"... a cui confesso che avevo pensato anch'io... "???Millermann ha scritto:Un'altra cosa che ho apprezzato è la grafia accentata èh, a cui confesso che avevo pensato anch'io...
«Eh» come risposta affermativa diretta
Moderatore: Cruscanti
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Marco Treviglio
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- Millermann
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Vedo che, per ragioni diverse, la mia... confessione non vi è piaciuta. 
Comunque è qualcosa che avevo soltanto pensato, e poi scartato: non l'ho certamente proposto, per ovvi motivi, come ho già accennato prima. Sono convinto anch'io che le forme già attestate (eh, he e perfino heh) siano piú che sufficienti!
Veniamo ora alla costruzione, che ha lasciato perplessi alcuni di voi. Mi rendo conto che non è bellissima, ma non riesco a capire bene dove sia l'errore. Vi riferite alla forma esplicita? O è l'uso del cui a essere sbagliato?
Specifico che la frase si è formata, sullo schermo del telefonino, senza una precisa "progettazione".
Inizialmente avevo scritto «la grafia accentata èh, a cui avevo pensato anch'io». Poi, per rendere meglio l'idea di un pensiero troppo "azzardato", avevo aggiunto «confesso che».
Non ho trasformato la frase in forma implicita perché «a cui confesso di aver pensato anch'io» mi sembrava trasmettere meno bene l'idea di "distacco": avrei dovuto aggiungere «in un primo tempo», appesantendo la frase.
Spero che qualcuno, se ha un po' di tempo, mi faccia capire che cosa non va: siamo qui anche per migliorare il nostro modo di esprimerci, no?
E ancora, tanto per restare nel tema del filone: nessuno vuole esprimere una preferenza su come scrivere la nostra "affermazione diretta"?
Il motivo, se proprio vogliamo, sarebbe stato quello di differenziare èh (affermazione) da eh (negli altri significati previsti dai vocabolari) già a prima vista, dato che la pronuncia è abbastanza differente ([ʔɛ] nel primo caso, [ɛ:], [hɛ] e altre ancora nel secondo).Ferdinand Bardamu ha scritto:Non c’è alcun motivo di indicare l’accento su eh.
Comunque è qualcosa che avevo soltanto pensato, e poi scartato: non l'ho certamente proposto, per ovvi motivi, come ho già accennato prima. Sono convinto anch'io che le forme già attestate (eh, he e perfino heh) siano piú che sufficienti!
Veniamo ora alla costruzione, che ha lasciato perplessi alcuni di voi. Mi rendo conto che non è bellissima, ma non riesco a capire bene dove sia l'errore. Vi riferite alla forma esplicita? O è l'uso del cui a essere sbagliato?
Specifico che la frase si è formata, sullo schermo del telefonino, senza una precisa "progettazione".
Inizialmente avevo scritto «la grafia accentata èh, a cui avevo pensato anch'io». Poi, per rendere meglio l'idea di un pensiero troppo "azzardato", avevo aggiunto «confesso che».
Non ho trasformato la frase in forma implicita perché «a cui confesso di aver pensato anch'io» mi sembrava trasmettere meno bene l'idea di "distacco": avrei dovuto aggiungere «in un primo tempo», appesantendo la frase.
Spero che qualcuno, se ha un po' di tempo, mi faccia capire che cosa non va: siamo qui anche per migliorare il nostro modo di esprimerci, no?
E ancora, tanto per restare nel tema del filone: nessuno vuole esprimere una preferenza su come scrivere la nostra "affermazione diretta"?
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
- Ferdinand Bardamu
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Uhm, gli è che parliamo di interiezioni, che assumono sfumature di significato diverse (o semplicemente una maggiore o minore enfasi) secondo il contesto comunicativo e le intenzioni di chi le pronuncia. Ci può essere una sorta di aspirazione iniziale oppure no, ma ciò non implica che la grafia — che il DOP fissa soltanto in eh — debba rispecchiare le pronunce che, di volta in volta, l’esclamazione può avere, pronunce che del resto possono non essere strettamente legate a un preciso significato.Millermann ha scritto:Il motivo, se proprio vogliamo, sarebbe stato quello di differenziare èh (affermazione) da eh (negli altri significati previsti dai vocabolari) già a prima vista, dato che la pronuncia è abbastanza differente ([ʔɛ] nel primo caso, [ɛ:], [hɛ] e altre ancora nel secondo).
Per quanto riguarda scrizioni come è, credo che intervenga l’idea che eh si debba pronunciare con la «e chiusa», pertanto si avverte la necessità di segnalare l’apertura della vocale.
Poteva risolvere il tutto ponendo «confesso» in un inciso, senz’alterare la sintassi della frase: «la grafia accentata èh, a cui, confesso, avevo pensato anch’io…». Altrimenti sembra che lei abbia confessato alla grafia accentata èh di aver pensato qualcosa.Millermann ha scritto:Inizialmente avevo scritto «la grafia accentata èh, a cui avevo pensato anch'io».
Si tratta, entrando nel tecnico, di uno di quei casi in cui l’estraibilità dei sintagmi relativi da frasi subordinate è preclusa. Per dirla con la GGIC: «Un sintagma relativo può essere estratto da una frase subordinata di qualunque grado di subordinazione a patto che ogni frase subordinata intermedia sia un complemento del verbo o aggettivo della frase immediatamente sovraordinata» (Grande Grammatica Italiana di Consultazione, vol. I «La frase. I sintagmi nominale e preposizionale», Bologna: «Il Mulino», 2001, pp. 491-492, sottolineatura mia).
- Millermann
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Grazie nuovamente per il suo impegno e la sua cortesia, caro Ferdinand. Desidero anche scusarmi con lei: a causa di una frase che ho scritto in modo troppo sbrigativo, si è sobbarcato a un gran [bel] lavoro di ricerca (lo faccio qui, con riferimento anche agli interventi "migrati" in un nuovo filone).

) come grafia "ufficiale", nel significato in oggetto.
Se, invece (come è stato suggerito nell'altro filone), l'esclamazione derivasse da ecco, si potrebbe accostare ad altre apocopi quali beh/be' (da bene), toh/to' (da togli), veh/ve' (da vedi), e pensare addirittura a un'ipotetica doppia grafia eh/e'.
Che dite? Troppo fantasioso?
Va be', va be': ci possiamo anche accontentare del normale eh, come da titolo del filone!
In realtà il DOP prevede anche una non meglio precisata esclamazione he che, anche se la pronuncia indicata è aspirata, si potrebbe proporre (magari anche alle redazioni dei vocabolariFerdinand Bardamu ha scritto:Ci può essere una sorta di aspirazione iniziale oppure no, ma ciò non implica che la grafia — che il DOP fissa soltanto in eh — debba rispecchiare le pronunce che, di volta in volta, l’esclamazione può avere, pronunce che del resto possono non essere strettamente legate a un preciso significato.
Se, invece (come è stato suggerito nell'altro filone), l'esclamazione derivasse da ecco, si potrebbe accostare ad altre apocopi quali beh/be' (da bene), toh/to' (da togli), veh/ve' (da vedi), e pensare addirittura a un'ipotetica doppia grafia eh/e'.
Che dite? Troppo fantasioso?
Va be', va be': ci possiamo anche accontentare del normale eh, come da titolo del filone!
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Ipotesi assai improbabile (e praticamente impossibile a dimostrarsi).Millermann ha scritto:Se, invece (come è stato suggerito nell'altro filone), l'esclamazione derivasse da ecco…
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