Marco1971 ha scritto: lun, 09 dic 2019 20:01
Le frasi proposte sono tutte corrette, ma non richiedono obbligatoriamente il congiuntivo; si potrebbe avere anche
se esiste, se quella persona conosce, se sono, se tale metodo può essere usato.
Grazie mille per la sua risposta! (do del lei perché l'ho letto nella netiquette eh

)
Sì, certo, si potrebbe usare l'indicativo nella interrogativa indiretta e tagliare la testa al toro. Però, appunto, il mio dubbio nasceva dal voler usare il congiuntivo.
Quindi annaspavo tra la consecutio temporum che pare non volere -
ma davvero mai? - il congiuntivo presente nella subordinata quando la reggente è all'indicativo passato, e il fatto che, comunque, un'interrogativa indiretta si possa fare anche con il congiuntivo.
Una persona mi ha fatto venire il dubbio perché trova del tutto sbagliato l'uso del congiuntivo presente dopo un passato prossimo.
Vorrei ciederle se possibile anche se gli schemi della Treccani per le subordinate oggettive, linkati sopra, siano davvero così strettamente paradigmatici o esistano in realtà diverse eccezioni quando si parla di determinate subordinate, come appunto questa dell'interrogativa indiretta che vuole indicare il perdurare della domanda nel tempo.
Esiste qualcosa di riassuntivo in tal senso, cioè di eccezioni alla consecutio temporum ''basica''?
L'uso del congiuntivo nell'interrogativa indiretta sarebbe, nelle mie intenzioni, per dare un tocco di formalità in più e anche per rendere un dubbio maggiore nella domanda, rispetto all'indicativo. E a dirla tutta mi piace anche di più come suona. E' codificato questo significato del congiuntivo? Su wikipedia (eheh) dice che serva proprio a rendere meglio questo aspetto di dubbio maggiore, così come lo intendo io.
Nel frattempo comunque avevo anche trovato sempre sulla
Treccani una risposta, unica sul web, quasi del tutto rassicurante.
In fondo alla pagina dice: ''A margine, occorre precisare che una frase interrogativa, pur dipendendo da un passato, può indicare un’azione o una situazione che persiste nel presente. In questo caso l’imperfetto (indicativo o congiuntivo) si alterna liberamente col presente (indicativo o congiuntivo), come in (108):
(108) le ho chiesto se Carlo abita [oppure: abiti, abitava, abitasse] ancora qui. ''
Dicevo ''quasi'', perché nell'esempio si utilizza nella subordinata proprio un avverbio perfetto per rendere chiaro il significato di persistenza della domanda. Invece, anche senza un avverbio di tempo adeguato, è corretto rendere il concetto di persistenza dell'azione/situazione/domanda con il congiuntivo presente dopo reggente con indicativo passato?