«Nessuna» o «qualsiasi»?

[Trevigiana]

Salve,

ritenete corrette entrambe le soluzioni?

Non sono mai riuscita a farlo appassionare a nessuna squadra di calcio.

Non sono mai riuscita a farlo appassionare a una qualsiasi squadra di calcio.

Grazie in anticipo per l'attenzione.

Buona giornata.

[Marco1971]

Sí, entrambe le frasi appaiono conformi alla norma grammaticale. Da un punto di vista espressivo, la seconda opzione presenta maggiore enfasi, risulta cioè emotivamente piú forte, per la pregnanza piú densa di qualsiasi in confronto a nessuno.

[G.B.]

Sí, entrambe le frasi appaiono conformi alla norma grammaticale.

A rigor di logica la prima è meno corretta [di «non sono mai riuscita a farlo appassionare ad alcuna squadra di calcio.»].

Per il resto concordo.

[Infarinato]

A rigor di logica la prima è meno corretta [di «non sono mai riuscita a farlo appassionare ad alcuna squadra di calcio.»].

…Ma non «a rigor d’italiano», dove la doppia negazione è del tutto normale.

[G.B.]

…Ma non «a rigor d’italiano», dove la doppia negazione è del tutto normale.

Senza [alcun] dubbio, ma questo è un caso in cui la logica può non venir trascurata:

[...]il pronome e aggettivo indefinito alcuni, alcune è impiegato nelle frasi negative, come sinonimo [linguistico] di nessuno[...]

[Marco1971]

...e quindi sdrucciolammo nelle regole fantasma...

[Ferdinand Bardamu]

Senza [alcun] dubbio, ma questo è un caso in cui la logica può non venir trascurata…

È vero, caro Giorgio, ma è anche vero che una frase formalmente illogica può essere perfettamente grammaticale; anzi, càpita anche che la forma «piú illogica» prevalga nell’uso —anche cólto— per ragioni imponderabili (pensi, per esempio, a locuzioni come avere a che fare, ma anche al normale non espletivo).

Il nostro Marco ha scritto piú d’un intervento in cui ragiona magistralmente sul fatto che le lingue naturali non sono costruzioni matematiche, ed è quindi vano giudicarle col metro della logica.

[G.B.]

...ed è quindi vano giudicarle col metro della logica.

Limitatamente; se è vero che in certi casi il linguaggio è illogico e ambiguo (veda il caso estremo delle enantiosemíe che vanno a ledere uno dei capisaldi della logica, il «principio di non contraddizione»), io non sarei cosí drastico nel definire l'italiano [totalmente] illogico, concludendo che è [sempre] vano utilizzare il metro della logica per descriverlo. Anche perché, se cosí fosse(*), certe «lecconeríe» come cosí invece che così non ce le potremmo piú permettere.

Sicuramente il linguaggio non è [totalmente] logico e ancor piú sicuramente l'italiano non è tra i piú logici: non sono affatto in disaccordo su questo; se avessi saputo che avrei creato questo malinteso, avrei sottolineato a rigor di logica nel mio primo intervento.

(*) una descrizione logica di quanto illogico fosse l'italiano sarebbe comunque possibile ; di qui - se vuole - l'eccelsa critica dell'Infarinato al sistema [bi]accentuativo grammaticalmente corretto.

[Marco1971]

Conviene forse illustrare a questo punto l’uso antichissimo, illustrissimo e plurisecolarissimo di non... nessuno, a fugare ogni dubbio sulla presunta maggiore correttezza della variante con alcuno, altrettanto corretta, ma non maggiormente. Il discrimine qui è d’ordine stilistico: non... alcuno appartiene a un registro piú elevato (e può di conseguenza risultare affettato in un contesto informale, come già a suo tempo rilevava il Tommaseo alla voce nessuno).

Ch’ell’ha ’l su’ viso tanto dilicato
Com’al mondo non ha nessun vivente;
così non fosse quel vis’ancor nato! (Cecco Angiolieri, Rime, sec. XIII)

E sì come il legno da sé non ha nessuna forma artificiale, ma tutte può avere per operazione de legnaiolo; cossì la materia di cui parliamo, da per sé et in sua natura, non ha forma alcuna naturale, ma tutte le può aver per operazione dell’agente attivo principio di natura. (Giordano Bruno, De la causa principio et uno, 1584)

\BEATR.\ Orsù, io me ne voglio andare. Tocchiamoci la mano, in segno di buona amicizia, e di fedeltà.
\CLAR.\ Ecco la mano; non ho nessun dubbio, che m’inganniate. (Goldoni, Il servitore di due padroni, 1747)

Io non ho nessuna vergogna nel dir delle verità e nello scriverle. Gl’impostori hanno sempre un crudelissimo disprezzo di loro medesimi nel fondo del cuore. L’animal ragionevole dunque credo che lo son io. (Il Caffè, 1766)

Non solo il fanciullo non ha nessun’idea del bello umano, e ha bisogno dell’assuefazione per acquistarla, ma per perfezionarla, e gustare tutti i piaceri che può dar la sua vista, è bisogno un’assuefazione lunga, variata, particolare, e conviene anche per essa divenire intendenti, come per gustare il bello delle arti, o delle scritture. (Leopardi, Zibaldone, 1832)

Credimi, Giuliana, credimi per sempre. Non ho nessun rancore contro di te, non ne avrò mai. Non dimentico che ti debbo il contraccambio; non dimentico nulla. Non ne hai già le prove? Rassicùrati. (D’Annunzio, L’Innocente, 1892)

E pure, pensò, l’acqua non ce l’ho messa, come voleva Luigia e come faceva mio padre, e il vino non ha nessun vizio! (Tozzi, Il podere, 1921)

Ma come, caduto? Non ha nessuna ferita nessun livido, nessuna ammaccatura quel cadaverino. Ha soltanto una magrezza che incute ribrezzo, e nella manina manca quel dito, quel pollice enorme! (Pirandello, Il viaggio, 1928)

[Trevigiana]

Un sincero "grazie" a tutti coloro che, muovendo dal mio quesito, si sono profusi in interessanti argomentazioni.