«Sia io che te»
Moderatore: Cruscanti
Re: «Sia io che te»
Gentile Marco, sarei molto grato se Lei spiegasse la frase di Luca Serianni a proposito di "io e te" (Luca Serianni. Grammatica italiana, VII.14.): "Piutosto comune 'te' con funzione di soggetto, che appare ormai la regola in frasi coordinate quando il pronome di 2a persona sia al secondo posto: "io e te", "Ugo e te" (cfr. Lepschy-Lepschy 1981: 107). Grazie.
Re: «Sia io che te»
Vuol dire semplicemente che, in passato, te come soggetto non era ammesso dai grammatici. Oggi è ammesso in espressioni coordinate quando si trova in seconda posizione: io e te, lui e te, ecc. (ma non te e io, te e lui – espressioni usate tuttavia in molti italiani regionali – ; qui è d’obbligo tu: tu e io, tu e lui). Naturalmente – checché ne dicano le fantagrammatiche evocate o invocate (non saprei) nell’articolo della Treccani piú sopra – rimane possibile usare anche tu, anche se non è un uso comune.
Riassumendo: se lei non vuol essere considerato un marziano, dirà tranquillamente io e te (o tu e io).
Riassumendo: se lei non vuol essere considerato un marziano, dirà tranquillamente io e te (o tu e io).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: «Sia io che te»
Grazie, caro Marco, per la risposta. Non vorrei essere un marziano... 
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 0 ospiti