Vi segnalo la petizione di Antonio Zoppetti «Basta anglicismi nel linguaggio istituzionale: Viva l'italiano #litalianoviva», rivolta al presidente della Repubblica e promossa da un gruppo di personalità nel campo della scienza e della cultura.
L’appello è rivolto a Mattarella affinché faccia «un richiamo almeno nei confronti della politica e delle istituzioni, perché si usi la nostra lingua» e «[incoraggi] una campagna mediatica per difendere e favorire l’italiano che denunci l’abuso dell’inglese». Il primo obiettivo mi sembra affine a quello che si prefiggeva la nostra proposta di legge d’iniziativa popolare.
Petizione a Mattarella: «Basta anglicismi nel linguaggio istituzionale»
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- Ferdinand Bardamu
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Re: Petizione a Mattarella: «Basta anglicismi nel linguaggio istituzionale»
Solo un dubbio, insinuato peraltro dall'ignoranza: quella piattaforma offre possibilità concrete? È un mezzo realmente utile per recare le nostre voci all'orecchio del Presidente?
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Re: Petizione a Mattarella: «Basta anglicismi nel linguaggio istituzionale»
Mi dispiace far quello che rivede sempre le bucce al nostro Zop, ma la petizione contiene un anglicismo sintattico: evolvere per «evolversi»!Ferdinand Bardamu ha scritto: ven, 15 mag 2020 0:12 Vi segnalo la petizione di Antonio Zoppetti «Basta anglicismi nel linguaggio istituzionale: Viva l'italiano #litalianoviva», rivolta al presidente della Repubblica e promossa da un gruppo di personalità nel campo della scienza e della cultura.

In Gran Bretagna sarebbe cosí: c’è una procedura ben definita e, a seconda del numero di firme raggiunte, la petizione deve venire addirittura discussa in parlamento. In Italia… mah?

- marcocurreli
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Re: Petizione a Mattarella: «Basta anglicismi nel linguaggio istituzionale»
Se è ben formulata e condivisibile, offre possibilità.
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Re: Petizione a Mattarella: «Basta anglicismi nel linguaggio istituzionale»
La piattaforma non mi piace, ma è la più popolare (ci si confronta con quel che c'è). La speranza è di raccogliere un numero di firme che tanto più sarà ampio tanto più potrà richiamare l'attenzione. A parte il destinatario, che riceverà la petizione, l'intento è quello di creare cultura, di far parlare e di far riflettere sul problema non solo chi è già sensibile, ma un pubblico più ampio. I risultati credo che dipenderanno dal numero dei sottoscrittori. Dubito che si potrà modificare il linguaggio istituzionale, ma vedo uno spiraglio nell'immaginare una campagna di pubblicità Progresso. Ho deciso che dovevo almeno provarci, e in qualche modo passare dai lamenti all'azione. Un grazie a tutti coloro che si uniranno.Tecumseh ha scritto: ven, 15 mag 2020 14:22 Solo un dubbio, insinuato peraltro dall'ignoranza: quella piattaforma offre possibilità concrete? È un mezzo realmente utile per recare le nostre voci all'orecchio del Presidente?
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