la ai di mais proprio no, non riesco a percepire (né tantomeno a pronunciare) come "breve" un dittongo discendente.
Un dittongo è sempre relativamente piú lungo di una singola vocale [in italiano], ma in questo caso (mais /'mais/ ['mais:]) è relativamente breve rispetto allo stesso dittongo in mai /'mai/ ['ma·i] o ammaino /am'maino/ [am'ma·ino].
Fàille (con doppia l, però!) è/sarebbe la soluzione «strutturale»
Ma, a parte la difficolta' della pronuncia, che forse essendo io nordico sembra alle mie stesse orecchie un tentativo non troppo impegnato di parlare francese , come e' giunto a questa soluzione? E' solo curiosita', visto che non ho mai incontrato regole che specificassero una riscrittura simile.
Fàille (con doppia l, però!) è/sarebbe la soluzione «strutturale»…
…come e' giunto a questa soluzione? E' solo curiosita', visto che non ho mai incontrato regole che specificassero una riscrittura simile.
Tutti i forestierismi terminanti in /'V(V)C/ ['V(V)C:] («V» = vocale, «C» = consonante, «'» = accento primario) si adattano raddoppiando la consonante [semplice] finale: i.e., chat > ciattare; gas > gassoso (…e gassato: gasato /-z-/ è d’origine settentrionale). Per le parole terminanti in /'V(V)r/ ['V:r, 'V·Vr], la questione è un po’ piú delicata… (Se legge l’intervento collegato, noterà che alcune incertezze [di natura analogica] ci possono essere anche con /-n/ e /-l/, ma direi non coi monosillabi, e comunque la variante raddoppiata rappresenta sempre l’esito «canonico».)
Gent.mo Sig. Bue, le parole da me elencate volevano essere solo di supporto a quanto asserito da Marco e da altri, sul raddoppio in "màisse" e sull'uso di tali raddoppi nel parlato toscano.
Non intendevo rispondere alla Sua cortese richiesta.
La ringrazio poi infinitamente per la Sua precisazione, ma pur non avendo sicuramente nemmeno una centesima parte della Sua cultura, Lei non ci crederà ma già lo sapevo che braille non era una parola italiana.
Cordialmente.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.