«Eh» come risposta affermativa diretta
Moderatore: Cruscanti
«Eh» come risposta affermativa diretta
Ho notato che in molte parti d'Italia – soprattutto nel Meridione –, a una domanda, spesso, si risponde con eh (pronunciato /E/ o se strascicato /E:/) che sostituisce sí. È lecito quest'uso? O è regionale?
Mi sembra un uso panitaliano. Nel GRADIT trovo questo:
eh 3c inter., fam., con pronuncia molto allungata rafforza una risposta: «È molto lontano?» «Eh, come no!»
In ogni caso, fa parte del mio uso.
eh 3c inter., fam., con pronuncia molto allungata rafforza una risposta: «È molto lontano?» «Eh, come no!»
In ogni caso, fa parte del mio uso.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Grazie, gentilissimo Marco.

Anche del mio. Ho paura, però, che il mio uso sia in realtà un abuso: a domande come Vuoi giocare a carte? io tendo a rispondere Eh.Marco1971 ha scritto:In ogni caso, fa parte del mio uso.
Ultima modifica di Luca86 in data mar, 04 gen 2011 15:57, modificato 1 volta in totale.
-
- Interventi: 1303
- Iscritto in data: sab, 06 set 2008 15:30
- Millermann
- Interventi: 1720
- Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
- Località: Riviera dei Cedri
Salve, cari amici.
Avevo già intenzione d'aprire un nuovo filone su quest'argomento, di cui si riesce a trovare poco o nulla. Poi, come gradita sorpresa, ho trovato questo, e allora ricomincio da qui.
Dunque, come il nostro Luca86, anch'io "abuso" di questa esclamazione, per lo piú nel parlato informale, e mi sono spesso chiesto se fosse un uso corretto e facente parte della lingua normale. Sui dizionari, però, non ho trovato riferimenti a un uso di eh o he come affermazione diretta (lo stesso esempio del GRADIT, sopra citato, non mi sembra pertinente).
Spiego meglio che cosa intendo: si tratta di un modo sbrigativo di rispondere «sí», usato specialmente quando la risposta è ovvia, ed è un suono chiaro e secco, sempre preceduto da un colpo di glottide: [ʔɛ].
Forse si riesce a rendere meglio, graficamente, con l'acca preposta: «He!»
Suona, piú o meno, come la voce verbale «è» molto calcata:
- Oggi sembra proprio autunno...
- Guarda che "è" autunno!
- Davvero?
- He! [ʔɛ]
Altro esempio:
- Certo che è proprio carina!
- Parli della nuova collega?
- He! [ʔɛ]
Chiedo perciò a voi esperti, in particolare a quelli delle regioni "normalizzanti": è, questo, un uso che vi appartiene? Vi sembra un uso regionale, piú precisamente centro-meridionale? E perché nei dizionari non figura?
Ci terrei ad approfondire, perché mi piacerebbe che questo filone diventasse, nel suo piccolo, un po' un punto di riferimento per chi cerca informazioni in merito!
Avevo già intenzione d'aprire un nuovo filone su quest'argomento, di cui si riesce a trovare poco o nulla. Poi, come gradita sorpresa, ho trovato questo, e allora ricomincio da qui.

Dunque, come il nostro Luca86, anch'io "abuso" di questa esclamazione, per lo piú nel parlato informale, e mi sono spesso chiesto se fosse un uso corretto e facente parte della lingua normale. Sui dizionari, però, non ho trovato riferimenti a un uso di eh o he come affermazione diretta (lo stesso esempio del GRADIT, sopra citato, non mi sembra pertinente).
Spiego meglio che cosa intendo: si tratta di un modo sbrigativo di rispondere «sí», usato specialmente quando la risposta è ovvia, ed è un suono chiaro e secco, sempre preceduto da un colpo di glottide: [ʔɛ].
Forse si riesce a rendere meglio, graficamente, con l'acca preposta: «He!»
Suona, piú o meno, come la voce verbale «è» molto calcata:
- Oggi sembra proprio autunno...
- Guarda che "è" autunno!
- Davvero?
- He! [ʔɛ]
Altro esempio:
- Certo che è proprio carina!
- Parli della nuova collega?
- He! [ʔɛ]
Chiedo perciò a voi esperti, in particolare a quelli delle regioni "normalizzanti": è, questo, un uso che vi appartiene? Vi sembra un uso regionale, piú precisamente centro-meridionale? E perché nei dizionari non figura?
Ci terrei ad approfondire, perché mi piacerebbe che questo filone diventasse, nel suo piccolo, un po' un punto di riferimento per chi cerca informazioni in merito!

In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5195
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
- Infarinato
- Amministratore
- Interventi: 5603
- Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
- Info contatto:
Non è del tutto vero.Millermann ha scritto:E perché nei dizionari non figura?
Anche senz’aspettare l’eventuale conferma del Battaglia, mettendo insieme una delle accezioni del DISC:
…con l’ultima del Treccani:Il Sabatini-Coletti, [i]s.v. [/i]«eh», ha scritto:[N]elle risposte, anche con uso assol., ha il valore di “così così”: “Come stai?” “Eh!”
…non è difficile «interpolare» l’accezione che c’interessa.Il Treccani, [i]s.v. [/i]«[url=http://www.treccani.it/vocabolario/eh/]eh[/url]», ha scritto:Serve infine come risposta di tono esclamativo o interrogativo a chi ci chiama: «Bruno!» «Eh!» (o «Eh?»)

Ma come dice giustamente Marco, in questo caso, panitalianamente,
Marco1971 ha scritto:eh sottolinea piuttosto un’ovvietà.
- Millermann
- Interventi: 1720
- Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
- Località: Riviera dei Cedri
Grazie, cari Ferdinand e Ivan!
M'era sembrato, infatti, di notare quest'uso anche da parte di parlanti settentrionali, ma non ne avevo la conferma.
Resta il fatto che (almeno a mio parere) continua a essere un uso non riconosciuto dai vocabolari. Avevo visto gli esempi che lei cita, caro Infarinato, e non mi erano sembrati poi cosí vicini al significato cercato: non si tratta esattamente di "risposte affermative". Non sembra anche a lei?
Ne approfitto ancora per chiedervi: dovendolo scrivere (in quest'accezione), scegliereste la grafia eh o, piuttosto, he?
Lo chiedo perché sono attestate entrambe le forme e, almeno stando al DiPI, con grande (eccessiva?) libertà di pronuncia:
A me la grafia eh suggerisce un suono e un'interpretazione differenti, e per questo motivo preferisco he (che ricorda le voci verbali ha, ho, la cui pronuncia è simile). Da parte loro i vocabolari, alla voce «he», si limitano a dire che «si usa per esprimere stupore, incertezza, dubbio».

Resta il fatto che (almeno a mio parere) continua a essere un uso non riconosciuto dai vocabolari. Avevo visto gli esempi che lei cita, caro Infarinato, e non mi erano sembrati poi cosí vicini al significato cercato: non si tratta esattamente di "risposte affermative". Non sembra anche a lei?

Ne approfitto ancora per chiedervi: dovendolo scrivere (in quest'accezione), scegliereste la grafia eh o, piuttosto, he?
Lo chiedo perché sono attestate entrambe le forme e, almeno stando al DiPI, con grande (eccessiva?) libertà di pronuncia:
Vi è, in pratica, una completa sovrapposizione: ogni possibile esclamazione (con e senza aspirazione o colpo di glottide, sia prima sia dopo) può essere scritta tanto eh quanto he, o perfino heh!Il DiPI, alle rispettive voci, ha scritto:eh
ˈɛ°, ˈe-, -*, -h, ˈʔ-h, ˈh-,
ˈʔ-, ˈhɛʔ, ˈheʔ
he
(heh) ˈɛ°, -*, ˈe-, ˈh-, ˈʔ-,
-h, -ʔ, ˈhɛʔ, ˈʔɛh, ˈheʔ,
ˈʔeh • ~ ~ hɛˈhɛ°, -*, -ʔ,
ɛ-, ʔɛ-

A me la grafia eh suggerisce un suono e un'interpretazione differenti, e per questo motivo preferisco he (che ricorda le voci verbali ha, ho, la cui pronuncia è simile). Da parte loro i vocabolari, alla voce «he», si limitano a dire che «si usa per esprimere stupore, incertezza, dubbio».

In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Caro Millermann, le riporto uno dei significati di èh! da Maredè, maredè..., BUR, 2007, pp. 248-49 di Luigi Meneghello: «Èh può costituire un richiamo alle implicazioni di ciò che è già stato detto, o all'inevitabilità di certe conseguenze, quasi equivalente a "Ti meravigli?" "Era da aspettarselo..." "Si può essere certi che sarà così"».Millermann ha scritto:Spiego meglio che cosa intendo: si tratta di un modo sbrigativo di rispondere «sí», usato specialmente quando la risposta è ovvia, ed è un suono chiaro e secco, sempre preceduto da un colpo di glottide: [ʔɛ].
Forse si riesce a rendere meglio, graficamente, con l'acca preposta: «He!»
Suona, piú o meno, come la voce verbale «è» molto calcata:
- Oggi sembra proprio autunno...
- Guarda che "è" autunno!
- Davvero?
- He! [ʔɛ]
Altro esempio:
- Certo che è proprio carina!
- Parli della nuova collega?
- He! [ʔɛ]
Certo, l'uso è del dialetto (vicentino) ma sono sicura che viene esteso anche all'italiano della mia regione, e a me suona proprio come l'ha descritto lei: chiaro e secco (e anche un po' seccato, direi).
We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
- Millermann
- Interventi: 1720
- Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
- Località: Riviera dei Cedri
Grazie anche a lei, cara Sixie.
Sa che mi è piaciuto quel «Ti meravigli»? Lo trovo davvero molto espressivo!
Un'altra cosa che ho apprezzato è la grafia accentata èh, a cui confesso che avevo pensato anch'io, insieme all'alternativa hè. Temo, però, che simili scelte siano possibili solo per i dialetti, e che dobbiamo accontentarci di scegliere una delle forme già attestate.
Vorrei aggiungere che, riflettendo meglio, ho tratto ispirazione dal "suggerimento" d'Infarinato di interpretare le definizioni dei dizionari spingendosi oltre il senso letterale.
Cosí ho rianalizzato la definizione di he del Treccani:
«Esprime incertezza o, meno spesso, meraviglia:
he, forse; he, chissà; he, può darsi; he, che pasticcio!»
Riflettendo sugli esempi, l'incertezza non è data tanto da he, quanto piuttosto da forse/chissà/può darsi. Ci sarebbe stata anche scrivendo sí, forse; sí, può darsi.
Dunque quell'he può avere una valenza assimilabile a quella di un sí, che è il significato da noi cercato!
Secondo voi potrebbe andare, come ragionamento?

Un'altra cosa che ho apprezzato è la grafia accentata èh, a cui confesso che avevo pensato anch'io, insieme all'alternativa hè. Temo, però, che simili scelte siano possibili solo per i dialetti, e che dobbiamo accontentarci di scegliere una delle forme già attestate.

Vorrei aggiungere che, riflettendo meglio, ho tratto ispirazione dal "suggerimento" d'Infarinato di interpretare le definizioni dei dizionari spingendosi oltre il senso letterale.
Cosí ho rianalizzato la definizione di he del Treccani:
«Esprime incertezza o, meno spesso, meraviglia:
he, forse; he, chissà; he, può darsi; he, che pasticcio!»
Riflettendo sugli esempi, l'incertezza non è data tanto da he, quanto piuttosto da forse/chissà/può darsi. Ci sarebbe stata anche scrivendo sí, forse; sí, può darsi.
Dunque quell'he può avere una valenza assimilabile a quella di un sí, che è il significato da noi cercato!

Secondo voi potrebbe andare, come ragionamento?

In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Millermann ha scritto:Un'altra cosa che ho apprezzato è la grafia accentata èh, a cui confesso che avevo pensato anch'io...

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5195
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
In quanto suo corregionale, la confermo nella sua certezza.Sixie ha scritto:Certo, l'uso è del dialetto (vicentino) ma sono sicura che viene esteso anche all'italiano della mia regione […]

Condivido lo stupore di Marco. Non c’è alcun motivo di indicare l’accento su eh. Nella mia esperienza, mi è capitato di vedere anche una variante ancor piú incomprensibile: è [sic]. Es. *«È sí!» (o, di male in peggio, «È si!») per «Eh sí!». Una ragione ci sarà pure per quest’uso, ma mi sfugge…Marco1971 ha scritto:Millermann ha scritto:Un'altra cosa che ho apprezzato è la grafia accentata èh, a cui confesso che avevo pensato anch'io...

Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 4 ospiti