«Gli/le dica pure»
Moderatore: Cruscanti
«Gli/le dica pure»
Salve, quale tra queste due è la forma corretta?
- Lei gli/le dica pure (a Mario) che non ci sono.
- Lei gli/le dica pure (a Mario) che non ci sono.
Re: «Gli/le dica pure»
Gli è la forma corretta.Lutor ha scritto: mar, 10 set 2019 13:59 Salve, quale tra queste due è la forma corretta?
- Lei gli/le dica pure (a Mario) che non ci sono.
gli = a lui
le = a lei
G.B.
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Re: «Gli/le dica pure»
Nel registro colloquiale è comune anche "gli = a lei". L'esempio però specifica "a Mario", quindi ipotizza un'espressione "le = a lui" che non si è mai sentita in nessun registro.
Questo mi fa pensare che la domanda di Lutor fosse un po' differente, che si stesse chiedendo se il lei di cortesia eserciti un'attrazione sulla scelta di quel pronome. Ma forse è solo una mia fantasia, perché anche una cosa del genere è fuori da qualsiasi registro.
Questo mi fa pensare che la domanda di Lutor fosse un po' differente, che si stesse chiedendo se il lei di cortesia eserciti un'attrazione sulla scelta di quel pronome. Ma forse è solo una mia fantasia, perché anche una cosa del genere è fuori da qualsiasi registro.
Re: «Gli/le dica pure»
valerio_vanni ha scritto: mer, 11 set 2019 11:43 Nel registro colloquiale è comune anche "gli = a lei". L'esempio però specifica "a Mario", quindi ipotizza un'espressione "le = a lui" che non si è mai sentita in nessun registro.
Questo mi fa pensare che la domanda di Lutor fosse un po' differente, che si stesse chiedendo se il lei di cortesia eserciti un'attrazione sulla scelta di quel pronome. Ma forse è solo una mia fantasia, perché anche una cosa del genere è fuori da qualsiasi registro.
Il senso della mia domanda era se, adoperando il lei di cortesia, nell'enunciazione di ciò che voglio venga riferito dal mio interlocutore ad un'altra persona di genere maschile (es.mario), si dovesse usare il pronome "gli" o "le".
Non so se riesco a spiegarmi.
Re: «Gli/le dica pure»
«Lei (=interlocutore) gli (=a Mario, quindi indubitabilmente «a lui») dica che non ci sono».Lutor ha scritto: sab, 14 set 2019 20:48valerio_vanni ha scritto: mer, 11 set 2019 11:43 Nel registro colloquiale è comune anche "gli = a lei". L'esempio però specifica "a Mario", quindi ipotizza un'espressione "le = a lui" che non si è mai sentita in nessun registro.
Questo mi fa pensare che la domanda di Lutor fosse un po' differente, che si stesse chiedendo se il lei di cortesia eserciti un'attrazione sulla scelta di quel pronome. Ma forse è solo una mia fantasia, perché anche una cosa del genere è fuori da qualsiasi registro.
Il senso della mia domanda era se, adoperando il lei di cortesia, nell'enunciazione di ciò che voglio venga riferito dal mio interlocutore ad un'altra persona di genere maschile (es.mario), si dovesse usare il pronome "gli" o "le".
Non so se riesco a spiegarmi.
Se non La convince, faccia una semplice analisi logica della frase: «Lei» è il soggetto, «gli» il complemento di termine. Chiaro adesso?

Se ancora non La convince pensi a questa frase: «tu di' a lui che non ci sono» che nel Suo caso diventa: «Lei gli dica che non ci sono», dove «Lei» è omissibile.
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Re: «Gli/le dica pure»
Le sia chiaro che la forma di cortesia non influenza in alcun modo il genere di Mario, che sarà sempre un lui; quindi, per Sua incitazione, il Suo interlocutore dirà questa cosa «a Mario», cioè «a lui», cioè, gli dirà questa cosa e non le dirà.
Quando si rivolgerà al Suo interlocutore la frase sarà dunque: «Lei gli dica che non ci sono» e non «le dica»; perché il complemento di termine è sempre un lui, cioè Mario, a prescindere dal fatto che dia del tu o del Lei al Suo interlocutore.
Quando si rivolgerà al Suo interlocutore la frase sarà dunque: «Lei gli dica che non ci sono» e non «le dica»; perché il complemento di termine è sempre un lui, cioè Mario, a prescindere dal fatto che dia del tu o del Lei al Suo interlocutore.
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Re: «Gli/le dica pure»
Sì, come pensavo... ha ipotizzato una forma di attrazione.Lutor ha scritto: sab, 14 set 2019 20:48valerio_vanni ha scritto: mer, 11 set 2019 11:43 Nel registro colloquiale è comune anche "gli = a lei". L'esempio però specifica "a Mario", quindi ipotizza un'espressione "le = a lui" che non si è mai sentita in nessun registro.
Questo mi fa pensare che la domanda di Lutor fosse un po' differente, che si stesse chiedendo se il lei di cortesia eserciti un'attrazione sulla scelta di quel pronome. Ma forse è solo una mia fantasia, perché anche una cosa del genere è fuori da qualsiasi registro.
Il senso della mia domanda era se, adoperando il lei di cortesia, nell'enunciazione di ciò che voglio venga riferito dal mio interlocutore ad un'altra persona di genere maschile (es.mario), si dovesse usare il pronome "gli" o "le".
Comunque no, il "Lei" non ha alcun ruolo in questa scelta. Come ha detto Giorgio, sono parti separate nell'analisi logica.
"Tu di' a Mario / a Maria" "Lei dica a Mario / a Maria".
"Gli" = a Mario; "Le" = a Maria. Col "Lei" e col "Tu".
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Re: «Gli/le dica pure»
A dire il vero non riesce neanche a influenzare il genere della persona a cui si dà del "Lei".G.B. ha scritto: sab, 14 set 2019 22:31 Le sia chiaro che la forma di cortesia non influenza in alcun modo il genere di Mario
A un uomo si dice "Lei stia tranquillo!" "Lei stia fermo!" "Lei è disonesto!", anche se la cosa cozza con la pura concordanza grammaticale.
Figuriamoci quello di Mario...

Re: «Gli/le dica pure»
Questo non è del tutto vero .valerio_vanni ha scritto: dom, 15 set 2019 1:37 A dire il vero non riesce neanche a influenzare il genere della persona a cui si dà del "Lei".
A un uomo si dice "Lei stia tranquillo!" "Lei stia fermo!" "Lei è disonesto!"…
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Re: «Gli/le dica pure»
Il caso in cui c'è concordanza al femminile è il pronome atono: "Spero di risentirla presto".
Non direi mai "Spero di risentirlo presto", così come "Lei è disonesta".
Non direi mai "Spero di risentirlo presto", così come "Lei è disonesta".
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Re: «Gli/le dica pure»
A me è capitato di sentirla qualche volta, come forma di ipercorrettismo, sulle labbra di persone che evidentemente erano state traumatizzate, in gioventù, dai rimbrotti per l'altro, assai più comune, errore (gli per a lei): la reazione, ugualmente - se non di più - errata, era l'uso indiscriminato di le, percepito come "la forma usata da chi sa l'italiano".valerio_vanni ha scritto: mer, 11 set 2019 11:43 Nel registro colloquiale è comune anche "gli = a lei". L'esempio però specifica "a Mario", quindi ipotizza un'espressione "le = a lui" che non si è mai sentita in nessun registro.
Un'aberrazione simile è l'abuso del congiuntivo in casi in cui l'indicativo è obbligatorio (È stato l'unico ad aiutarmi quando fossi [nel senso e al posto di ero] in difficoltà).
Si tratta di vizi linguistici tipici di persone poco (e male) istruite.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Re: «Gli/le dica pure»
Può anche trattarsi di un riflesso condizionato di tipo fantozziano: «Le dica pure (alla grande Persona di Mario) che non ci sono».
La poesia è sfuggente al comando/ma so che esiste in ciò che mi circonda/timida basta la cresta di un'onda/per dir che l'attimo si sta annunciando/ A volte il lago mi si apre allorquando/nei suoni colgo il suo canto alla sponda/
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