Ferdinand Bardamu ha scritto:Il
che può essere omesso: «
L’ellissi del che è particolarmente frequente in subordinate [oggettive] di secondo grado dipendenti da una sovraordinata introdotta da che (congiunzione o pronome relativo) oppure da una congiunzione composta con che (affinché, perché).»
Può esserlo in entrambi i casi?

Eppure ho qualche dubbio: nel passo da lei citato si parla di «subordinate [oggettive] di secondo grado dipendenti da una sovraordinata introdotta da
che», mentre nel nostro caso la sovraordinata è introdotta da
a cui. È la stessa cosa?
E poi: ciò vale per qualsiasi verbo?
Io sapevo che il
che dichiarativo si può omettere soltanto con verbi che esprimono opinione e considerazioni personali:
credere, pensare, ritenere, supporre, immaginare, parere, sembrare, temere, sperare, dubitare. Quindi, verbi che richiedono il congiuntivo (o, al limite, il condizionale) nelle subordinate.
Perciò, per me, va bene omettere il
che nella prima frase, mentre in quella con
confesso che (e l'indicativo) lo manterrei.
Ehm... a proposito: visto che si sta discutendo d'una
mia frase (:mrgreen:), rivendico il diritto di sapere, finalmente, se è giusta o sbagliata!
Infarinato ha scritto:Ferdinand Bardamu ha scritto:Che differenza c’è tra «Il ragazzo a cui credo che tu voglia parlare» e «La grafia accentata
èh, a cui confesso che avevo pensato anch’io»?

Nessuna.

Quindi, se ho ben capito, la frase è grammaticale. Dunque, qual era la causa della vostra iniziale perplessità?

Forse, il problema risiede nell'aver usato la forma esplicita «quando il soggetto del verbo reggente e il soggetto della completiva sono coreferenti, cioè si riferiscono alla stessa entità»? (cito dalla Treccani)
O, semplicemente, non vi "suona bene"?

Ringrazio fin d'ora chi riuscirà finalmente a darmi qualche indicazione!
