Buona domenica a tutti.
Ritorno dopo molto tempo in questo luogo virtuale di discussione, dove ho imparato molte cose e che mi ha consentito di affinare la mia sensibilità linguistica. In tutti questi mesi ho messo da parte alcune questioni da sottoporre alla Vostra attenzione.
Ecco la prima.
Si dice "c'è qualcuno che mi/ti/ci/vi pensa", in alternativa a "c'è qualcuno che pensa a me/te/noi/voi". Per le prime e seconde persone, singolari o plurali, direi che tutto fila liscio.
Ma perché alla terza persona non si può usare il dativo? Credo sia errato dire "io gli/le penso"; invece ho sentito usare in questo caso il pron. all'accusativo "lo/la penso spesso". È corretta quest'ultima forma?
«C’è qualcuno che la pensa»
Moderatore: Cruscanti
«C’è qualcuno che la pensa»
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
- Animo Grato
- Interventi: 1384
- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
Re: «C'è qualcuno che la pensa»
Ben ritrovato!
) sono in realtà complementi oggetto: di per sé sono indistinguibili dai dativi delle stesse persone, ma proprio l'assenza di un *gli penso svela il legittimo inganno.
Guardi qui: si distingue tra una costruzione intransitiva (punto 2) in cui il verbo è "seguito da un compl. introdotto dalla preposizione a" e una transitiva (punto 4): qui viene sottolineata la sottile sfumatura semantica tra ti penso (comp. oggetto) e penso a te. Si noti anche che il Treccani, prudentemente, non parla di dativo o complemento di termine, ma genericamente di "compl. introdotto da a", che infatti non si può ricondurre a un tipo specifico, ma rimane caratteristico dell'uso di questo verbo (e quindi non è sostituibile dal dativo gli/le).
Vedo ora che l'argomento era già stato trattato qui (probabilmente quando Lei era assente
).
Il fatto è che non si usa mai il dativo. Quei mitici mi/ti/ci(/vi) (mi perdoni, non ho resistito alla battutaZabob ha scritto:Si dice "c'è qualcuno che mi/ti/ci/vi pensa", in alternativa a "c'è qualcuno che pensa a me/te/noi/voi". Per le prime e seconde persone, singolari o plurali, direi che tutto fila liscio.
Ma perché alla terza persona non si può usare il dativo?

Guardi qui: si distingue tra una costruzione intransitiva (punto 2) in cui il verbo è "seguito da un compl. introdotto dalla preposizione a" e una transitiva (punto 4): qui viene sottolineata la sottile sfumatura semantica tra ti penso (comp. oggetto) e penso a te. Si noti anche che il Treccani, prudentemente, non parla di dativo o complemento di termine, ma genericamente di "compl. introdotto da a", che infatti non si può ricondurre a un tipo specifico, ma rimane caratteristico dell'uso di questo verbo (e quindi non è sostituibile dal dativo gli/le).
Vedo ora che l'argomento era già stato trattato qui (probabilmente quando Lei era assente

«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 6 ospiti