Il brano conclude il paragrafo (5.5.2, Durata fonetica, p. 165) e non ci sono ulteriori spiegazioni (almeno non lì). Mi lascia sorpreso, perché non ho mai notato questa eccezione per la /r/. È vero anche, però, che non ho un orecchio molto buono; o forse dipenderà dall'italiano parlato nella mia zona. Che dicono i toscani?Le parole che, in tonía, terminano per /-ˈVl, -ˈVn/ hanno l'allungamento della /-C/ posvocalica: Anton, suon, Mel, festival [anˈtɔnː (ˈanːton), ˈswɔnː; ˈmɛlː, ˌfestiˈvalː (ˈfɛsːtival)]. Lo stesso avviene per altre consonanti, e gruppi di consonanti, finali, in sillaba accentata: pus, font, film, sport, [ˈpusː, ˈfɔnːt, ˈfilːm, sˈpɔrːt]. Se, invece, finiscono per /-ˈVr/ (assoluta), l'allungamento è sulla vocale: bar, cor, amor, voler [ˈbaːr, ˈkɔːr, aˈmoːr, voˈleːr].

Se invece è tutto giusto e ho capito bene, sapete dirmi da che cosa deriva questa eccezione per la /r/?