Toponomastica e antroponimia
Moderatore: Cruscanti
Io non ho ancora capito se Pristina (capitale del Cossovo) sia una forma italiana o semplicemente la forma serba (in alfabeto latino) Priština senza diacritico. Imbarazzante poi il fatto che Bruxelles non abbia una forma attuale italiana (quando ce l'hanno quasi tutte le lingue europee) e venga perlopiù pronunciata /bruk'sɛl/ (invece di /brys'sɛl/, che è più facile, ma più distante dalla grafia).
- Ferdinand Bardamu
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Rispolveriamo Brussella!Carnby ha scritto:Imbarazzante poi il fatto che Bruxelles non abbia una forma attuale italiana (quando ce l'hanno quasi tutte le lingue europee) e venga perlopiù pronunciata /bruk'sɛl/ (invece di /brys'sɛl/, che è più facile, ma più distante dalla grafia).

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Chiedo scusa per il refuso. Volevo dire: A samba è l'errore che faccio piú spesso in portoghese...Brazilian dude ha scritto:Non è un errore. Lo sarebbe se fosse a samba. Ripeto che la parola è maschile.
Chissà perché Brusella no, ma Anversa sí.Ferdinand Bardamu ha scritto:Rispolveriamo Brussella!
Forse per via della francofilia che italianizza i nomi fiamminghi, ma lascia inalterati quelli francesi?
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
- Ferdinand Bardamu
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Boh, vassapé!SinoItaliano ha scritto:Chissà perché Brusella no, ma Anversa sí.
Forse per via della francofilia che italianizza i nomi fiamminghi, ma lascia inalterati quelli francesi?

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ROME&YOU
Uccellaccio del malaugurio! Ora sarà soddisfatto!Marco1971 ha scritto:E comunque s’è visto che i nomi propri sono ormai immodificabili, se non per anglomorfizzazione: presto Roma diverrà Rome e Firenze si trasformerà in Florence.Scherzo anch’io? Sí e no...

La sola, timida consolazione è che la stroncatura è stata unanime.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
O Borsella... comunque qui, un tempo i cavoletti di Bruxelles erano chiamati cavolini briselle.Ferdinand Bardamu ha scritto: Rispolveriamo Brussella!
Re: ROME&YOU
Gongolo!Animo Grato ha scritto:Uccellaccio del malaugurio! Ora sarà soddisfatto!Marco1971 ha scritto:E comunque s’è visto che i nomi propri sono ormai immodificabili, se non per anglomorfizzazione: presto Roma diverrà Rome e Firenze si trasformerà in Florence.Scherzo anch’io? Sí e no...
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La sola, timida consolazione è che la stroncatura è stata unanime.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Rollo Tomasi
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Re: Toponomastica e antroponimia
Rispolvero questo filone per un argomento che mi ha sempre interessato, quello degli esonimi a proposito di luoghi geografici stranieri e la loro traduzione/adattamento in italiano.
E soprattutto per sapere, magari da chi è più esperto e ferrato in questi argomenti, se esiste una regola in italiano per chiamare correttamente questi posti.
Facendo una rapida carrellata dei nostri adattamenti, mi accorgo che non sembra esserci una norma effettiva, ma si possono individuare alcune caratteristiche comuni. Ad esempio quella di modificare solo le città più importante, lasciando inalterate le altre, o basarsi su similitudini di suono, facilità di adattamento, precedente nome latino, vicinanza geografica, antichità del nome e via dicendo. Però vi sono comunque molte eccezioni, curiosità e incongruenze.
Penso ad esempio alle Isole Britanniche. Qui abbiamo la versione italiana per le 4 nazioni costitutive oltre che per l'Irlanda, di cui una - Inghilterra -è una traduzione letterale.
Per quanto riguarda le singole regioni che le costituiscono, sono lasciate tutte in originale, con l'eccezione di Cornovaglia per l'Inghilterra, e di isole
Ebridi ed Orcadi per la Scozia. Nessuno oggi direbbe mai "Cornwall" come nessuno modificherebbe Yorkshire o Sussex.
In merito alle città, abbiamo l'adattamento solo per le capitali : Londra, Edimburgo, Dublino, ma restano uguali Cardiff e Belfast.
Francia : qui sono adattate in italiano buona parte delle sue regioni o province storiche, ma non tutte, senza un apparente regola. Riguardo alle città, si nota che abbiamo la versione italiana solo per quelle più grandi : Parigi, Lione, Marsiglia, Tolosa. Poi, vi sono sporadici adattamenti senza un criterio, come Digione, Tolone (facilità di pronuncia?) Avignone (per via dell'importanza storica come città papale, immagino) e Lilla.
Caso particolare i toponimi della Corsica, non essendo francesi in originale, ma in italiano o dialetto corso che dir si voglia, e quelli del circondario di Nizza, olte al capoluogo anche Mentone, Roccabruna, ecc., perché storicamente parte del Regno di Sardegna e quindi con già un nome italiano (magari derivato dall'occitano) precedente a quello francese.
Così come particolari sono toponimi come Strasburgo (germanico) o Perpignano (catalano).
Un tempo c'erano adattamenti anche per altre città, come Arles/Arli (citata nella Divina Commedia) Grassa/Grasse e altri, ma in disuso da tempo.
Area tedesca : La maggioranza dei Lander tedeschi e austriaci attuali, così come gran parte delle regioni storiche, hanno un corrispettivo italiano. Ci sono eccezioni come Baden-Wurttemberg, Vorarlberg, Burgenland, Scheswig-Holstein.
Le maggiori città tedesche e tre città austriache (Vienna, Salisburgo, Villaco), sia attuali che del passato, sono italianizzate, che sia un adattamento fonetico immediato, tipo Hamburg-Amburgo, sia una traduzione effettiva tip Munchen-Monaco, sia una modifica sostanziale magari derivata dal nome latino, tipo Aquisgrana, Augusta, Ratisbona, e appunto anche quelle storicamente tedesche fino all'ultima guerra(tipo Breslavia, Stettino, Danzica).
A parte le dimensioni, non sembra tuttavia esserci una logica, dato che molte grande città tipo Dusseldorf e Dortmund restano uguali e altre più piccole hanno un corrispetivo italiano. Una cosa che si nota è che le città composte da un "burg" finale vengono adattate quasi sempre aggiungendo una "o", e il discorso vale quindi pure per la già citata Strasburgo.
In Svizzera tutti i nomi dei cantoni hanno un corrispettivo italiano, così come praticamente tutte le maggiori città, anche delle zone tedesca e francese. Questo credo si spieghi col fatto che essendo l'italiano già lingua ufficiale della confederazione, è d'obbligo la versione italofona per ogni luogo, e quindi ce l'abbiamo già pronta. Ci sono però alcune eccezioni, tipo Winterthur e Neuchatel.
Più ci si allontana e più i toponimi tradotti/adattati scarseggiano. In Scandinavia credo esista un adattamento solo per nomi come Scania, Lapponia e Carelia, e per le città la sola Stoccolma.
Nell'Europa dell'Est sono pochi in generale. Ad esempio per la Russia, credo esista una versione italiana solo per i nomi delle repubbliche (Cecenia, Buriazia, Baschiria, ecc.) e riguardo alle città, solo per le due maggiori, Mosca e San Pietroburgo. In Ucraina, solo Odessa e Leopoli. In Bielorussia e Repubbliche Baltiche, nulla, se non nomi storici di territori quali Curlandia o Samogizia. In Polonia sono adattati i nomi storici di buona parte delle regioni, ma fra le città solo Varsavia, Cracovia e quelle ex-tedesche già citate.
In Ungheria mi risulta solo Seghedino, in Romania nomi di regioni storiche tipo Transilvania, e la sola città di Costanza, lo stesso in Bulgaria (es. Dobrugia e la sola città di Nicopoli). In Cechia e Slovacchia le regioni storiche (Boemia, Moravia) e fra le città solo le capitali Praga e Bratislava.
Nei Balcani vi è la versione italiana di tante regioni e città, per via del precedente dominio italiano o veneziano, tra Postumia, Fiume, Zara, Ragusa, Spalato, ecc., e fra le altre, soltanto le capitali, Zagabria, Belgrado e Lubiana. In Grecia e Albania, per via di vicinanza e legami storici, c'è una versione italiana praticamente per tutto.
Fuori dall'Europa, ovviamente, molto meno. Ad esempio negli Stati Uniti, sono modificati solo i nomi degli Stati con un aggettivo (Nuovo Messico, Nord Carolina, ecc.). Mai tradotti gli altri nomi, specie quelli derivanti da lingue native. Non mi pare sia mai stato proposta neanche una modifica di scrittura, tipo Chentachi, Tennessì o Alasca.
Mentre fra le città non mi risulta alcun adattamento, escluso l'utilizzo, ormai scomparso, di Nuova York.
Con un'eccezione : Baltimora, cosa davvero curiosa considerando che deriva da un cognome. Più qualche adattamento fonetico tipo FIladelfia. Tentativi di traduzione in epoca fascista come Vosintonia/Washington non hanno avuto successo.
Situazione simile in Canada (Columbia Britannica, Terranova, ecc., ma nessuna città) e in America Latina (Bassa California, Città del Messico, Città del Guatemala, ecc.).
In Africa mi pare si adattino solo i nomi nelle ex-colonie italiane e poche altre (es. Città del Capo), in Oceania più o meno niente, in Asia altrettanto, ma li si entra pure nel discorso delle traslitterazioni da altri alfabeti, ci sono i vari adattamenti storici tipo Nanchino, Canton, ecc. comuni a varie lingue indoeuropee. e con la particolarità di Medio Oriente e Turchia per via del passato greco-romano e via dicendo.
E si potrebbero fare tanti altri esempi ma il messaggio è già lunghissimo.
Alla fine di tutto questo, quindi mi chiedo : esiste una qualche regola, o anche solo una vaga indicazione per la traduzione o adattamento dei toponimi stranieri? O si basa solo su consuetidini, casualità, fortuna e utilizzo spontaneo di certi nomi?
E soprattutto per sapere, magari da chi è più esperto e ferrato in questi argomenti, se esiste una regola in italiano per chiamare correttamente questi posti.
Facendo una rapida carrellata dei nostri adattamenti, mi accorgo che non sembra esserci una norma effettiva, ma si possono individuare alcune caratteristiche comuni. Ad esempio quella di modificare solo le città più importante, lasciando inalterate le altre, o basarsi su similitudini di suono, facilità di adattamento, precedente nome latino, vicinanza geografica, antichità del nome e via dicendo. Però vi sono comunque molte eccezioni, curiosità e incongruenze.
Penso ad esempio alle Isole Britanniche. Qui abbiamo la versione italiana per le 4 nazioni costitutive oltre che per l'Irlanda, di cui una - Inghilterra -è una traduzione letterale.
Per quanto riguarda le singole regioni che le costituiscono, sono lasciate tutte in originale, con l'eccezione di Cornovaglia per l'Inghilterra, e di isole
Ebridi ed Orcadi per la Scozia. Nessuno oggi direbbe mai "Cornwall" come nessuno modificherebbe Yorkshire o Sussex.
In merito alle città, abbiamo l'adattamento solo per le capitali : Londra, Edimburgo, Dublino, ma restano uguali Cardiff e Belfast.
Francia : qui sono adattate in italiano buona parte delle sue regioni o province storiche, ma non tutte, senza un apparente regola. Riguardo alle città, si nota che abbiamo la versione italiana solo per quelle più grandi : Parigi, Lione, Marsiglia, Tolosa. Poi, vi sono sporadici adattamenti senza un criterio, come Digione, Tolone (facilità di pronuncia?) Avignone (per via dell'importanza storica come città papale, immagino) e Lilla.
Caso particolare i toponimi della Corsica, non essendo francesi in originale, ma in italiano o dialetto corso che dir si voglia, e quelli del circondario di Nizza, olte al capoluogo anche Mentone, Roccabruna, ecc., perché storicamente parte del Regno di Sardegna e quindi con già un nome italiano (magari derivato dall'occitano) precedente a quello francese.
Così come particolari sono toponimi come Strasburgo (germanico) o Perpignano (catalano).
Un tempo c'erano adattamenti anche per altre città, come Arles/Arli (citata nella Divina Commedia) Grassa/Grasse e altri, ma in disuso da tempo.
Area tedesca : La maggioranza dei Lander tedeschi e austriaci attuali, così come gran parte delle regioni storiche, hanno un corrispettivo italiano. Ci sono eccezioni come Baden-Wurttemberg, Vorarlberg, Burgenland, Scheswig-Holstein.
Le maggiori città tedesche e tre città austriache (Vienna, Salisburgo, Villaco), sia attuali che del passato, sono italianizzate, che sia un adattamento fonetico immediato, tipo Hamburg-Amburgo, sia una traduzione effettiva tip Munchen-Monaco, sia una modifica sostanziale magari derivata dal nome latino, tipo Aquisgrana, Augusta, Ratisbona, e appunto anche quelle storicamente tedesche fino all'ultima guerra(tipo Breslavia, Stettino, Danzica).
A parte le dimensioni, non sembra tuttavia esserci una logica, dato che molte grande città tipo Dusseldorf e Dortmund restano uguali e altre più piccole hanno un corrispetivo italiano. Una cosa che si nota è che le città composte da un "burg" finale vengono adattate quasi sempre aggiungendo una "o", e il discorso vale quindi pure per la già citata Strasburgo.
In Svizzera tutti i nomi dei cantoni hanno un corrispettivo italiano, così come praticamente tutte le maggiori città, anche delle zone tedesca e francese. Questo credo si spieghi col fatto che essendo l'italiano già lingua ufficiale della confederazione, è d'obbligo la versione italofona per ogni luogo, e quindi ce l'abbiamo già pronta. Ci sono però alcune eccezioni, tipo Winterthur e Neuchatel.
Più ci si allontana e più i toponimi tradotti/adattati scarseggiano. In Scandinavia credo esista un adattamento solo per nomi come Scania, Lapponia e Carelia, e per le città la sola Stoccolma.
Nell'Europa dell'Est sono pochi in generale. Ad esempio per la Russia, credo esista una versione italiana solo per i nomi delle repubbliche (Cecenia, Buriazia, Baschiria, ecc.) e riguardo alle città, solo per le due maggiori, Mosca e San Pietroburgo. In Ucraina, solo Odessa e Leopoli. In Bielorussia e Repubbliche Baltiche, nulla, se non nomi storici di territori quali Curlandia o Samogizia. In Polonia sono adattati i nomi storici di buona parte delle regioni, ma fra le città solo Varsavia, Cracovia e quelle ex-tedesche già citate.
In Ungheria mi risulta solo Seghedino, in Romania nomi di regioni storiche tipo Transilvania, e la sola città di Costanza, lo stesso in Bulgaria (es. Dobrugia e la sola città di Nicopoli). In Cechia e Slovacchia le regioni storiche (Boemia, Moravia) e fra le città solo le capitali Praga e Bratislava.
Nei Balcani vi è la versione italiana di tante regioni e città, per via del precedente dominio italiano o veneziano, tra Postumia, Fiume, Zara, Ragusa, Spalato, ecc., e fra le altre, soltanto le capitali, Zagabria, Belgrado e Lubiana. In Grecia e Albania, per via di vicinanza e legami storici, c'è una versione italiana praticamente per tutto.
Fuori dall'Europa, ovviamente, molto meno. Ad esempio negli Stati Uniti, sono modificati solo i nomi degli Stati con un aggettivo (Nuovo Messico, Nord Carolina, ecc.). Mai tradotti gli altri nomi, specie quelli derivanti da lingue native. Non mi pare sia mai stato proposta neanche una modifica di scrittura, tipo Chentachi, Tennessì o Alasca.
Mentre fra le città non mi risulta alcun adattamento, escluso l'utilizzo, ormai scomparso, di Nuova York.
Con un'eccezione : Baltimora, cosa davvero curiosa considerando che deriva da un cognome. Più qualche adattamento fonetico tipo FIladelfia. Tentativi di traduzione in epoca fascista come Vosintonia/Washington non hanno avuto successo.
Situazione simile in Canada (Columbia Britannica, Terranova, ecc., ma nessuna città) e in America Latina (Bassa California, Città del Messico, Città del Guatemala, ecc.).
In Africa mi pare si adattino solo i nomi nelle ex-colonie italiane e poche altre (es. Città del Capo), in Oceania più o meno niente, in Asia altrettanto, ma li si entra pure nel discorso delle traslitterazioni da altri alfabeti, ci sono i vari adattamenti storici tipo Nanchino, Canton, ecc. comuni a varie lingue indoeuropee. e con la particolarità di Medio Oriente e Turchia per via del passato greco-romano e via dicendo.
E si potrebbero fare tanti altri esempi ma il messaggio è già lunghissimo.
Alla fine di tutto questo, quindi mi chiedo : esiste una qualche regola, o anche solo una vaga indicazione per la traduzione o adattamento dei toponimi stranieri? O si basa solo su consuetidini, casualità, fortuna e utilizzo spontaneo di certi nomi?
Re: Toponomastica e antroponimia
L'argomento m'interessa e il cimento mi sollazza, dunque eccomi, ma senz'alcuna reale pretesa.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Rispolvero questo filone per un argomento che mi ha sempre interessato, quello degli esonimi a proposito di luoghi geografici stranieri e la loro traduzione/adattamento in italiano.
E soprattutto per sapere, magari da chi è più esperto e ferrato in questi argomenti, se esiste una regola in italiano per chiamare correttamente questi posti.

A mio avviso la parola chiave è necessità: si adattava o plasmava ciò che occorreva sovente, e non doveva perciò rappresentare intralcio, fosse per fini amministrativi diretti o meramente commerciali.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Facendo una rapida carrellata dei nostri adattamenti, mi accorgo che non sembra esserci una norma effettiva, ma si possono individuare alcune caratteristiche comuni. Ad esempio quella di modificare solo le città più important(i), lasciando inalterate le altre, o basarsi su similitudini di suono, facilità di adattamento, precedente nome latino, vicinanza geografica, antichità del nome e via dicendo. Però vi sono comunque molte eccezioni, curiosità e incongruenze.
Ecco, mi ha costretto a pensarci e a recuperare la Cambria. Giusto?Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Penso ad esempio alle Isole Britanniche. Qui abbiamo la versione italiana per le 4 nazioni costitutive oltre che per l'Irlanda, di cui una - Inghilterra -[ ]è una traduzione letterale.
Rispetto alle contee ha ragione, però poi mi sovvengono le Isole del Canale, e tra i territori d'oltremare Gibilterra, Ascensione, Sant'Elena, le Isole Vergini...Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Per quanto riguarda le singole regioni che le costituiscono, sono lasciate tutte in originale, con l'eccezione di Cornovaglia per l'Inghilterra, e di isole
Ebridi ed Orcadi per la Scozia. Nessuno oggi direbbe mai "Cornwall" come nessuno modificherebbe Yorkshire o Sussex.
Sí.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 In merito alle città, abbiamo l'adattamento solo per le capitali[]: Londra, Edimburgo, Dublino, ma restano uguali Cardiff e Belfast.
Non dimentichiamo Nizza e Strasburgo, poi Bordò(/Bordea), Condate...Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Francia[]: qui sono adattate in italiano buona parte delle sue regioni o province storiche, ma non tutte, senza un[']apparente regola. Riguardo alle città, si nota che abbiamo la versione italiana solo per quelle più grandi[]: Parigi, Lione, Marsiglia, Tolosa. Poi, vi sono sporadici adattamenti senza un criterio, come Digione, Tolone (facilità di pronuncia?) Avignone (per via dell'importanza storica come città papale, immagino) e Lilla.
Corsica, come lei evidenzia, caso a sé; Nizza e Strasburgo li avevo compresi piú sopra.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Caso particolare i toponimi della Corsica, non essendo francesi in originale, ma in italiano o dialetto corso che dir si voglia, e quelli del circondario di Nizza, olt(r)e al capoluogo anche Mentone, Roccabruna, ecc., perché storicamente parte del Regno di Sardegna e quindi con già un nome italiano (magari derivato dall'occitano) precedente a quello francese.
Così come particolari sono toponimi come Strasburgo (germanico) o Perpignano (catalano).
Narbona, ancora in uso mi pare.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Un tempo c'erano adattamenti anche per altre città, come Arles/Arli (citata nella Divina Commedia) Grassa/Grasse e altri, ma in disuso da tempo.
Rifacendomi al concetto di necessità, è mia opinione che l'intradotto sia tale in quanto non intercettato, o intercettato solo marginalmente, dalle traiettorie storiche salienti dipanatesi dalla Penisola.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Area tedesca[]: La maggioranza dei Lander tedeschi e austriaci attuali, così come gran parte delle regioni storiche, hanno un corrispettivo italiano. Ci sono eccezioni come Baden-Wurttemberg, Vorarlberg, Burgenland, Scheswig-Holstein.
Le maggiori città tedesche e tre città austriache (Vienna, Salisburgo, Villaco), sia attuali che del passato, sono italianizzate, che sia un adattamento fonetico immediato, tipo Hamburg-Amburgo, sia una traduzione effettiva tip Munchen-Monaco, sia una modifica sostanziale magari derivata dal nome latino, tipo Aquisgrana, Augusta, Ratisbona, e appunto anche quelle storicamente tedesche fino all'ultima guerra[ ](tipo Breslavia, Stettino, Danzica).
A parte le dimensioni, non sembra tuttavia esserci una logica, dato che molte grande città tipo Dusseldorf e Dortmund restano uguali e altre più piccole hanno un corrispe(t)tivo italiano. Una cosa che si nota è che le città composte da un "burg" finale vengono adattate quasi sempre aggiungendo una "o", e il discorso vale quindi pure per la già citata Strasburgo.
Neocastello mi risulta.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 In Svizzera tutti i nomi dei cantoni hanno un corrispettivo italiano, così come praticamente tutte le maggiori città, anche delle zone tedesca e francese. Questo credo si spieghi col fatto che essendo l'italiano già lingua ufficiale della confederazione, è d'obbligo la versione italofona per ogni luogo, e quindi ce l'abbiamo già pronta. Ci sono però alcune eccezioni, tipo Winterthur e Neuchatel.
Per le città abbiamo anche Gotemburgo, e ricordo che da bambino visitai Malmoe: ossia cosí tutti pronunciavamo, in famiglia e durante i racconti in classe in presenza della maestra; ma potrebbe non far testo.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Più ci si allontana e più i toponimi tradotti/adattati scarseggiano. In Scandinavia credo esista un adattamento solo per nomi come Scania, Lapponia e Carelia, e per le città la sola Stoccolma.
Togliatti, Volgogrado, Samara (mera traslitterazione?).Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Nell'Europa dell'Est sono pochi in generale. Ad esempio per la Russia, credo esista una versione italiana solo per i nomi delle repubbliche (Cecenia, Buriazia, Baschiria, ecc.) e riguardo alle città, solo per le due maggiori, Mosca e San Pietroburgo.
Be', anche Sebastopoli e Ialta.
Lublino?Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 In Bielorussia e Repubbliche Baltiche, nulla, se non nomi storici di territori quali Curlandia o Samogizia. In Polonia sono adattati i nomi storici di buona parte delle regioni, ma fra le città solo Varsavia, Cracovia e quelle ex-tedesche già citate.
In Ungheria, Albareale e Strigonia. La Romania è latina, dunque molti nomi sono già « italiani » (senza sergenti, in certi casi): Timisoara, Sighisoara, Oradea, Sibiu, Sinaia, Turda, Baia Mare, Alba Iulia e cosí via. In Bulgaria Sofia, Varna, Ruse (traslitterazioni o poco piú, d'accordo). In Cechia, pure Ostrava.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 In Ungheria mi risulta solo Seghedino, in Romania nomi di regioni storiche tipo Transilvania, e la sola città di Costanza, lo stesso in Bulgaria (es. Dobrugia e la sola città di Nicopoli). In Cechia e Slovacchia le regioni storiche (Boemia, Moravia) e fra le città solo le capitali Praga e Bratislava.
Dimentica Saraievo.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Nei Balcani vi è la versione italiana di tante regioni e città, per via del precedente dominio italiano o veneziano, tra Postumia, Fiume, Zara, Ragusa, Spalato, ecc., e fra le altre, soltanto le capitali, Zagabria, Belgrado e Lubiana.
Precisamente.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 In Grecia e Albania, per via di vicinanza e legami storici, c'è una versione italiana praticamente per tutto.
E invece sí: Tennessí, Alasca, Nebrasca, Oclaoma (qui all'estensore è rimasta in canna la c...).Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Fuori dall'Europa, ovviamente, molto meno. Ad esempio negli Stati Uniti, sono modificati solo i nomi degli Stati con un aggettivo (Nuovo Messico, Nord Carolina, ecc.). Mai tradotti gli altri nomi, specie quelli derivanti da lingue native. Non mi pare sia mai stato proposta neanche una modifica di scrittura, tipo Chentachi, Tennessì o Alasca.
Oppure Nuova Iorca, Novaiorche, Nuova Eboraco...Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Mentre fra le città non mi risulta alcun adattamento, escluso l'utilizzo, ormai scomparso, di Nuova York.
Filadelfia è adattamento grafico, sicché rientra.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Con un'eccezione[]: Baltimora, cosa davvero curiosa considerando che deriva da un cognome. Più qualche adattamento fonetico tipo FIladelfia. Tentativi di traduzione in epoca fascista come Vosintonia/Washington non hanno avuto successo.
Non sovviene null'altro neanche a me.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 Situazione simile in Canada (Columbia Britannica, Terranova, ecc., ma nessuna città) e in America Latina (Bassa California, Città del Messico, Città del Guatemala, ecc.).
Per quanto concerne l'Africa, sono tradotti/adattati molti nomi dei Paesi (a occhio almeno la metà), nonché fiumi e montagne tra i maggiori. Circa l'Oceania, abbiamo esonimi italiani di tutti i Paesi componenti, poi traduzioni, complete o parziali, di alcuni Stati australiani (e.g. Australia Occidentale, Nuovo Galles del Sud). In Nuova Zelanda si trova la regione (entità amministrativa) Baia dell'Abbondanza. In Asia non m'avventuro, la conosco meno del resto e soprattutto sto esaurendo le forze... [Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 In Africa mi pare si adattino solo i nomi nelle ex-colonie italiane e poche altre (es. Città del Capo), in Oceania più o meno niente, in Asia altrettanto, ma li si entra pure nel discorso delle traslitterazioni da altri alfabeti, ci sono i vari adattamenti storici tipo Nanchino, Canton, ecc. comuni a varie lingue indoeuropee. e con la particolarità di Medio Oriente e Turchia per via del passato greco-romano e via dicendo.

Fattori storici anzitutto, quindi esigenze amministrative, slanci culturali, opportunità contingenti... e qui chiudo il cerchio tornando alla parola iniziale: necessità.Rollo Tomasi ha scritto: lun, 22 giu 2020 19:57 E si potrebbero fare tanti altri esempi ma il messaggio è già lunghissimo.
Alla fine di tutto questo, quindi mi chiedo[]: esiste una qualche regola, o anche solo una vaga indicazione per la traduzione o adattamento dei toponimi stranieri? O si basa solo su consuet(u)dini, casualità, fortuna e utilizzo spontaneo di certi nomi?
Tutto, come si diceva un tempo, AMMA.

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Re: Toponomastica e antroponimia
Probabile che alla base di molti toponimi tradotti o adattati in Italiano ci sia la loro importanza come località nel periodo medievale, cioè in quella fascia di tempo, in particolare fra fra il X e il XV secolo, in cui tutti i documenti, religiosi, legali, giuridici, commerciali, venivano redatti in latino. Trattandosi di lingua che prevede la declinazione dei sostantivi, diveniva d'obbligo dare i nomi una veste latina; poi, il passaggio all'italiano è stato breve, perché semplice volgarizzazione dal latino.
Ad esempio, nei manoscritti della mia tesi (1378-1380) c'era Brocella, Carcassona, Ippra, Terramonda, ma anche Malinis (che oggi in Belgio chiamano Mechelen, e ci ho messo giorni a scovare che luogo fosse…), tutti notissimi - all'epoca - centri di produzione laniera.
Di questi, in teoria, si dovrebbero essere salvati, cioè tramandati nella nostra lingua, quelli che hanno mantenuto nel tempo la medesima importanza.
Dato che i circuiti commerciali, le mode e le vocazioni produttive però cambiano nel tempo, ciò di fatto è avvenuto poche volte, peno.
Ad esempio, nei manoscritti della mia tesi (1378-1380) c'era Brocella, Carcassona, Ippra, Terramonda, ma anche Malinis (che oggi in Belgio chiamano Mechelen, e ci ho messo giorni a scovare che luogo fosse…), tutti notissimi - all'epoca - centri di produzione laniera.
Di questi, in teoria, si dovrebbero essere salvati, cioè tramandati nella nostra lingua, quelli che hanno mantenuto nel tempo la medesima importanza.
Dato che i circuiti commerciali, le mode e le vocazioni produttive però cambiano nel tempo, ciò di fatto è avvenuto poche volte, peno.
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