«Umano» (s.m.)

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

PersOnLine ha scritto:[…]

Quando si alzò, pronta ad andarsene, la punii per quell'insubordinazione, infliggendole un dolore, al quale nessun umano sarebbe potuto sopravvivere.
A me non piace nessun umano - a parte il fatto che umano è aggettivo, a meno che chi scrive non abbia dimenticato essere, ma anche così non è che manderebbe in visibilio...
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Eppure, caro Roberto, umano come sostantivo («L’insieme di tutti gli uomini; l’umanità [per lo più al plur.]», Battaglia) è attestato in italiano sin dal Duecento:

Ogni peccato invecchia negli umani… (Cecco d’Ascoli)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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GFR
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Intervento di GFR »

Visto che si parla di scrittura creativa, eviterei delle forme che suonerebbero come degli scimmiottamenti, seppure "di lusso": “Ho visto cose che voi umani…” da Blade runner
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Eppure, caro Roberto, umano come sostantivo («L’insieme di tutti gli uomini; l’umanità [per lo più al plur.]», Battaglia) è attestato in italiano sin dal Duecento:

Ogni peccato invecchia negli umani… (Cecco d’Ascoli)
Potrebbe essere un hapax? Quante altre occorrenze esistono dal Duecento ai nostri giorni? Così, tanto per curiosità.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Nel Battaglia, dopo Cecco, sono citati Cattaneo, Cecchi, e Montale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

In effetti mi era sfuggito, nel Devoto-Oli, dove dice
anche s.m. con valore neutro: Io, che al divino dall’umano, All’etterno dal tempo era venuto, Dante
e con riferimento all'esempio di Cecco, leggo nel Gradit
5. s.m., solo sing., ciò che è proprio dell'uomo: l'u. e il divino
Insomma - ma dovrei vedere gli esempi degli altri autori citati - mi sembra che l'uso di umano come sostantivo abbia del peculiare e secondo il contesto e lo stile complessivo, possa stridere. Nel caso di cui ci stiamo occupando - non mi sembra che basti dire si tratta di scrittura creativa per giustificare qualunque cosa - scrivendo ...a cui nessuno... il significato non cambia e si snellisce la frase.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E piú in là, sempre nel Devoto-Oli, si legge... e piú in là, nel Gradit, si legge... Il primo lo marca poetico (e solo plurale, il che è sbagliato) e il secondo letterario (spec. al pl.).

Possiamo quindi dire che si tratta di un uso che non fa parte dell'italiano comune ma che si può adoperare i contesti letterari, ricercati, ecc., sia al plurale, sia al singolare.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Ugo Foscolo ha scritto:Celeste è questa / corrispondenza d'amorosi sensi, / celeste dote è negli umani.
Il Devoto-Oli dice esplicitamente che umano sostantivo, nel senso di ‘essere umano’ si usa solo al plurale, lo Zingarelli dice specialmente al plurale. La citazione dantesca si riferisce a un significato leggermente differente ‘ciò che è proprio dell’uomo’, sempre secondo lo Zingarelli.
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G. M.
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Intervento di G. M. »

Nella letteratura fantascientifica, umano per «essere umano» è comunissimo; ma mi sembra che ormai quest'uso sia molto diffuso anche al di fuori del genere.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E, inoltre, ricordiamo, con Luca Serianni (III.8), che «[…] qualunque parola che non sia un nome può assumere, senza modificare la sua forma, funzione nominale (si parla in questi casi di uso sostantivato).» (Si veda anche V.47)

Occorre anche forse sottolineare che le persone addette alla compilazione (o al rifacimento di edizioni precedenti) di dizionari non sono sempre, o non tutti, di una competenza esemplare.

Questo significa che i dizionari posteriori al 2000 (per scegliere una data significativa tonda) non andrebbero presi con la stessa serietà di quelli anteriori.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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