Sí, è vero; da parecchio tempo — lo notava già Migliorini — le parole straniere s’apprendono cogli occhi, non piú con gli orecchi.Ligure ha scritto: mar, 16 lug 2019 10:44Mi consenta soltanto un'osservazione in merito al fatto che gli adattamenti dal francese siano/siano stati sempre effettuati a partire dalla fonetica.
Oggigiorno - non nell'epoche buie - è possibile apprendere la pronuncia dei toponimi francesi dal cellulare in pochi secondi. Eppure tutti i docenti di storia della locale università - anche quelli di storia dell'ancien régime - pronunciano tranquillamente Reims esattamente come il toponimo viene scritto. Ed è solo un esempio per non farla lunga ...
Vorrei ringraziarla di nuovo per il suo prezioso intervento: Vogi è in effetti l’adattamento migliore, ché il suono /ʒ/ del francese in italiano normale diventa /ʤ/, come in bigiú o nella pronuncia «trascurata» di garage. In Google Libri ho trovato qualche (rara) attestazione di Vogi, sia maschile sia femminile:
La Gallia Belgica comprendeva il paese tra l’Oceano, il Reno, i Vogj [sic], sino verso la Senna e la Marna. (Corso di storia generale antica e moderna, 1824)
La Francia era anticamente divisa in ottanta trè [sic] spartimenti. […] Li monti, or montagne sono li Pirenei, le Alpi, le Vogi. (Key to Grimani’s Italian Grammar and exercises, 1820)
L’uva orsina detta anche bussarola arbuto è un piccolo arbusto che cresce nelle foreste delle montagne fra i vogi, le alpi e simili. (Flora medico-farmaceutica, 1848)