Sostantivo per «la qualità di essere astemio»
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Sostantivo per «la qualità di essere astemio»
Ho cercato nei dizionari ma, con una certa sorpresa, non ho trovato nulla. Si potrebbe dire astemìa?
- marcocurreli
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Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»
Anche a me è la prima cosa che mi viene in mente.
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- Millermann
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Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»
In effetti, astemía suona piuttosto bene, però... non dovrebbe dare *astemico o *astemioso? 
Da astemio mi aspetterei qualcosa come *astemiezza o *astemietà, che invece, lo so, sono davvero inascoltabili!

Da astemio mi aspetterei qualcosa come *astemiezza o *astemietà, che invece, lo so, sono davvero inascoltabili!

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- marcocurreli
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Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»
Cercando il suffisso -emia su questo dizionario, ho trovato un solo caso simile: blasfemía come sostantivo di blasfemo.
Linux registered user # 443055
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Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»
E' un po' meno specifico.
Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»
Ne ho trovato un’occorrenza qui:
Dopo queste organizzazioni astemie, che hanno persuaso milioni d’individui all’astemia assoluta, passiamo ad un periodo caratterizzato da un movimento energico a promuovere l’astemia per legge. (Compte-rendu du XIVe Congrès international contre l’alcoolisme, 1921)
Dopo queste organizzazioni astemie, che hanno persuaso milioni d’individui all’astemia assoluta, passiamo ad un periodo caratterizzato da un movimento energico a promuovere l’astemia per legge. (Compte-rendu du XIVe Congrès international contre l’alcoolisme, 1921)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Millermann
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Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»
In alcuni articoli "pseudoscientifici" il termine astemia è impiegato con naturalezza, quasi esistesse da sempre: esempi qui e qui.
Potrebbe rappresentare, forse, l'unico caso di nome astratto in -ía derivato da un aggettivo in -io... Chissà!
Potrebbe rappresentare, forse, l'unico caso di nome astratto in -ía derivato da un aggettivo in -io... Chissà!

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- Infarinato
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Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»
La parola «giusta» è/sarebbe astemietà (si pensi a exĭmĭĕtas da exĭmĭus), ma questo nome di qualità non è mai stato usuale, come ci ricorda una monografia del 1989 dedicata all’argomento. 

Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»
Segnalo una nota della Crusca sul tema («Se non bevete il vino siete astemi o astemie ma non potete (ancora) darvi all’astemìa»), uscita pochi giorni fa a firma di Veronica Ricotta. La nota valuta, oltre all'astemìa del titolo, anche astemiezza, astemietà e astemismo (fra l'altro citando lo stesso testo indicato da Infarinato) ma non fa considerazioni sulla correttezza etimologica, e conclude consigliando astemìa:
ma con un errore di battitura (archyra):
Si fa riferimento anche a questo stesso filone...Per concludere, il vocabolo astemìa non trova attestazioni lessicografiche ma, viste le apparizioni già otto-novecentesche e il progressivo incremento di uso nell’italiano contemporaneo, si presenta come il candidato più accreditato per rappresentare la qualità dell’astemio.

(L'indirizzo non è cliccabile all'interno dell'articolo; lo diventa qui in automatico, nel riportarlo).In Google i risultati [per astemìa] sono davvero pochi (circa 250) e sono presenti anche in forum di discussione che si interrogano proprio sull’esistenza della parola assente nei vocabolari (per esempio, www.archyra.org).
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
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Re: Sostantivo per «la qualità di essere astemio»
Ho riletto la scheda della Crusca che ha segnalato Giulio. Sono piuttosto perplesso. Il concetto in questione è espresso da una serie di derivati di astemio nessuno dei quali, al momento, prevale sull’altro. In piú, all’incertezza si aggiunge la rarità di ognuna di queste varianti. Fondare la preferenza per astemía (che peraltro costringerebbe a ricorrere all’accento grafico) su di un supposto «progressivo incremento di uso nell’italiano contemporaneo» è francamente poco comprensibile, soprattutto perché si dichiara al tempo stesso che «[i]n Google i risultati [per astemìa] sono davvero pochi (circa 250)».
Quello che però mi sconcerta di piú è la giustificazione di una palese paretimologia:
P.S.: Vi si cita il nome di una cantina piemontese, L’Astemia Pentita, come attestazione di astemía, ma non trovo da nessuna parte la parola scritta con il segnaccento sull’‹i›. E del resto la lezione astemía sarebbe in contrasto col significato dell’espressione: solo una donna astemia può essere pentita, non certo un concetto astratto.
Quello che però mi sconcerta di piú è la giustificazione di una palese paretimologia:
Insomma, si consiglia astemía non per una rigorosa e ponderata analisi etimologica (come quella che ha condotto alla proposta d’Infarinato), ma per un non meglio definito «incremento d’uso» di una parola rarissima, e vi si aggiunge pure, per soprammercato, una paretimologia.La forma con suffisso in -ìa potrebbe essere accostata per vicinanza fonica ai derivati in -emìa, suffisso che deriva dal greco e ha il significato di proprietà del sangue e conferisce dunque una sorta di afflato [???] medico a questo sostantivo.

P.S.: Vi si cita il nome di una cantina piemontese, L’Astemia Pentita, come attestazione di astemía, ma non trovo da nessuna parte la parola scritta con il segnaccento sull’‹i›. E del resto la lezione astemía sarebbe in contrasto col significato dell’espressione: solo una donna astemia può essere pentita, non certo un concetto astratto.
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