«Curry»

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Marco1971
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«Curry»

Intervento di Marco1971 »

Come lo pronunciate? Il GRADIT dice /'karri/ (come carri); il Devoto-Oli (che stranamente segna l’accento tonico dopo e non prima della consonante) dà anche la variante /'kErri/. La parola deriva dal tamil kari, ma entra in italiano nella forma inglese. Non si può certo tornare alla forma originale, ma si potrebbe scrivere carri o cherri. E carri scriveva Salgari:
Non saprei prepararvi nemmeno un carri per condire il riso.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Non so se serva a qualcosa, ma in portoghese esiste caril.

Brazilian dude
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Serve, e la ringrazio, perché vedo che in ispagnolo hanno la forma curry... E gli spagnoli sono piú attenti a queste cose, nel senso che hanno nel sangue il senso dell’adattamento. Strano che, al contrario dei parlanti portoghese/brasiliano, non abbiano fatta loro anche questa parola.
Bue
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Intervento di Bue »

personalmente io dico carri e mi rifiuto di dire cherri o di pronunciarlo all'americana (a rimare con furry)
Ultima modifica di Bue in data lun, 12 giu 2006 13:52, modificato 1 volta in totale.
Avatara utente
Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Il DiPI propone /'kErri/ o /'karri/.
Io propendo per la seconda e per la scrizione carri.
pocoyo
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Intervento di pocoyo »

Io opterei per la scrittura cherri e per la conseguente pronuncia. Il fatto e' che disponendo di soli sette suoni vocalici strutturali, per reinterpretare una parola di una lingua che vanta fino a dodici suoni vocalici piu' otto dittonghi ci troviamo spiazzati.

La riscrittura fonetica /c/\ri/ lascerebbe libero adito alle vocali a ed e, senza preferenze di sorta, ed e' forse per semplice abitudine che mi adatterei piu' volentieri alla scrittura cherri.

Altrimenti si potrebbe ricorrere alla pronuncia nordica, che per nulla dovrebbe essere discriminata, la cui riscrittura fonetica, non avendo la giusta simbologia, faro' supplire da /kuri/. Si arriverebbe quindi a curri.

Rimango nel dubbio.
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giulia tonelli
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Intervento di giulia tonelli »

Io lo dico con la "eu" francese, cioe' come Bue ha definito "all'americana". Non e' un suono poi cosi' ostico :)
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

pocoyo ha scritto:La riscrittura fonetica /c/\ri/ lascerebbe libero adito alle vocali a ed e, senza preferenze di sorta…
No, se proprio vogliamo partire da lí, la pronuncia /'kVri/ lascia «libero adito» solo a un’italianizzazione con /-a-/; diverso sarebbe il caso di /-æ-/, che può dare /-a-/ o /-E-/ (-è-) in italiano…
Bue
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Intervento di Bue »

Infarinato ha scritto:
pocoyo ha scritto:La riscrittura fonetica /c/\ri/ lascerebbe libero adito alle vocali a ed e, senza preferenze di sorta…
No, se proprio vogliamo partire da lí, la pronuncia /'kVri/ lascia «libero adito» solo a un’italianizzazione con /-a-/; divers/o sarebbe il caso di /-æ-/, che può dare /-a-/ o /-E-/ (-è-) in italiano…
Grazie, Infa... Non sopporto le orripilanti italianizzazioni di /V/ in /E/, (/klEb/, /'rEgbi/ ecc), che io interpreto o come ipercorrettismi o come italianizzazioni della pronuncia alla francese cleub, reugby... Terrificanti.
Ricordo anche il tremendo /pi'kEp/ (il pick-up, la puntina del giradischi) pronunciato dal fu Corrado Mantoni... brrrrr!

Quanto alla pronuncia di curry.. Visto che è un adattamento inglese per imitare la pronuncia originale kari, non capisco perché cercare italianizzazioni della francesizzazione dell'anglicizzazione dell'indiano, quando possiamo pronunciarlo con una bella A....
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E allora seguiamo l’esempio di Salgàri, e scriviamo carri. ;)
pocoyo
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Intervento di pocoyo »

Infarinato ha scritto:
pocoyo ha scritto:La riscrittura fonetica /c/\ri/ lascerebbe libero adito alle vocali a ed e, senza preferenze di sorta…
No, se proprio vogliamo partire da lí, la pronuncia /'kVri/ lascia «libero adito» solo a un’italianizzazione con /-a-/; diverso sarebbe il caso di /-æ-/, che può dare /-a-/ o /-E-/ (-è-) in italiano…
Non sono d'accordo. Come ho detto e' per pura semplificazione che si fa corrispondere ad un dato fonema un suono italiano, non solo; si fa corrispondere ad un fonema una vocale italiana. Il che e' chiaramente utile approssimazione. Ammetto che /-a-/ e' decisamente piu' sicuro di /-E-/ ma non per questo, secondo me, dovremmo limitarci all'ovvio.

Un punto fondamentale della fonotattica di questa lingua, che ho avuto il piacere di approfondire in quest'anno di studi in Inghilterra, e' che vi sono ben piu' di una o due pronunce di una stessa parola. E se in Italiano troviamo una cosa simile, a modificarsi sono solo le lunghezze vocaliche, mentre in Inglese, il vero e proprio senso del fonema cambia. In qualunque buon dizionario di lingua Inglese troverete per la dicitura a (articolo indeterminativo) la pronuncia debole (scusate ancora una volta per la scrittura surrogata) /e/ (capovolta) e la pronuncia forte /ei/. Questo perche' la lingua inglese e' aliena alle leggi di corrispondenza fonetica, legge che invece regola l'italiano. Ogni parola della lingua inglese ha quindi piu' d'una pronuncia, e questa sua arbitrarieta' va a sottolineare come sia quantomeno riduttivo biunivocare, almeno in questo caso, un fonema Inglese ad un suono italiano.

Provate, per esempio, a trascrivere la parola you (perche' tra le piu' comuni, non per mie facilitazioni) in una qualsiasi conversazione orale. Non indugio a predirre che per un 80% dei casi, la pronuncia classica /ju:/ sara' da sostituire dal solo /j/, /je(capovolta)/, /e(capovolta)/, pausa gutturale... e la lista potrebbe allungarsi a piacere.

Questa e' la mia esperienza, spero vorrete rispondermi con calma e cordialita', senza virgolette o inutili ironie.
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giulia tonelli
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Intervento di giulia tonelli »

Molte parole inglesi hanno più di una pronuncia quando si trovano all'interno di frasi diverse. Ciò non toglie che esista una pronuncia standard di ogni parola inglese (o meglio, due: una inglese e una americana), che è quella riportata dall'OED e dal Merriam-Webster, direi, e che è quella "della regina" (per l'inglese) quando le venisse chiesto di pronunciare quella parola da sola.
E comunque, anche all'interno di qualsivoglia frase, la parola club non ha mai una vocale cha assomigli nemmeno vagamente alla "e" italiana, né in inglese britannico né in inglese americano, quindi non mi pare si possa sostenere che la pronuncia italiota "cleb" abbia qualche fondamento.

p.s.: cos'hanno le virgolette che non va?
pocoyo
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Intervento di pocoyo »

Le do ragione, la regina pronuncerebbe nella forma forte. Questo, ad ogni modo, non significa che questa sia l'unica variante accettabile dall'impostazione linguistica italiana. E' una mia opinione del tutto discutibile, che l'Inglese, piu' di altre lingue sia nato e cresciuto come idioma quotidiano e popolare, e se le classi agiate la hanno adottata nel tempo e' stato solo per ragioni politico-economiche. Si', con questo voglio dire che la pronuncia standard, e' sorprendentemente una pronuncia standard, che piu' che inglobare rettifica la lingua del popolo. Meno discutibile invece, io credo, e' che proprio per la sua natura, l'Inglese non ha difficolta' a rendere con diversi suoni addirittura simboli fonetici identici.

Club e' sicuramente un ottimo esempio a suo favore. Altrettanto non si potra' dire pero' di altre parole. Un esempio concreto e' but, che la regina nella sua compunzione vocalizzera' come si deve, ma che sempre manterra' la variante /be(capovolta)t/. Questo come altri, e' un esempio in cui la scrittura /\ varii senza nessuna regola precisa. Tutto cio' che volevo dire e' che non mi pareva osceno includere la parola curry a questa lista.

p.s.: ripetere con le virgolette mi e' sembrato piu' che altro un artifizio da satira.
Avatara utente
Infarinato
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Intervento di Infarinato »

giulia tonelli ha scritto:Molte parole inglesi hanno più di una pronuncia quando si trovano all'interno di frasi diverse. Ciò non toglie che esista una pronuncia standard di ogni parola inglese (o meglio, due: una inglese e una americana), che è quella riportata dall'OED e dal Merriam-Webster, direi, e che è quella "della regina" (per l'inglese) quando le venisse chiesto di pronunciare quella parola da sola.
Ben detto, Giulia: il che equivale a dire che esiste un’unica pronuncia [«canonica»] d’un determinato nucleo sillabico sotto accento.
giulia tonelli ha scritto:E comunque, anche all'interno di qualsivoglia frase, la parola club non ha mai una vocale cha assomigli nemmeno vagamente alla "e" italiana, né in inglese britannico né in inglese americano, quindi non mi pare si possa sostenere che la pronuncia italiota "cleb" abbia qualche fondamento.
/klEb/ (ma Lei, Giulia, lo sa) non è nient’altro che l’adattamento italiano della pronuncia francese /klœb/, a sua volta adattamento (suggerito dalla grafia) dell’inglese club /klVb/…
pocoyo
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Intervento di pocoyo »

E cosa ne pensa della questione di But?
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