1.0. Ci sono, in sostanza, due se: il se ipotetico e il se interrogativo:
(1) Se tu fossi d’accordo, potresti accompagnarmi (se tu fossi d’accordo = «nel caso in cui tu fossi d’accordo»)
(2) Volevo sapere se saresti d’accordo di accompagnarmi (se saresti d’accordo = «saresti d’accordo?»)
1.1. Il se ipotetico non ammette, in genere, il condizionale (ma si veda piú sotto), mentre col se interrogativo si sposa bene:
(3) Mi ha chiesto se, secondo me, sarebbe opportuno coinvolgere altre persone (= Mi ha chiesto: «Secondo te, sarebbe opportuno coinvolgere altre persone?»)
(4) Ci domandavamo se sarebbe arrivato in orario (= Ci domandavamo: «Arriverà in orario?»)
(5) Vorrei sapere se qualcuno potrebbe risolvere questo problema (= Vorrei sapere: «Qualcuno potrebbe risolvere questo problema?»)
Non è difficile trovarne esempi letterari:
(6) Rimaneva soltanto da decidersi se sarebbe un monaco o una monaca; decisione per la quale faceva bisogno, non il suo consenso, ma la sua presenza. (Manzoni, I promessi sposi, cap. 9)
(7) Stavano adunque sbalorditi, incerti l’uno dell’altro, e ognun di sé. Chi si rodeva, chi faceva disegni del dove sarebbe andato a cercar ricovero e impiego; chi s’esaminava se avrebbe potuto adattarsi a diventar galantuomo; chi anche, tocco da quelle parole, se ne sentiva una certa inclinazione […]. (Manzoni, I promessi sposi, cap. 24)
(8) Vi prego a prendervi il disturbo di vedere se sarebbe possibile che costì, e per parte di conoscenti vostri nelle città vicine, si potessero avere degli Associati. (Leopardi, Epistolario)
1.2. Il se interrogativo può essere seguito anche da un tempo del congiuntivo o dell’indicativo (il congiuntivo appartiene a un registro di lingua piú formale):
(9) Mi chiese se stessi/stavo bene (= Mi chiese: «Stai bene?»)
(10) Non ero sicuro se fosse/era lei (= Non ero sicuro: «Era lei?»)
(11) Mi domando se sia/è il caso di proseguire (= Mi domando: «È il caso di proseguire?»)
(12) Non ricordo se ebbi il coraggio di rispondere (= Non ricordo: «Ebbi il coraggio di rispondere?»)
1.3. Di converso, il se ipotetico non ammette né il congiuntivo presente, né il congiuntivo passato (ma si veda sotto, 1.3.1.):
(13) *Se faccia freddo, mettiti la giacca > Se fa freddo, mettiti la giacca
(14) *Perdonatemi se mi sia sbagliato > Perdonatemi se mi sono/fossi sbagliato
1.3.1. Nell’italiano antico, il congiuntivo presente nella protasi, probabilmente modellato sul congiuntivo potenziale del latino, era possibile. Di tale uso rimangono, nell’italiano attuale, alcuni relitti, in locuzioni che potremmo definire cristallizzate, come se si consideri…, se si ponga mente… e simili:
Tutto questo, argomenta dunque il gip, “a prescindere dalla prova dell’effettiva incidenza sull’equilibrio psico-fisico, vale a delineare in termini ulteriormente negativi, la personalità dell’indagato, tanto più se si consideri che la consuetudine con gli stupefacenti era già emersa in precedenti, diverse occasioni”. (La Repubblica, 29.06.2017)
Niente di ciò è in contrasto con le attestazioni dei sensi, se si ponga mente al modo come tali realtà portino a noi dalle cose esterne le conoscenze evidenti e le conformità delle nostre conoscenze alle cose stesse. (Riccardo Campa, Le vestigia di Orfeo, 2003)
1.4. Il se ipotetico ammette il condizionale solo in frasi nelle quali si può sottintendere «è vero che, la verità è che» e simili:
(15) Se [è vero che] sarebbe esagerato definirlo obeso, possiamo comunque dire che è in sovrappeso.
(16) Se [è vero che], da una parte, avresti ragione a rifiutare, dall’altra un piccolo sforzo potresti farlo.
Anche qui illustrano gli illustri (con lustro lustro

(17) Operazioni, finalmente, che non si fanno, se non in una parte, e in una piccola parte, per volta; giacché, se sarebbe strano il supporre che un uomo solo possa smettere simultaneamente una gran parte de’ vocaboli di cui si serve abitualmente, e prenderne de’ novi in luogo di quelli; tanto più strano sarebbe il supporre che una cosa simile possa esser fatta da molti insieme. (Manzoni, Della lingua italiana)
(18) Ti ripeto che hai fatto bene, e che Guillon è un briccone, sulla schiena del quale se sarebbe viltà il calare la spada, è però giusta ed onesta cosa il calare a tempo il bastone, e il solo disprezzo non è moneta che saldi bene queste partite. (Foscolo, Epistolario)
(19) Perciò quella soprabbondanza che notiamo nelle loro poesie ec. se sarebbe difetto tra noi, poteva non esserlo, o esser minore appresso un popolo più capace per sua natura di seguire e di comprendere coll’animo suo quella maniera del poeta. (Leopardi, Zibaldone)
1.5. Riassumendo: il condizionale dopo il se interrogativo è normalissimo; dopo il se ipotetico è possibile soltanto nel caso di un «è vero che» sottinteso.
N.B. I due se possono trovarsi nella stessa frase (qui il primo se è interrogativo, e il secondo ipotetico):
(20) Dopo che sei partita con Zekiel, ho trascorso mesi a domandarmi se avrei avuto la forza di ucciderti se tu fossi rimasta. (Alice Scarling, Agnus Dei : Requiem pour Sascha, 2015. Frase originale: Après que tu es partie avec Zekiel, j’ai passé des mois à me demander si j’aurais eu la force de te tuer si tu étais restée.)
1.6. Preceduto da anche, il se ipotetico dà luogo alla locuzione congiuntiva anche se, che ammette, secondo le varie sfumature semantiche che può assumere, sia l’indicativo (con valore concessivo [«nonostante»], (21), (22)), sia il congiuntivo imperfetto o trapassato (con valore concessivo-ipotetico [«ammesso pure che»], (23), (24)), sia il condizionale (anche se [è vero che], (25)):
(21) Ce la faccio, anche se è difficile.
(22) Ce la farò, anche se sarà difficile.
(23) Anche se fosse possibile, non lo farei.
(24) Anche se glielo avessi detto tu, non ci avrebbe creduto.
(25) Anche se avrei preferito andare a Londra, fui mandato a Berlino.
1.7. A differenza del solo se ipotetico, anche se può costruirsi col congiuntivo presente e passato in uno stile aulico:
(26) Ma poiché molti non si vergognano di deludere con varie arti le cose, le quali sono state ben stabilite, e nello stesso tempo di ottenere molti benefizi, il santo concilio, nessuno eccettuato, anche se sia insignito dell’onore del cardinalato, stabilì che in avvenire si conferisca a ciascheduno soltanto un benefizio ecclesiastico… (Biblioteca sacra ovvero Dizionario universale delle scienze ecclesiastiche, 1838)
(27) Nel caso indicato nell’articolo 6, il cittadino o lo straniero è giudicato nello Stato, anche se sia stato giudicato all’estero [138, 201]. (Giorgio Lattanzi, Codice penale, Libro 1, Volume 1, p. 476, 2010)
Nell’italiano comune, tuttavia, in questi casi si impiega preferibilmente l’indicativo presente e passato prossimo (anche se è insignito…, anche se è stato giudicato…).
1.8. Non si confonda anche se, locuzione congiuntiva, con ‘anche + se interrogativo’:
(28) Occorre considerare anche se sia vantaggioso iniziare la marcia di giorno o di notte… (Maurizio Nenna, Principi di tattica militare, 2013; Occorre considerare anche: «È vantaggioso iniziare la marcia di giorno o di notte?»)