«Sia io che te»
Moderatore: Cruscanti
«Sia io che te»
Gentili signori, è ammessa nello scritto la forma "sia io che te". Grazie
Saluti
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Re: «Sia io che te»
Sebbene sia «piuttosto diffuso e ormai accettato anche da grammatici tradizionalisti» (Serianni, XIV.28 a), sia… che… (al posto di sia… sia…, ripetuto anche piú volte) «talvolta potrebbe ingenerare confusione, specie in periodi complessi» (ibid.). Il caso di sia io che te, frase semplice, non pone difficoltà d’interpretazione; tuttavia, nella lingua formale, una prosa che si distingua per eleganza e proprietà darà la preferenza al costrutto tradizionale sia io sia te, lasciando sia io che te a un tipo di lingua meno sorvegliata.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Millermann
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Re: «Sia io che te»
Giusta osservazione; però ho l'impressione che il dubbio della nostra Vinci riguardasse, piú che altro, la scelta fra i pronomi tu e te, e fors'anche, in seconda battuta, l'ordine in cui porre quello di prima persona (mi sembra, infatti, che il filone fosse stato originariamente aperto in Morfologia
).
Da tale punto di vista, io avrei pensato di proporre la seguente classifica, dal piú formale/elegante al piú colloquiale:
1) Sia tu sia io
2) Sia tu che io
3) Sia io sia tu
4) Sia io che tu
5) Sia io sia te
6) Sia io che te
Concordate, o c'è qualcos'altro di cui tener conto?

Da tale punto di vista, io avrei pensato di proporre la seguente classifica, dal piú formale/elegante al piú colloquiale:
1) Sia tu sia io
2) Sia tu che io
3) Sia io sia tu
4) Sia io che tu
5) Sia io sia te
6) Sia io che te
Concordate, o c'è qualcos'altro di cui tener conto?

In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Re: «Sia io che te»
Non avevo pensato a questi due elementi importanti (forma e ordine dei due pronomi). Se è difficile stabilire una graduatoria precisa sulla quale tutti i parlanti concordino, convengo che sia tu sia io è senz’altro la formulazione da mettere al primo posto, anche se sia io sia te fa eco alla sequenza semicristallizzata io e te, su cui nessun purista ha ormai, credo, da ridire.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: «Sia io che te»
Grazie infinite, Marco e Millermann, per vostre utilissime spiegazioni!
Saluti
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Re: «Sia io che te»
Buongiorno! Nella frase "Andammo al mare dove te e altri amici mi spingeste in mare", l'uso di TE è sbagliato, Vero?
Spero possiate dissipare un altro mio dubbio. Nella frase: " Nelle camere c'erano i telefoni fissi e noi per dieci minuti chiamavamo le altre camere dove c'erano i nostri amici" non sarebbe meglio usare il passato remoto? Grazie infinite
Spero possiate dissipare un altro mio dubbio. Nella frase: " Nelle camere c'erano i telefoni fissi e noi per dieci minuti chiamavamo le altre camere dove c'erano i nostri amici" non sarebbe meglio usare il passato remoto? Grazie infinite
- Millermann
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Re: «Sia io che te»
La risposta è sí per entrambi i quesiti.
Nella prima frase, te è un uso regionale; in italiano corretto si deve usare tu.
Nella seconda l'imperfetto indicherebbe che i ragazzi chiamavano regolarmente, cioè ogni volta, sempre per i soliti dieci minuti.
Nella prima frase, te è un uso regionale; in italiano corretto si deve usare tu.
Nella seconda l'imperfetto indicherebbe che i ragazzi chiamavano regolarmente, cioè ogni volta, sempre per i soliti dieci minuti.

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Re: «Sia io che te»
Grazie mille!
-
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Re: «Sia io che te»
Più che regionale, direi colloquiale.Millermann ha scritto: ven, 14 giu 2019 8:56 La risposta è sí per entrambi i quesiti.
Nella prima frase, te è un uso regionale; in italiano corretto si deve usare tu.
Quali sarebbero, altrimenti, le regioni di riferimento?
- Millermann
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Re: «Sia io che te»
Che sia un uso regionale lo deduco dal fatto che nel sud Italia, ad esempio, nessuno parla cosí (a meno di voler scimmiottare modi di dire sentiti in tivvú), e a me in particolare suona sciatto e sbagliato.
Comunque, la grammatica Treccani stessa lo reputa tale:
Comunque, la grammatica Treccani stessa lo reputa tale:
Ovviamente, sarà ammissibile nel parlato di quelle regioni, nelle altre continua a suonare "strano".L’uso di te come soggetto, ampiamente diffuso in molte regioni italiane, è ammissibile nel parlato informale, ma deve essere evitato nel parlato di tono sostenuto e nell’uso scritto

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Re: «Sia io che te»
Concordo con Millermann, ma ricordo che ciò non vale [ormai piú] per io e te e, «per estensione», per sia io sia/che te, come ricordato qui sopra da Marco.
Re: «Sia io che te»
Parallelamente, le grammatiche, che un tempo prescrivevano l’uso della sequenza io e tu, hanno via via ritenuto preferibile la sua sostituzione con tu ed io, per poi considerare, solo recentemente, io e tu non più accettabile. (Treccani)
L’ignoravo. Ma che cosa significa «le grammatiche»? Le grammatiche scritte da chi? Chi ha il potere di decidere e dire «d’ora innanzi io e tu è scorretto»? E secondo quali, inesplicitati, criteri?
Tra parentesi, tu ed io, in bocca settentrionale, suona come tu e Dio…
L’ignoravo. Ma che cosa significa «le grammatiche»? Le grammatiche scritte da chi? Chi ha il potere di decidere e dire «d’ora innanzi io e tu è scorretto»? E secondo quali, inesplicitati, criteri?
Tra parentesi, tu ed io, in bocca settentrionale, suona come tu e Dio…
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Sia io che te»
A me sembra che la ripetizione di sia a brevissima distanza possa risultare quasi cacofonica e mi chiedo se questo potrebbe essere uno dei motivi della diffusione di sia...che anche in una lingua più sorvegliata. Per esempio in questo articolo che sto or ora leggendo, che non si può certo definire di lingua non sorvegliata, si legge "Ma anche aziende di altri Paesi si sono mosse per tempo: sia negli Stati Uniti, che in Europa (in particolare Ericsson e Nokia), ma anche in Giappone, così come Samsung in Corea del Sud". Qui mi suonerebbe bene anche sia...sia ma non in casi (tanto per fare un altro esempio) come "[questo oggetto] può trovarsi sia qui sia lì". Meglio sia qui che lì.Marco1971 ha scritto: gio, 13 giu 2019 19:06 Sebbene sia «piuttosto diffuso e ormai accettato anche da grammatici tradizionalisti» (Serianni, XIV.28 a), sia… che… (al posto di sia… sia…, ripetuto anche piú volte) «talvolta potrebbe ingenerare confusione, specie in periodi complessi» (ibid.). Il caso di sia io che te, frase semplice, non pone difficoltà d’interpretazione; tuttavia, nella lingua formale, una prosa che si distingua per eleganza e proprietà darà la preferenza al costrutto tradizionale sia io sia te, lasciando sia io che te a un tipo di lingua meno sorvegliata.
Re: «Sia io che te»
E che dire di una frase come questa?
Credo che sia tu che io sbagliamo.
Per sia qui sia lí o sia qui che lí dipende se si preferisce un’allitterazione in /-s-/ o in /-k-/, questione di gusto personale.
Forse /'kwikke/ è piú quicche ma non piú scicche. 
Credo che sia tu che io sbagliamo.
Per sia qui sia lí o sia qui che lí dipende se si preferisce un’allitterazione in /-s-/ o in /-k-/, questione di gusto personale.


Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Sia io che te»
Credo che sbagliamo entrambi.Marco1971 ha scritto: sab, 15 giu 2019 0:17 E che dire di una frase come questa?
Credo che sia tu che io sbagliamo.

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