«Vado a Campione d’Italia, in (I)svizzera»

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

sempervirens
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«Vado a Campione d’Italia, in (I)svizzera»

Intervento di sempervirens »

Buongiorno! Recentemente ho sentito da un connazionale la frase " Vado a Campione d'Italia, in Svizzera". Da curiosone, pensando che fosse una città svizzera gli ho domandato il perché di tale nome di città in terra svizzera, e così facendo sono venuto a sapere che Campione d'Italia è una exclave italiana in Svizzera.

Ora, il dubbio che sorge è questo. Campione d'Italia fa parte dell'Italia ma si trova all'interno della Svizzera, essendo appunto una exclave. La frase proferita, il titolo di questa discussione, mi sembra ineccepibile. C'è però chi, un altro connazionale presente al momento del discorso di cui sopra, commentando, ha aggiunto che si dovrebbe dire "Vado a Campione d'Italia, exclave italiana in territorio svizzero".
Sì, infatti è frase completa, che però assume l'aspetto di una frase esplicativa, togliendo il sapore della sorpresa e la curiosità agli astanti.
Al di lì delle intenzioni del parlante, di rendere il discorso avvincente, incompleto, dubitativo, ecc., mi chiedevo se " Vado a Campione d'Italia, in Svizzera" è frase grammaticalmente corretta.

Che cosa ne pensano gli amici di Cruscate? :)
Io nella mia lingua ci credo.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

La frase è grammaticalmente corretta, ma mi pare che la questione non abbia a che vedere con la grammatica.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

È una questione semantica, non sintattica. :)
sempervirens
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Intervento di sempervirens »

Valerio_vanni, Carnby, grazie! In effetti ero indeciso sul posto dove inserire la discussione. Ora avete dissipato ogni dubbio. Anche quello sulla grammaticalità dell'espressione.

P.S. Avrei voluto scrivere in Isvizzera, sennonché ci ho ripensato e ho fatto diversamente, per non sollevare altre domande. :)
Io nella mia lingua ci credo.
Avatara utente
Carnby
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Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Intervento di Carnby »

sempervirens ha scritto:Avrei voluto scrivere in Isvizzera
Nella Svizzera? :wink:
sempervirens
Interventi: 599
Iscritto in data: gio, 23 apr 2015 15:14

Intervento di sempervirens »

Carnby ha scritto:
sempervirens ha scritto:Avrei voluto scrivere in Isvizzera
Nella Svizzera? :wink:
No, Carnby, mi riferivo alla forma Isvizzera, cioè con la i eufonica. Per evitare la sequenza di tre consonanti, in Svizzera. Suvvia, non mi dica che Lei, Toscano come me, non conosce o non ha mai usato questa figura lessicale.
Eppure dalle nostre parti ci sono ancora molti anziani che invece di dire in scuola dicono in iscuola. Altri esempi sono in istrada, in Isvezia, ecc.

La forma da Lei suggerita la userei in altre circostanze, per esempio in riferimento alla Svizzera Italiana, e quindi come complemento di luogo - nella Svizzera Italiana. Ma, ci tengo a dirlo, non vivendo a stretto contatto con la Madre Patria può darsi che qualcosa mi stia sfuggendo e che qualche regola se ne sia andata a farsi benedire. Mi dica Lei. Si senta pure libero di darmi i Suoi suggerimenti.

Spero di essermi spiegato bene e che il discorso non sia troppo arzigogolato. :)

P.S Mi sono dimenticato del fattore età. Sicuramente devo avere qualche decina d'anni più di Lei. Io vado per i sessanta. Portati bene eh! :)
Io nella mia lingua ci credo.
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Animo Grato
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Re: «Vado a Campione d’Italia, in (I)svizzera»

Intervento di Animo Grato »

sempervirens ha scritto:[M]i chiedevo se " Vado a Campione d'Italia, in Svizzera" è frase grammaticalmente corretta.
Grammaticalmente corretta, geograficamente equivoca. :wink:
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«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
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Carnby
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Intervento di Carnby »

sempervirens ha scritto:No, Carnby, mi riferivo alla forma Isvizzera, cioè con la i eufonica. Per evitare la sequenza di tre consonanti, in Svizzera. Suvvia, non mi dica che Lei, Toscano come me, non conosce o non ha mai usato questa figura lessicale.
Conosco benissimo la forma in questione e appunto per evitare l'arcaismo della i eufonica e al contempo la cacofonica sequenza -nsv- talvolta dico nella Svizzera e nella Svezia.
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Ma perché evitare l'arcaismo della i protetica se poi non si evitano arcaismi come vermutte o filme? A questo punto preferisco l'assoluta coerenza di Infarinato o Ferdinand, che sulla scia di Arrigo Castellani non esitano [o non esiterebbero] a scrivere per isbaglio, per isviluppi e cose così (almeno in questa sede, se poi ci provano anche fuori, dove chi legge potrebbe saltare sulla sedia, non lo so...)

:wink:
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Per mia fortuna nella redazione a cui mando gli articoli che scrivo ho un referente comprensivo, che si è convinto della bontà delle mie argomentazioni e non salta sulla sedia. Ma la mia è solo una grande, grandissima fortuna. :mrgreen:
sempervirens
Interventi: 599
Iscritto in data: gio, 23 apr 2015 15:14

Intervento di sempervirens »

Carnby ha scritto:
sempervirens ha scritto:No, Carnby, mi riferivo alla forma Isvizzera, cioè con la i eufonica. Per evitare la sequenza di tre consonanti, in Svizzera. Suvvia, non mi dica che Lei, Toscano come me, non conosce o non ha mai usato questa figura lessicale.
Conosco benissimo la forma in questione e appunto per evitare l'arcaismo della i eufonica e al contempo la cacofonica sequenza -nsv- talvolta dico nella Svizzera e nella Svezia.
Ah, ecco! Ora ho capito. :) Ma allora, scusi, glielo chiedo per capirci meglio, Lei questa frase come la riscriverebbe? Tizio abita in Francia e Caio abita in (I)svizzera. Lascerebbe la preposizione semplice davanti al nome Francia e metterebbe invece la preposizione articolata al nome Svizzera? Oppure farebbe come me, che, spesso, per evitare commenti e discussioni ormai si è abituato -ahimè!- a non usare la i eufonica, e dunque a scrivere in Svizzera. (?)
Io nella mia lingua ci credo.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Per il mio occhio, è arcaico "in Isvizzera" (o "in iSvizzera"? ;-) ); allo stesso tempo, per il mio orecchio non è bella una sequenza [nzv]. Nel parlato, infatti, non dico "bene" quella sequenza ma mi trovo più su soluzioni intermedie tra la presenza e l'assenza di [n] (in pratica, un'indebolimento della nasale o una fusione con la vocale precedente).

La sensibilità grafica e quella fonetica divergono su vari punti, per me: mi sta bene vedere scritto "San Piero" e pronunciare (e sentire) [sam'pjɛro]. Non sento l'esigenza di scrivere "Sam Piero" o di pronunciare [san'pjɛro].

Lo stesso vale per le "d eufoniche": qui nasce una specie di paradosso, perché mi sembrano più "d eugrafiche". Nello scritto mi stanno bene delle "d" che non mi sogno minimamente di mettere nel parlato.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

valerio_vanni ha scritto:…o "in iSvizzera"? ;-)
No. ;)
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Tempo fa avevo chiesto, per un caso simile (ma non identico) a questo, se fosse accettabile dire donno Stefano per un prete di nome Stefano, evitando così il cacofonico incontro di -nst- ma la domanda non ha avuto molto séguito.
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

valerio_vanni ha scritto:Per il mio occhio, è arcaico "in Isvizzera" (o "in iSvizzera"? ;-) ); allo stesso tempo, per il mio orecchio non è bella una sequenza [nzv]. Nel parlato, infatti, non dico "bene" quella sequenza ma mi trovo più su soluzioni intermedie tra la presenza e l'assenza di [n] (in pratica, un'indebolimento della nasale o una fusione con la vocale precedente).
È ciò che penso anch'io. :)

Ho avuto di recente una discussione con un mio amico. Egli ritiene che la i prostetica vada evitata sia nello scritto sia nel parlato, ché è un arcaismo al pari di molti altri. Poi però dice /nos'ta/ (non sta), /pes'trada/ (per strada), ecc. Per cui, capisco che la scelta di appore la i prostetica a una parola possa risultare datata graficamente, ma nel parlato mi sembra che non se ne possa fare a meno. Sarei curioso di sapere se Freelancer riesce a pronunciare senza difficoltà queste sequenze consonantiche.
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